Data: 30/12/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Il governo scrive il piano delle infrastrutture: partita chiave per l'Abruzzo Ferrovia Roma-Pescara, sviluppo dei porti, Zes, trasversalità: sono tutti titoli interessanti per la regione, che deve recuperare anni di progetti mancati
Nella bozza del Recovery plan che il governo sta discutendo e che verrà presto portata all'attenzione del Parlamento, vengono previsti una serie di interventi sulle infrastrutture per la mobilità con l'obiettivo, che lo stesso documento definisce «ambizioso», di migliorare il sistema «in termini di connettività, sicurezza, decarbonizzazione, digitalizzazione e sostenibilità dei trasporti», nel rispetto precisa, la bozza, «del principio del do not significant harm che esclude dal finanziamento europei investimenti infrastrutturali che provocano effetti negativi sull'ambiente». Il piano del governo prevede di aggiungere risorse a progetti già esistenti e a introdurne di nuovi, con l'obiettivo di «colmare lacune che hanno sin qui penalizzato lo sviluppo economico del Paese e, in particolare, del Mezzogiorno e delle Isole».
IL RECOVERY E L'ABRUZZO. Il capitolo è di estremo interesse per l'Abruzzo. Per quello che c'è e per quello che manca. Vediamo, per esempio, quello che c'è. Nel piano sono previsti «interventi di velocizzazione e di incremento della capacità dei trasporti ferroviari per passeggeri e merci», lungo gli assi Nord-Sud ed Est- Ovest. L'Abruzzo è interessato dal secondo asse trasversale Est-Ovest con il progetto di potenziamento della Roma-Pescara (nell'asse trasversale il governo inserisce anche la Orte- Falconara) che dovrà ridurre significativamente i tempi di percorrenza, aumentando la capacità della linea per il trasporto di merci funzionale al progetto di trasversalità che vede l'Abruzzo snodo strategico sulla rotta Barcellona-Ploce (Croazia).
COSA NON C'È. Tra le cose che non ci sono nella bozza, almeno in questa fase di elaborazione, è l'Alta velocità in Abruzzo per la quale si sono spese almeno due giunte regionali: la presente e la precedente. Il documento del governo parla dell'estensione dell'Alta Velocità al Sud lungo le direttrici Napoli-Bari e Salerno-Reggio-Calabria. E si accenna alla velocizzazione del collegamento diagonale da Salerno a Taranto e della linea Palermo-Catania-Messina.
I PORTI. Un capitolo vicino alle esigenze dell'Abruzzo è dedicato allo sviluppo dell'intermodalità, rispetto al quale, si sottolinea, «è fondamentale integrare nel sistema portuale parte del traffico che oggi è prevalentemente terrestre, gommaferro». Da qui la proposta di rendere più competitivi i porti italiani investendo sull'ultimo miglio, cioè sui punti estremi dei corridoi ferroviari (o stradali) merci, sanando l'extracosto logistico del 11,62% rispetto alla media europea che le imprese pagano per l'inefficienza delle infrastrutture (una vicenda legata all'ultimo miglio riguarda il porto di Ortona che aspetta da anni il completamento della bretella porto-autostrada A14). Interessante poi la lettura che si fa dell'intermodalità come mezzo per invertire i fenomeni di depauperamento demografico e socio-economico dei territori meno collegati. Si pensi per esempio alle aree interne dell'Abruzzo che dallo sviluppo della trasversalità intermodale lungo il corridoio Barcellona, Civitavecchia, Ortona-Ploce, verrebbero rivitalizzati, come dimostrato gli studi degli esperti di logistica Antonio Nervegna ed Euclide Di Pretoro. «Una migliore e più estesa rete ferroviaria ed una rete stradale smart, più sicura e resiliente al cambio climatico», si legge nella bozza del governo, «sono imprescindibili per contribuire a colmare il divario tra il nord e il sud del Paese, garantire collegamenti rapidi ed efficienti tra l'est e l'ovest della penisola e uniformare la qualità dei servizi di trasporto su tutto il territorio nazionale».
LE RISORSE. Su questi obiettivi il governo intende investire complessivamente 27,8 miliardi di euro. Sono 21,7 i miliardi destinati alle opere ferroviarie: al Nord sinergiche con gli investimenti sui porti di Genova e Trieste; nel Centro per migliorare i collegamenti Est-Ovest (quindi la Pescara-Roma). Per l'Alta velocità e la manutenzione stradale sono stanziati 23,7 miliardi. Prevista l'estensione della rete al sud, dove l'Abruzzo deve ancora trovare un proprio spazio. Come detto, infatti, il governo pensa alla direttrice Napoli Bari (sulla quale si sta già lavorando), ignora ancora, almeno nella bozza, le richieste di quattro regioni (Abruzzo, Marche, Molise e Puglia), di prolungare l'Alta velocità lungo e il medio e basso Adriatico. La riciesta è contenuta in un protocollo che impegna i 4 governatori a lavorare insieme per l'incorporazione nelle reti Ten-T (le reti europee dell'alta velocità), dell'intera dorsale adriatica e per l'avvio delle Zes, le Zone ad economia speciale. L'obiettivo è completare il corridoio Baltico Adriatico (che parte dalle coste polacche e termina a Ravenna) con la dorsale adriatico-ionica; l'ampliamento del corridoio Scandinavo Mediterraneo (che dalla Finlandia, tocca Ancona e Bari ma salta Abruzzo e Molise); il miglioramento del collegamento est-ovest tra penisola Iberica, Italia centrale e Balcani.
POTENZIAMENTO ZES. Nella bozza si parla infine del potenziamento delle Zone economiche speciali che, grazie alla semplificazione amministrativa, all'applicazione di una fiscalità agevolata e di incentivi, potranno attrarre investimenti produttivi. L'Abruzzo la sua Zes ce l'ha. Ma solo sulla carta: perché da mesi attende che il governo chiuda l'iter con la nomina di un Commissario.
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