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Data: 24/10/2024
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Gran Sasso, addio alle code il traforo è riaperto Ma c'è l'incognita dei lavori. Il traffico torna alla normalità: la soddisfazione degli automobilisti

IL CASO
Nel primo giorno di viabilità ripristinata, tra gli automobilisti dei due tunnel del traforo del Gran Sasso la soddisfazione di non fare più la fila per minuti e minuti, a volte anche per più di un'ora, dinanzi al semaforo rosso, si tocca con mano. Nel pomeriggio di ieri, alle 17.11, la viabilità è tornata a due corsie e tutto il mondo economico dei due versanti, teramano ed aquilano, ha tratto un sospiro di sollievo. Ma all'orizzonte, oltre ai lavori di messa in sicurezza di tutto il sistema idrico nelle viscere del Gran Sasso che dovranno iniziare a fine 2026 (quello di questi giorni si riferiva alle sue perforazioni preliminari che poi non sono stati fatte), si stagliano quelli dell'altro commissario straordinario (Marco Corsini) per la sicurezza antisismica e il ripristino della funzionalità delle autostrade A24 e A25 che dovranno necessariamente essere completati, per via del Pnrr, entro il 2025.
Così molti temono che i disagi di questi giorni siano stati solo un aperitivo. Addirittura l'Ance di Teramo teme per il prossimo futuro «una chiusura totale per due-tre anni dei due tunnel», senza nemmeno il semaforo e la corsia unica a senso alternato: «Sarebbe devastante per tutti noi» ha subito affermato il presidente Ezio Iervelli. Rimarrebbe a disposizione solo la statale 80: «Troppo poco per la nostra economia, per il nostro settore che, coi sismi ed altro, ha creato con il territorio aquilano una notevole sinergia operativa; ci sono tante imprese che lavorano oltre il massiccio appenninico e viceversa».
La lezione che comunque i costruttori teramani hanno tratto da questi giorni di chiusura è che «il tunnel sia molto più importante e vitale per le relative economie dei territori di quanto avessimo potuto immaginare prima» continua Iervelli. «Certo, i lavori per la messa in sicurezza sono necessari ma bisogna che per le prossime volte si cerchi almeno di rendere la viabilità a doppio senso in una canna, altrimenti per il territorio sarà un disastro: in questi pochi giorni il senso unico alternato ha già cambiato abitudini ad imprese, lavoratori, studenti, pendolari. Se si dovesse ripresentare una chiusura simile sarebbe devastante per tutto il mondo economico». Iervelli afferma anche di non voler credere a rumors sempre più insistenti che «ventilano addirittura una chiusura totale, e non più di una canna sola, questa davvero provocherebbe un danno irreversibile per tutti noi, per il turismo d'estate, per tutto il mondo economico, anche perché la statale 80 da sola non è sufficiente a veicolare tutto il traffico con le varie esigenze: bisogna trovare un equilibrio" chiude l'Ance.
Alla luce della chiusura e dei futuri lavori, il presidente della Provincia, Camillo D'Angelo, ha attivato il tavolo di crisi: «Verranno invitati tutti gli attori del territorio che afferiscono al tunnel, intendiamo discutere di prospettive di lavoro per cercare di progettare assieme le svariate soluzioni. Mentre sull'ipotesi della chiusura totale di due-tre anni sarebbe davvero un lusso che non potremmo permetterci, un disastro totale per l'intera collettività».
COMMISSARIO
E sui lavori che il commissario straordinario per la sicurezza antisismica e il ripristino della funzionalità delle autostrade A24 e A25 dovrebbe portare nel traforo, il Parco del Gran Sasso-Laga nei suoi atti chiede atti chiari e appropriati. Già preoccupa il mondo dell'ambientalismo regionale il fatto che «in casi di ammanchi profondi e localizzati come riferisce il documento sugli interventi di messa in sicurezza di Corsini - si prevede una fresatura del rivestimento finalizzata alla rimozione della porzione superficiale ammalorata di 15-20 cm». In buona sostanza «le polveri potrebbero andare ad interferire col bacino acquifero» fa sapere Augusto De Sanctis di Forum H2O. Il Parco ha pertanto redatto un nulla osta con le sue prescrizioni: il rumore delle macchine deve essere contenuto; ci deve essere l'utilizzo di teli impermeabili; ma soprattutto l'esclusione di qualsiasi opera di drenaggio che di fatto sarebbe una nuova captazione (vietata dalla legge).

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