Data: 28/04/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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In pensione 5 anni prima Ecco chi ne ha diritto. La novità è contenuta nella legge di bilancio attraverso il contratto di espansione Interessate le aziende con almeno 250 dipendenti, ma si punta ad abbassare a 50
In pensione con cinque anni di anticipo grazie al contratto di espansione. La novità, contenuta nella legge di Bilancio 2021, dà la possibilità anche alle aziende numericamente dimensionate, quelle che hanno dai 250 dipendenti in su, di anticipare il pensionamento dei lavoratori in cambio di nuove assunzioni. L'Inps ha fatto il punto sull'applicazione del contratto di espansione e sui requisiti necessari per usufruire dell'accompagnamento graduale alla pensione. Il lavoratore che aderisce all'accordo percepisce una pensione pari a quella maturata al momento dell'uscita dall'azienda. Ma in ballo c'è una seconda possibilità: dare l'accesso al contratto di espansione anche alle imprese con almeno 50 dipendenti. Variabile che consentirebbe di ampliare notevolmente la platea dei beneficiari.
IN PENSIONE PRIMA La Manovra 2021 ha esteso il contratto di espansione anche alle aziende più piccole, con più di 250 addetti. Con la circolare numero 48 del 24 marzo 2021, l'Inps ha chiarito i termini del contratto di espansione e le procedure per l'erogazione dell'indennità di accompagnamento alla pensione rivolta ai dipendenti che risolvano consensualmente il loro rapporto di lavoro. Possibilità che, ha chiarito l'Istituto di previdenza, vale solo per quest'anno. Ma sta prendendo quota l'ipotesi di potenziare il contratto di espansione per mandare in pensione, fino a 5 anni prima, i lavoratori anziani e assumere giovani. Una strada, al vaglio del Governo, è quella di un'ulteriore riduzione della soglia di accesso all'agevolazione, portando a 50 il numero minimo dei lavoratori dell'azienda che intende applicare il contratto di espansione.
CHI PUÒ USUFRUIRNE Si tratta di uno strumento incentivante finalizzato ad aiutare le riconversioni e le ristrutturazioni aziendali, che va a sostituire i contratti di solidarietà espansiva. Finora è stato utilizzato solo da grandi aziende e consente di uscire dal lavoro, su base volontaria, fino a 5 anni prima della pensione di vecchiaia, fissata a 67 anni di età, o di anzianità, con 42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall'età. Per le donne il minimo contributivo è di 41 anni e 10 mesi. Il lavoratore che aderisce all'accordo percepisce una pensione uguale a quella maturata al momento dell'uscita dal lavoro. Il costo, per tutta la durata dell'anticipo, è a carico dell'azienda, al netto del valore della Naspi che spetta a chi va in prepensionamento. Se la soglia di accesso venisse abbassata, come richiesto dai sindacati, si passerebbe dagli attuali 250 dipendenti previsti come requisito minimo, a 50 dipendenti. Da un calcolo sommario, potrebbero accedere alla misura circa 20mila aziende in più, rispetto alle 4mila attuali.
COSA DEVE FARE L'AZIENDA Questa la procedura: l'impresa, o il gruppo di aziende aggregate per finalità produttive o di servizi, deve siglare un accordo sindacale al ministero del Lavoro, sottoscritto dalle parti, in cui vengono specificati il numero dei lavoratori da assumere e l'indicazione della durata dei contratti, compresi quelli di apprendistato, la riduzione media dell'orario di lavoro e il numero dei lavoratori interessati, la quota di lavoratori che possono avere l'indennità mensile di accompagnamento alla pensione. Infine, una stima dei costi a copertura del beneficio per l'intero periodo della Naspi per ciascun lavoratore. Le aziende con meno di mille dipendenti stabiliranno, in sede di accordo, il numero di lavoratori a tempo indeterminato da assumere, mentre le aziende con più di mille dipendenti potranno decidere di assumere un nuovo lavoratore ogni 3 esodati. Le assunzioni andranno essere fatte entro la fine del 2021.
REQUISITI NECESSARI Il contratto di espansione può essere firmato dai dipendenti con meno di 60 mesi dal decorrere della pensione, sia quella di vecchiaia, avendo maturato il requisito minimo contributivo pari a 20 anni e il requisito dell'importo soglia previsto per i soggetti privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, che quella anticipata. Per come stanno le cose attualmente, i lavoratori devono chiudere il rapporto entro il 30 novembre 2021. La pensione che, poi, riceveranno sarà cumulabile con qualsiasi reddito derivante da altra attività lavorativa.
CALCOLO DELLA PENSIONE L'indennità mensile, spalmata su 13 mensilità, verrà calcolata dall'Inps, in base al trattamento pensionistico lordo maturato al momento della cessazione del rapporto di lavoro. L'importo dell'assegno viene decurtato della Naspi, la "vecchia" disoccupazione, che sarebbe spettata al lavoratore. La mensilità, tassata ordinariamente, non è reversibile e in caso di decesso ai superstiti spetta la pensione indiretta.
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