Data: 19/05/2021
Testata Giornalistica: COLLETTIVA |
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Il futuro del Mezzogiorno è oggi
L'agenda per far ripartire il Sud. La proposta della Cgil in un'iniziativa in diretta su Collettiva a partire dalle 10. Introduce Massafra, Cgil. Dopo la comunicazione del professor Prota, gli interventi di Gabrielli, Filcams, Malorgio, Filt, Re David, Fiom, Sorrentino, Fp. Poi il confronto tra il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e il ministro per il Sud Mara Carfagna La vera emergenza meridionale, quella che è determinata dagli altri divari rispetto al Nord ma che contemporaneamente contribuisce a determinarli, è quella demografica. Nascono troppi pochi bambini: l’aspettativa di vita è di due anni inferiore rispetto al settentrione e esistono fortissimi movimenti migratori che portano i giovani meridionali altrove.
Ma la distanza tra le due Italie non nasce oggi, arriva da assai lontano. Senza voler scomodare l’unificazione e Garibaldi, basti scattare la fotografia di quel che era subito dopo la seconda guerra mondiale. I sassi di Matera, grotte e abitazioni dei cittadini del luogo, non erano certo colpa del conflitto, ma semplicemente i luoghi in cui si viveva. E potremmo continuare con gli esempi. La Cassa per il Mezzogiorno, l’intervento straordinario per il quale fu fondata e le partecipazioni statali riuscirono a ridurre il divario Nord-Sud di non poco. Poi è ricominciato il distanziamento. Dal 2008 il Mezzogiorno si è allontanato ulteriormente e progressivamente dal resto del Paese. Con la crisi economica, tra il 2008 e il 2014 il Pil del Mezzogiorno è crollato del –12,6% contro il –7,2 nel Centro Nord, i consumi sono diminuiti del 12,4% al Sud del 3,8 al Centro Nord. Nel quadriennio successivo, quello del tentativo di ripresa, il Pil è cresciuto del 2,5% esattamente la metà di quel che è cresciuto nel resto del Paese.
Per non parlare delle donne, sono loro le vere vittime della pandemia. L’occupazione femminile è scesa sotto quota 40%: è sempre la Svimez a stimare che tra marzo e maggio dello scorso anno i posti di lavoro al femminile persi siano il doppio di quelli conquistati dalle donne negli undici anni precedenti: 171 mila contro 89mila Secondo Eurostat le regioni del Mezzogiorno sono al 15esimo posto per disoccupazione. La Calabria è quella che registra la peggiore percentuale con più di una persona su cinque senza lavoro con un tasso di disoccupazione del 20,1 %. Seguono la Campania con il 18% e la Sicilia con il 17,9%. Ma se l’Italia vuole ripartire non può che cominciare riducendo le distanze tra le sue due parti. Serve una agenda stringente e dettagliata, impegni concreti, investimenti ordinari e straordinari. Bene aver confermato il 34% della spesa ordinaria da destinare al Sud e bene anche che il 40% del Piano di rilancio e resilienza sia dedicato al Mezzogiorno, ma come e per fare cosa? Rispondere a queste domande e offrire una vera e propria agenda di “cosa da fare” al governo è lo scopo dell’iniziativa “Il Futuro del Mezzogiorno è oggi” organizzata dalla Cgil. Sarà introdotta da una relazione di Giuseppe Massafra, segretario confederale, spetterà poi al professor Francesco Prota: insegna economia politica all’Università di Bari e ragionerà sull’evoluzione dei divari territoriali e le possibili vie dello sviluppo. La discussione sarà arricchita dai contributi di 4 segretari generali di Filcams, Fiom, Filt e Fp, Maria Grazia Gabrielli, Francesca Re David, Stefano Malorgio e Serena Sorrentino. Il confronto sarà concluso da una dialogo tra il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e la ministra per il Sud e la coesione Mara Carfagna. Diretta streaming a partire dalle 10 su Collettiva. |
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