Data: 08/12/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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L'Abruzzo in zona arancione. Marsilio resiste al governo: la diffida? Minaccia risibile Il presidente replica ai ministri Speranza e Boccia: «Non mi faccio intimidire». il viceministro alla salute Sileri: «Dal governatore una pericolosa forzatura»
L'AQUILA «L'anticipo di due giorni non è un crimine né un attentato alla Costituzione». La diffida firmata dai ministri alla Salute Roberto Speranza e agli Affari regionali Francesco Boccia, non induce al dietrofront il governatore Marco Marsilio sulla decisione di riportare l'Abruzzo in zona arancione. Anzi, il presidente ribadisce la correttezza e la coerenza dell'ordinanza che ha precorso i tempi dettati dal governo per l'allentamento dei vincoli, evitando di «dover scontare una pena senza pietà» a ulteriore danno delle attività commerciali in giorni cruciali per gli acquisti natalizi. I legali della Regione risponderanno alla lettera di messa in mora, ma per il governatore era essenziale guadagnare anche poche ore rispetto alle tempistiche della «burocrazia ministeriale» che avrebbero tenuto l'Abruzzo bloccato per quasi tutte le feste, nonostante il netto miglioramento dei dati epidemiologici. L'andamento dei contagi potrebbe, entro Natale, far scendere ulteriormente l'Abruzzo nella scala dei colori, riportandolo a livello giallo. Su questo però il governatore non si sbilancia e aspetta le valutazioni della cabina di regia.
NESSUNA GUERRA «Non voglio drammatizzare il conflitto con il governo», premette Marsilio ribadendo che il suo rapporto con l'esecutivo è «sereno, leale e costruttivo». Il presidente rivendica l'atteggiamento responsabile tenuto in occasione dell'istituzione della zona rossa. «Se avessi aspettato la cabina di regia riunita il 20 novembre», ricorda, «il provvedimento sarebbe arrivato otto giorni dopo che il nostro comitato tecnico scientifico aveva lanciato l'allarme». L'anticipazione, anche in quel caso, delle misure restrittive «ha scongiurato altre sofferenze e lutti», guadagnando giorni di raffreddamento del contagio «che sarebbero stati molto più lunghi da smaltire dopo».
LA RISPOSTA Marsilio chiarisce insomma che «non mi aspetto di ricevere medaglie se è stata salvata qualche vita, ma neppure di passare per un criminale se anticipo di 48 ore la riapertura dei negozi». Il tono del presidente nei confronti della diffida ministeriale, però, è tutt'altro che conciliante. Tanto da fargli definire «risibile la minaccia e indimostrabile l'accusa» secondo cui sarebbe da attribuire a lui la responsabilità di un'eventuale nuova impennata dei contagi dovuta all'allentamento dei vincoli. Il governatore sottolinea più volte di essere stato in contatto costante con Speranza e di avergli fin dal 2 dicembre sottolineato il miglioramento dei dati abruzzesi, chiedendogli di esercitare quella facoltà di deroga che avrebbe consentito al ministro di riportare l'Abruzzo in zona arancione prima della scadenza prevista. «Ho ricevuto mezze risposte», rileva, «e solo dopo la mia ordinanza ci hanno informato che non saremmo stati più rossi dal 9 dicembre (domani ndr), non è vero che l'ha deciso il governo». A parlare, secondo Marsilio, devono essere gli atti e questi dicono che l'Abruzzo correva il rischio di rimanere in zona rossa fin quasi a Natale o quanto meno fino venerdì, giorno della prossima riunione della cabina di regia a cui sarebbe dovuta seguire un'ordinanza all'inizio della settimana prossima. «Ad attendere la burocrazia ministeriale ci ritroveremmo ancora sottoposti a una cura che uccide il paziente», chiarisce il presidente, secondo cui i 21 giorni per il passaggio dalla fascia più alta a quella immediatamente sotto sono frutto di una «stratificazione normativa» contraddittoria rispetto alle indicazioni dell'ultimo Dpcm e basati su «un algoritmo del ministro per il quale bisogna comunque aspettare».
CURVA IN CALO I dati snocciolati dal governatore, però, mostrano che «stiamo meglio rispetto ad altre regioni anche gialle». Dati alla mano, che il presidente illustrata tramite una serie di grafici, l'Abruzzo sarebbe di fatto in zona arancione già dal 27 novembre. «Siamo a metà classifica nazionale», spiega Marsilio, «sia per l'indice di contagio Rt, allo 0,9 per cento, che per i posti letto occupati sia in area critica, sia ordinari». A detta del presidente, insomma, «la cura è durata abbastanza», per cui non si giustifica il «rigore irrevocabile» per la festa dell'Immacolata, momento decisivo per l'acquisto dei regali.
AIUTO ALL' ECONOMIA «Se fossero stati due giorni qualsiasi, non staremmo neanche a discuterne», tiene a precisare Marsilio, riferendosi alla scelta della data per il rientro in zona gialla. «Abbiamo dimostrato autonomia nella capacità di assumere responsabilità», osserva, «se avessi voluto fare propaganda, mi sarei messo a fare i comizi in piazza, come alcuni compagni di partito o di governo dei ministri Speranza e Boccia. Potevo far finta di niente e aspettare il report, farmi mettere in zona rossa e protestare, come hanno fatto colleghi di sinistra che se la sono presa con il governo». Per Marsilio, dunque, l'accusa di non aver saputo fare i conti è «tra lo schizofrenico e il paranoico».
INVITO ALLA CAUTELA Il governatore tiene a precisare che con la zona arancione «cambia qualcosina, i negozi possono riaprire ma neppure tutti e comunque restano le limitazioni agli spostamenti e il divieto di assembramenti». L'invito rivolto ai cittadini è a non considerarsi liberati da ogni vincolo. «Bisogna dimostrare», rileva Marsilio, «di aver meritato questa possibilità».
PROSSIME MOSSE Alla diffida ricevuta dai ministri risponderanno gli avvocati. «I nostri legali stanno valutando il tono e il contenuto della risposta», annuncia il governatore, «capisco l'esigenza di Speranza di non avere difficoltà con altre regioni per l'applicazione di trattamento diverso». Le divergenze, però, secondo Marsilio non dovrebbero influire sulle prossime valutazioni da parte della cabina di regia che potrebbero far rientrare l'Abruzzo in zona gialla anche prima di Natale. «Non mi sbilancio sulla data del passaggio», afferma il governatore, «dipenderà anche dai dati che presenteremo alla prossima cabina di regia e poi bisognerà aspettare comunque il termine dei 14 giorni per il cambiamento». Proprio questa tempistica rigida, che con le riunioni a cadenza settimanale, porta a 21 giorni l'attesa per ridurre i vincoli, è contestata da Marsilio. «La durata della cura non può essere uguale per tutti», conclude, «e il passaggio nella fascia più bassa è troppo lento».
il viceministro alla salute Sileri: «Dal governatore una pericolosa forzatura». L'esponente M5S: Marsilio tira troppo la corda, non è un dispetto agli abruzzesi. A inizio 2021 via alle vaccinazioni, usciremo dall'incubo nel prossimo autunno
Il governo non cede di un millimetro e tiene la barra dritta sulla lettera di diffida firmata dai ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia, rispettivamente titolari dei dicasteri alla Salute e agli Affari regionali. Sull'argomento abbiamo sentito il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, esponente del Movimento 5 Stelle nel governo Conte 2. È un chirurgo e, tra le altre cose, nel febbraio scorso, a Wuhan, ha coordinato un team di medici e infermieri nella missione che ha consentito il rimpatrio di 56 connazionali italiani presenti nella città cinese colpita dal coronavirus. Viceministro Sileri, come giudica la decisione del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, di anticipare il ritorno in zona arancione?«Non è un bel segnale, specie in un momento in cui i cittadini italiani stanno facendo grandi sacrifici e si chiede il coinvolgimento attivo da parte di tutti. La colorazione delle regioni dipende da una serie ben precisa di parametri e se l'Abruzzo è al momento l'unica regione rossa non è certo per fare un dispetto agli abruzzesi, ma perché si ravvisa ancora un elevato rischio per la popolazione. Sono convinto che i dati stiano migliorando anche in Abruzzo e che quindi con le prossime valutazioni sarà possibile un cambiamento. Ma dobbiamo rispettare i tempi. Ne va della sicurezza».Quali sono le conseguenze per l'Abruzzo con la lettera di messa in mora firmata dai ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia?«L'iniziativa del governo è un invito a revocare ad horas l'ordinanza regionale ricordando le gravi responsabilità che potrebbero derivare dalle misure introdotte riguardo alla salute dei cittadini. Io non penso però che sia interesse di nessuno esasperare gli animi e aprire una contesa istituzionale sulla pelle dei cittadini. Sono fiducioso che il governatore comprenda che non è il caso di tirare ulteriormente la corda».Ritiene che sia stata giusta la decisione di anticipare l'ingresso in zona rossa sempre su iniziativa di Marsilio?«Ai governatori delle regioni è lasciata la facoltà di adottare misure più rigide, se ne ravvisano l'esigenza. Venti giorni fa Marsilio aveva deciso di anticipare i tempi. Tanto era stato lungimirante allora quanto la scelta opposta di oggi appare una pericolosa forzatura».Lo screening di massa, subito dopo Bolzano, è partito in Abruzzo. In provincia dell'Aquila sono stati eseguiti 80mila tamponi. È una iniziativa importante da ripetere anche in altre regioni?«Da mesi sostengo l'esigenza di aumentare la diagnostica e di utilizzare anche le altre forme di test, oltre al tampone molecolare, per consentire un tracciamento puntuale sulla circolazione del virus, in modo da adottare contromisure "sartoriali" e tempestive. Bene ha fatto l'Alto Adige, quindi, ad avviare screening di massa e bene fa il capoluogo abruzzese».Secondo le vostre previsioni quando inizierà con precisione la somministrazione del vaccino?«Subito dopo l'approvazione da parte dell'Ema, l'Agenzia europea per i medicinali, si darà avvio alla distribuzione del primo vaccino autorizzato a cui poi seguiranno a stretto giro almeno altri due vaccini. Attendiamo l'ok dell'Ema presumibilmente entro fine anno o subito all'inizio del 2021 e quindi contestualmente la distribuzione».Una volta iniziata la campagna di vaccinazione, quanto tempo trascorrerà prima che si possa uscire dall'incubo del Covid?«La campagna di vaccinazione coinvolgerà inizialmente alcune categorie prioritarie. Il personale medico-sanitario, i soggetti fragili e gli anziani. Ci vorranno diversi mesi prima che una percentuale di italiani sufficientemente ampia garantisca una protezione di gregge in grado di far regredire il virus in modo decisivo. Si arriverà probabilmente all'inizio dell'autunno 2021.Il vaccino dovrà essere ripetuto anche in futuro?«Il vaccino avrà un richiamo da effettuare a breve tempo dalla prima somministrazione. La durata dell'immunità generata dalla vaccinazione sarà protettiva ma la durata in anni non è nota».Ha notizie dell'influenza? L'utilizzo delle mascherine sta frenando i contagi influenzali?«I mesi più duri per l'influenza annuale sono gennaio e febbraio. Dobbiamo quindi attendere. Sono fiducioso, però, che ci sarà una flessione delle infezioni, grazie all'uso della mascherina e al distanziamento. Ne abbiamo già avuto una prova nei paesi dell'emisfero australe, dove le stagioni sono invertite. Proprio in Australia i casi di influenza stagionale sono drasticamente diminuiti». |
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