Data: 03/03/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Il Comune e la Tua: «La filovia? Sono contrari solo 4 cittadini» Conto alla rovescia per la decisione del Consiglio di Stato, ecco i ricorsi presentati dai due enti. Verso l'udienza del 9 marzo
«Il Comitato non è rappresentativo, il mezzo pubblico ha un bacino di utenza di 500mila persone» PESCARA Contro la filovia sulla strada parco sarebbero schierati soltanto «quattro cittadini», talmente pochi da poterli chiamare tutti per nome e per cognome. Invece, i potenziali passeggeri del mezzo pubblico sarebbero 500mila tra residenti di Pescara e Montesilvano, lavoratori e studenti pendolari. È quanto sostengono il Comune e la Tua nei ricorsi presentati al Consiglio di Stato che, il prossimo 9 marzo, dovrà decidere sui lavori bloccati da tre mesi. Sei giorni appena e poi si conoscerà il futuro prossimo della filovia, un'opera pensata nel 1992 e non ancora completata: ora il Consiglio di Stato potrebbe sospendere la sentenza del Tar che ha fermato i lavori a dicembre oppure confermare lo stop a oltranza.
«NON HA TITOLO» Secondo i due enti, il Comitato Strada parco Bene comune, che aveva fatto ricorso al Tar contro i lavori della filovia ottenendo la sospensione del cantiere a ridosso dell'inaugurazione, non avrebbe «legittimazione» ad agire in giudizio perché non rappresentativo della popolazione tra Pescara e Montesilvano: «Il Comitato Strada parco Bene comune risulta composto da solo quattro persone, ovvero gli originari promotori», dicono i due ricorsi. Durante la causa al Tar, il Comitato, presieduto da Ivano Angiolelli, aveva presentato 1.218 moduli di adesione. Ma adesso quelle iscrizioni sono contestate dal Comune e dalla Tua: «Di quei moduli, 721 sono stati sottoscritti in occasione della proposizione del ricorso e 497 sottoscritti in corso di giudizio. Detti moduli», affermano i ricorsi, «costituiscono mere richieste di adesione e non valide adesioni». Iscritti inesistenti, questa sembra l'ipotesi avanzata dal Comune e dalla Tua: «Presunti aderenti», così i ricorsi definiscono gli iscritti.
«FILOVIA PER 500MILA» Secondo la linea del sindaco Carlo Masci e del presidente Tua Gabriele De Angelis, sarebbero troppo pochi i ricorrenti a fronte dei potenziali passeggeri della filovia lungo gli 8 chilometri tra la stazione di Pescara centrale e i Grandi alberghi di Montesilvano: «Pur volendo considerare validi i 721 moduli di adesione sottoscritti in occasione della proposizione del ricorso ed in uno strettissimo lasso temporale, non può trascurarsi di osservare che - trattandosi di un'opera pubblica interessante un'area metropolitana (comuni di Pescara e Montesilvano) di circa duecentomila abitanti, con un bacino di utenza di circa cinquecentomila persone che per motivi di lavoro e/o studio quotidianamente si riversano sui predetti centri rivieraschi - il numero dei presunti aderenti al Comitato appare in confronto davvero esiguo e non idoneo ad integrare nella fattispecie concreta il requisito della rappresentatività».
C'è CHI DICE NO Comune e Tua dipingono, poi, il Comitato come un soggetto che dice no alla filovia a prescindere: «Le stesse finalità dichiarate in sede statutaria che qualificano la ragion d'essere del Comitato ad un'attenta lettura palesano un interesse meramente oppositivo rispetto all'infrastruttura filoviaria per cui è controversia, piuttosto che tendere ad una più generale finalità di tutela dell'interesse della salute ed ambientale della comunità».
FILOVIA FINITA Senza lo scontro giudiziario ancora aperto, dicono Comune e Tua, la filovia sarebbe già in esercizio: gli enti parlano di «un'infrastruttura completamente realizzata, ma oggi ancora non fruibile dalla collettività esclusivamente a causa dell'interposta impugnazione e della sentenza in questa sede gravata, che non hanno reso possibile la messa in esercizio dell'impianto filoviario».
DANNI PER 2 MILIONI Nel ricorso della Tua, stilato dall'avvocato Carlo Montanino, è richiesta una cauzione di due milioni di euro al Comitato: con i lavori fermi, i 6 filobus già nel deposito aziendale rischierebbero di deteriorarsi. «I 6 filobus già acquistati e consegnati» potrebbero subire «deterioramenti certi in ragione del fermo imposto», a partire dalla dotazione delle batterie quantificata in 1,4 milioni e delle gomme per 30mila euro. Il conto si allunga, poi, con i «prevedibili danneggiamenti ai semafori» stimati in altri 80mila euro e il «deprezzamento della parte elettrica e meccanica dell'impianto» per 120mila euro.
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