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Data: 23/08/2021
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Gli scienziati spingono per l'obbligo di vaccino: «Emergenza sanitaria» Abrignani (Cts): «Solo così potremo limitare la circolazione del virus»

Fabio Ciciliano (membro Cts) «Fondamentale prevederlo almeno per le fasce a rischio Ma la decisione è politica»


 
«Fondamentale prevederlo almeno per le fasce a rischio Ma la decisione è politica»

«In Italia le vaccinazioni obbligatorie esistono già per una serie di malattie. Ipotizzarle anche per il coronavirus non è sbagliato, sarebbe molto utile. In alternativa si può puntare su alcune categorie o fasce di età».
Fabio Ciciliano, medico, una vita nella Polizia di stato e nelle Protezione civile, è membro fin da inizio pandemia del Comitato tecnico scientifico. Anche secondo lui l'obbligo vaccinale è una strada percorribile.
Da Rasi a Toti a Musumeci, sia pure con sfumature diverse, in molti sostengono la necessità dell'obbligo vaccinale. Lei che cosa ne pensa?
«La massima copertura immunologica di una popolazione si ottiene quando è raggiungibile il più alto numero di vaccinati. Dal punto di vista tecnico, quindi, non si può non essere che assolutamente favorevoli alla vaccinazione. Anche attraverso l'obbligo vaccinale, meglio se per tutti, ad esempio come per alcune vaccinazioni che sono obbligatorie da molto tempo. Tra i 0 e i 16 anni c'è una lista di vaccini obbligatori, da quello anti polio a quello contro il morbillo, per fare solo due esempi. In alternativa, si potrebbero prendere in considerazione alcune fasce di popolazione: quelle più fragili o magari quelle maggiormente esposte al rischio di contagio, come è accaduto per il personale sanitario».
Visto che la campagna vaccinale ha rallentato non sarebbe questo l'unico modo per ridare una spinta poiché ci sono ancora 4-5 milioni di persone non protette nelle categorie più a rischio?
«Effettivamente si è registrata una notevole flessione proprio nelle fasce di popolazione maggiormente vulnerabili in caso di contagio. Ricordo che più del 97 per cento delle morti per Covid-19 è all'interno della fascia di età over 65. Se non bastasse, ricordo che, ad oggi, più del 95 per cento dei pazienti attualmente in terapia intensiva non è vaccinato, mentre il completamento del ciclo vaccinale protegge al 97 per cento dalla morte e al 95 dalla malattia grave. Non so quali altri dati possano essere più eloquenti di questi».
Avere collegato il Green pass anche ai test antigenici non ha ridotto la forza di convincimento a vaccinarsi di questo strumento?
«È stato necessario per evitare discriminazioni. Il Green certificate è un importante strumento di libertà in questa fase dell'epidemia. Chi non vuole vaccinarsi, effettua un tampone rinofaringeo per la ricerca del virus. E così ogni 48 ore se vuole conservare la validità continuativa del Green pass. È un giusto atto di tutela sanitaria collettiva. E lascia liberi di non vaccinarsi chi non vuole».
Come Cts ne avete discusso e avete una posizione? Sarebbe utile un obbligo per classi di età o per ruolo?
«Nel Cts se ne è parlato in diverse occasioni. La posizione comune è quella di velocizzare al massimo l'immunizzazione della popolazione, prima del ritorno alla vita ordinaria dopo le vacanze estive. Abbiamo sottolineato, ad esempio, l'importanza della copertura vaccinale ai docenti della scuola per proteggere se stessi e i nostri ragazzi e per evitare al minimo il ricorso alla didattica a distanza. L'esigenza stringente di raggiungere l'obiettivo può prevedere anche l'obbligo vaccinale per chi ricopra pubbliche funzioni. Ma queste decisioni spettano alla politica anche se ovviamente va tenuto conto dei tempi».

 
 

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