Data: 14/02/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Inchiesta viadotti, Ramadori si difende
Si è difeso, ieri, per due ore e mezza nel corso dell'interrogatorio che lui stesso ha chiesto e sostenuto durante il quarto giorno di udienza preliminare l'ingegnere Cesare Ramadori, il cui nome è finito nell'elenco degli otto imputati dell'inchiesta sulle condizioni di sicurezza e manutenzione dei sette viadotti del tratto teramano dell'A24 nella sua veste di membro del consiglio di amministrazione dal 16 marzo 2010 nonché amministratore delegato e legale rappresentante di Strada dei Parchi dal 30 giugno 2011.
Nell'aula a porte chiuse, di fronte al gup Lorenzo Prudenzano e alle due pm titolari del fascicolo Laura Colica e Silvia Scamurra, ha rigettato le accuse, sostenendo in pratica che le condizioni di pericolo non c'erano. Sotto la lente della magistratura, però, sono finiti sia i lavori di manutenzione ordinaria, sia quelli di manutenzione straordinaria che a loro avviso non sarebbero stati eseguiti. Sempre ieri, intanto, in apertura d'udienza, ancora prima dell'interrogatorio, l'accusa ha integrato il lungo capo d'imputazione per quanto riguarda i due viadotti di Cerchiara e Cretara. Rigettate dal gup, invece, le richieste dell'accusa di aggiungere al fascicolo le intercettazioni di alcuni imputati. Richiesta che era stata avanzata come risposta, nella precedente udienza, all'ulteriore produzione documentale dalle difese. I tempi, insomma, si allungano ancora. Mentre proprio alla luce dell'integrazione del capo d'imputazione, non sono state ancora formalizzate le richieste dei riti abbreviati che erano stati solo preannunciati per tutti, compreso per Carlo Toto il cui nome figura anche questo nell'elenco degli imputati insieme a quello di Sandro Capparucci, Roberto Zianna, Igino Lai, Marco Carlo Rocchi, Mario Bellesia e Gabriele Nati. Le accuse sono in concorso l'inadempimento di contratti di pubbliche forniture e l'attentato alla sicurezza dei trasporti in riferimento ai sette viadotti dell'A24 della tratta teramana: Collecastino, Temperino, San Nicola 1 e 2, Biselli, Cretara, Cerchiara e Le grotte. Tutto a partire dal 2009. Un'inchiesta complessa che inizialmente ha portato anche al sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta del profitto per quanto riguardava la presunta quota di risparmi di spesa ottenuti con il conseguimento anche di contributi statali e ad un cospicuo sequestro per equivalente per quella che era l'iniziale ipotesi di abuso d'ufficio, poi caduta, contestata solo ad alcuni. Somme poi dissequestrate.
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