L'AQUILA Per trovare un aumento percentuale così ridotto tra un giorno e l'altro (appena +11%), bisogna tornare indietro fino al 12-13 marzo. Allora si passò da 84 a 89 casi, con un +6%. Solo i prossimi giorni potranno dire se il trend dei contagi da coronavirus, in Abruzzo, è realmente in ribasso. Di certo dopo quel nero 19 marzo (122 positivi in 24 ore), poi ce ne sono stati, in sequenza, 65, 79 e 58, ieri. D'altronde l'assessore regionale, Nicoletta Verì, non più tardi di due giorni fa, aveva detto chiaramente di attendersi «il momento apicale» dell'emergenza in Abruzzo. Altri due dati colpiscono dai report giornalieri: all'aumento dei casi, arrivati a 587, per il momento non va di pari passo, fortunatamente, quello dell'ospedalizzazione. I pazienti in terapia intensiva sono 49 (6 in provincia dell'Aquila, 6 in provincia di Chieti, 28 in provincia di Pescara e 9 in provincia di Teramo), a fronte di una disponibilità regionale di circa 120, ulteriormente in crescita.
Purtroppo, però, va aggiornato, e non di poco, l'elenco delle vittime. Siamo arrivati a 33, con una percentuale del 5,6% che è comunque relativa vista la mancanza di un dato inoppugnabile sul totale dei contagiati. Si tratta di due uomini di Crecchio, un uomo e una donna di Ortona, un uomo e una donna di Pianella, una donna di Casoli, una donna di Paglieta, una donna e quattro uomini di Castiglione Messer Raimondo, un uomo di Chieti, un uomo di Collecorvino, un uomo di Pineto, due donne e un uomo di Montesilvano, tre uomini di Pescara, un uomo di Città Sant'Angelo, una donna di Civitella Casanova, un uomo e una donna di Penne, una donna di Alanno, una donna di Loreto Aprutino, un uomo di Roccascalegna, una donna di Torricella Peligna, un uomo di Castel di Sangro, una donna di Silvi e una donna di Guglionesi, in Molise. Dei pazienti positivi 218 sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva (20 in provincia dell'Aquila, 34 in provincia di Chieti, 133 in provincia di Pescara e 31 in provincia di Teramo), altri 272 sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl (9 in provincia dell'Aquila, 47 in provincia di Chieti, 155 in provincia di Pescara e 61 in provincia di Teramo).
LA MAPPA La geografia dei contagi descrive ancora una situazione delicata nel Pescarese (ospedale di nuovo al limite): 334 casi fanno riferimento all'Asl provinciale, 38 a quella aquilana, 102 a quella teatina e 113 a quella teramana. Resta alto l'allarme soprattutto per Penne. Il senatore Luciano D'Alfonso, ex governatore, ha scritto una lettera al presidente della Regione Marco Marsilio, al premier Conte e al sindaco di Penne, con la quale chiede di «estendere le misure adottate in altre regioni e nel nostro stesso Abruzzo, per la zona della Val Fino lo scorso 17 marzo, per bloccare definitivamente il contagio nel focolaio di Penne e dell'area vestina, rendendo certo il pieno rispetto delle inibizioni». Intanto la Regione si sta muovendo sui due fronti caldi dell'emergenza: dispositivi di protezione e tamponi. Per questi ultimi potrebbe varare una direttiva per effettuare tamponi a medici, infermieri ed operatori sanitari, con il criterio delle professioni più a diretto contatto con i pazienti o con i casi sospetti, quindi più a rischio, e su base volontaria: per questo, si sta organizzando la rete con la strutturazione di laboratori per i test anche nelle Asl dell'Aquila e Chieti, visto che a Pescara c'è il centro di riferimento regionale e a Teramo opera l'istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise. Si è parlato della misura nella riunione del comitato regionale emergenza-urgenza di ieri. «Stiamo lavorando per una strumentazione a largo raggio per effettuare tamponi -spiega l'assessore Verì -, e, una volta che ci siamo organizzati nelle varie aziende con una rete di alta complessità». Sul fronte delle mascherine la Regione Abruzzo, attraverso il Servizio di emergenza della Protezione civile, ha stipulato un contratto per la consegna di un milione di pezzi, di tipologia FFP3 e FFP2, per garantire la sicurezza personale degli operatori sanitari. La prima tranche, di 700 mila mascherine, sarà consegnata il prossimo 26 marzo.