ROMA A decidere saranno i numeri, ma già in questi giorni i dati dei casi positivi e dei ricoveri stanno offrendo qualche informazione importante sull'opportunità di prorogare lo stato di emergenza almeno fino al 31 marzo. L'Italia - per ora - è in una situazione migliore della Germania (incidenza tripla rispetto al nostro Paese) o della Grecia (oltre 5.700 positivi in un giorno, record di sempre, con appena 10,7 milioni di abitanti). Ma l'incremento delle infezioni è evidente e solo l'alta percentuale di vaccinati sta - per ora - evitando la crisi degli ospedali.
ANDAMENTO In due settimane il numero dei casi positivi è aumentato del 73,85 per cento, in una settimana del 26,81. Certo, rallenta la velocità (domenica scorsa la percentuale di crescita settimanale era stata del 37 per cento). E rispetto a due settimane fa il numero dei ricoveri non è molto più alto (incremento del 6,3 per cento). Ma ci sono troppe variabili in questi dati per avere certezze e la spinta del Green pass a eseguire più tamponi non basta a spiegare l'incremento dei ricoveri che prima stavano scendendo. E soprattutto pensare che l'Italia possa essere un'isola felice, rispetto a ciò che sta succedendo nel resto d'Europa, è ingenuo. L'alta percentuale di vaccinati e il Green pass ci stanno aiutando molto, «ma che l'inverno possa portare a un incremento della pressione è inevitabile, giusto essere prudenti e prorogare lo stato di emergenza», dice il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo, oggi assessore alla Sanità in Puglia. Secondo il professor Fabrizio Pregliasco dell'Università di Milano «forse questo inverno ci riserverà l'ultima battaglia». Il sottosegretario alla Salute, Pier Paolo Sileri, spiega al programma Quarta repubblica: «Ragionevole prorogare di tre mesi lo stato di emergenza, lo dico da medico». Ecco, tutti questi tasselli messi insieme, fanno capire perché l'ipotesi prospettata l'altro giorno dal ministro della Salute, Roberto Speranza, di una proroga dello stato di emergenza sia molto solida. La scadenza attuale è al 31 dicembre, ma non si può pensare che per quel giorno magicamente in Italia la situazione sarà di totale sicurezza. Significa che ci saranno nuove pesanti chiusure? No. Si continuerà ad applicare il sistema dei colori che, tra l'altro, nel suo primo step della fascia gialla ha davvero poche limitazioni (il Friuli-Venezia Giulia sta correndo verso questo passaggio se non frena i contagi).
Ma per superare l'inverno, ragionano nel Governo, serviranno anche la conferma di altri strumenti come il Green pass, la regolamentazione dei posti di lavoro, le mascherine, la struttura commissariale di Figliuolo per i vaccini. Ecco, per mantenere queste misure di difesa è inevitabile la proroga dello stato di emergenza, prospettiva che nelle varie anime del Governo viene ritenuta ragionevole. Anche nelle Regioni non c'è aria di rivolta, anzi. Semmai potrà essere delicato il passaggio parlamentare: la Lega, nella sua anima governativa (Regioni comprese), è consapevole della necessità di salvare ad esempio il Green pass; la Lega, nella sua anima più battagliera, anche per contrastare le concorrenza di Fratelli d'Italia, potrebbe mal digerire un voto a favore dello stato di emergenza.
SCENARI Per la proroga serve una norma primaria. Lo stato d'emergenza è in vigore dal 31 gennaio del 2020, deliberato dal Governo, allora guidato da Giuseppe Conte, sulla base del comma 3 dell'articolo 24 del Codice di Protezione Civile: «La durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi». Secondo una ricostruzione dell'Ansa, sono tre le possibili soluzioni: un decreto ad hoc con il quale si indica la durata del nuovo stato di emergenza, un emendamento ad un provvedimento già in discussione in Parlamento. Terza opzione, la più forte: una norma nel decreto Milleproroghe a fine anno. La quarta possibilità non prevede la proroga dello Stato di emergenza, ma solo l'approvazione di un decreto legge che contenga solo le misure più importanti, come l'uso delle mascherine, il distanziamento, i protocolli sul lavoro e il ruolo del commissario Figliuolo. E l'obbligo del Green pass.