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Data: 02/09/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

I funerali di Fabio Pasquini. Le lacrime della moglie: sei stato un papà speciale In 700 per l'ultimo saluto al giovane morto nell'incidente in moto a Fossacesia «Ha sempre amato e seminato il bene». Il dolore di assessori regionali e sindaci

TREGLIO «Pensavo che avremmo passato insieme tutta la vita. Ti prometto che a nostra figlia parlerò di te tutti i santi giorni, le racconterò sempre di quanto è stato speciale il suo papà». Sono le toccanti parole di addio che la moglie di Fabio Pasquini, Katia, trova la forza di leggere davanti a una piazza gremita per l'ultimo saluto al «gigante buono», strappato alla vita a soli 31 anni. Ci sono almeno 700 persone, arrivate a Treglio fin dalle prime ore del mattino per passare i controlli anti-Covid e partecipare al rito funebre. Tutta la comunità si è mobilitata per allestire l'area davanti alla chiesa dell'Assunta nel rispetto del distanziamento e delle altre misure di sicurezza. È un giorno di lutto per il borgo frentano, la bandiera a mezz'asta sul municipio, i drappi neri sulle porte delle attività commerciali. Il feretro di Fabio, deceduto domenica nello schianto tra il suo scooter e un'auto mentre andava al mare, arriva scortato dalla banda di Ripa Teatina. Un cuscino di rose rosse ricopre la bara di legno chiaro: sono di Katia e Perla, la sua bimba di 3 anni. «È la tua fotocopia», dice Katia, vincendo per un momento il dolore, «ha i tuoi occhi, il tuo sorriso, ma soprattutto ha il tuo carattere. Sei stato l'amore della mia vita. Avevi mille progetti, mille sogni. Purtroppo sei riuscito a realizzarne soltanto qualcuno. Voglio ricordarti sempre con quello splendido sorriso. L'amico di tutti, il "caciarone". Ti ricorderò sempre come quel gigante buono che una vita se la meritava sia lunga che serena. Ma soprattutto ti ricorderò come il padre più meraviglioso che abbia mai potuto desiderare per mia figlia». In pochi trattengono le lacrime e un applauso parte spontaneo. Mamma Maria Grazia piange lacrime silenziose. Seduti dietro ci sono i fratelli Dario e Luca, il gemello, a cui la mascherina toglie il fiato già spezzato dai singhiozzi. «Misuriamo la pienezza della vita con gli anni, invece sta in quello che seminiamo», dice don Roberto Geroldi, ex parroco di Treglio, che officia il rito insieme a don Erminio Di Paolo, cugino di Fabio e parroco a Guardiagrele, «e Fabio ha seminato bene con il suo modo di essere». Ci sono gli assessori regionali Nicola Campitelli, parente, e Mauro Febbo, Gabriele D'Angelo, sindaco di Castel Frentano dove Fabio viveva con moglie e figlia. Ci sono i ragazzi dell'Intrepida basket Ortona, di cui Fabio era capitano. L'ex allenatore Claudio Capone ne ricorda «il coraggio e la determinazione, l'entusiasmo e la forza, la grinta e l'allegria, la generosità e l'altruismo». «È arrivata una tegola troppo grande per tutti», dice il sindaco di Treglio, Massimiliano Berghella, «Fabio era un ragazzo d'oro, con principi di altri tempi. Prendiamo insegnamento dalla sua vita: Fabio era amato perché dava amore. Oggi in tanti volevano essere qui, ma abbiamo dovuto mettere dei limiti. Le comunità del territorio, da Chieti a Vasto, ci sono state vicino con i volontari di protezione civile, l'ambulanza, la polizia locale e tutte le persone che hanno lavorato per dare a Fabio l'ultimo saluto nel modo più sicuro».


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