Data: 27/10/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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I bus all'Anagnina: parla il consigliere che ha scoperto tutto. De Priamo (Fdi) oppositore a Roma della Raggi svela il retroscena. Così i pendolari abruzzesi faranno 40 minuti in più di viaggio
L'AQUILA Nessun cenno, nella delibera approvata dalla giunta capitolina il 4 ottobre scorso, della coesistenza tra due terminal, Tiburtina e Anagnina, per i trasporti interregionali. E nessun riferimento neppure alla possibilità, come affermato dall'assessore alla Città in Movimento di Roma capitale, Pietro Calabrese, «che le linee private extraregionali di trasporto su gomma, provenienti da est e centro Italia, restino a Tiburtina». A svelarlo al Centro è il capogruppo di Fratelli d'Italia nell'assemblea capitolina, Andrea De Priamo, all'indomani del nuovo atto della giunta pentastellata, guidata dal sindaco, Virginia Raggi, che ha riacceso lo scontro tra Abruzzo e Roma. È in mano a lui, che già lo scorso anno era intervenuto con una mozione "salva- terminal", il futuro di migliaia di pendolari abruzzesi. Contattato dal Centro, De Priamo ha ricostruito tutti i passaggi della vicenda. Compresa l'assenza, nella delibera in questione, di qualunque passaggio sulla permanenza a Tiburtina dello snodo di scambio, per gli autobus provenienti dall'Abruzzo. Domani De Priamo inoltrerà un'interrogazione urgente alla Raggi chiedendo «il rispetto di quanto deliberato in aula un anno fa». Se necessario, presenterà anche una nuova mozione. Risale esattamente ad un anno fa - era novembre 2018 - il primo tentativo della Raggi di spostare il terminal da Tiburtina ad Anagnina. «Allora, la giunta 5 Stelle ebbe l'improvvida idea di approvare una delibera che prevedeva il trasferimento del terminal ad Anagnina», spiega De Priamo, «motivando la decisione con vicende legate all'affidamento della gestione dello scalo di Tiburtina ad una società che lo stava gestendo in regime di prorogatio. Si è creata subito una grande mobilitazione, sfociata in una manifestazione massiccia di tutte le forze politiche e istituzionali abruzzesi, proprio a Tiburtina. In quell'occasione, mi sono fatto promotore e primo firmatario di una mozione, sottoscritta dall'opposizione e approvata all'unanimità in consiglio, che annullava di fatto tale trasferimento. Abbiamo dimostrato alla Raggi che lo spostamento ad Anagnina avrebbe comportato una dilazione eccessiva dei tempi di collegamento tra l'Abruzzo e Roma». Tempi calcolati, nelle ore di punta, in 40 minuti in più rispetto ad ora. «Inoltre», fa notare De Priamo, «Anagnina è sulla linea A della metropolitana, Tiburtina sulla B, a sole due fermate dall'università La Sapienza. A distanza di un anno, il problema si è riproposto con una nuova delibera che, formalmente, riguarda l'appalto per i lavori di adeguamento del parcheggio dell'autostazione di Anagnina, ma che in realtà individua esplicitamente quest'ultima come terminal». E i pendolari abruzzesi? De Priamo lo dice a chiare lettere: «Nella delibera non si fa alcuna menzione alla coesistenza di due terminal per i trasporti interregionali, né», sottolinea, «come affermato dall'assessore Calabrese, alla possibilità che gli autobus provenienti da est e Centro Italia restino a Tiburtina. Chiediamo che le rassicurazioni vengano tradotte in un atto formale. Domani presenterò un'interrogazione urgente per chiedere il rispetto di quanto deliberato un anno fa. Se non dovesse bastare, ci faremo promotori di una nuova mozione». Intanto, i consiglieri della provincia dell'Aquila Vincenzo Calvisi e Gianluca Alfonsi, di Fratelli d'Italia, hanno chiesto al presidente della Provincia, Angelo Carusi, di convocare un tavolo con il presidente della Regione, Marco Marsilio, e il sindaco di Roma «per superare definitivamente il rischio della delocalizzazione, che comprometterebbe le condizioni di lavoro, studio e attività degli utenti». |
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