Data: 10/06/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Gli effetti Covid sul trasporto urbano. I bus? Solo per pochi: regole rispettate ma le fermate saltano. Tutti in mascherina e distanziati sui mezzi pubblici in città Attese troppo lunghe alle pensiline a causa dei posti limitati
PESCARA Sui bus tutti indossano la mascherina. Il distanziamento viene rispettato grazie anche ai sedili resi off limits dal divieto di sedersi. Pochi si proteggono con i guanti. Ed è scarso l'uso del gel disinfettante, messo a disposizione dalla Tua su ogni mezzo di trasporto in circolazione sul territorio. Purtroppo, a causa delle rigide norme anti-Covid, in molti rimangono a terra, a sbraitare e imprecare sotto le pensiline, perché quando il bus raggiunge quota 14 passeggeri, scatta la scritta luminosa "completo" sul display e nessuno viene più caricato a bordo. Chi rimane a piedi, deve attendere l'arrivo del mezzo sostitutivo chiamato immediatamente su richiesta degli autisti in servizio. Singolare il caso di qualche giorno fa sulla linea per Città Sant'Angelo, della donna che ha protestato piazzandosi davanti a un bus per evitare che partisse. La ragazza chiedeva di salire a bordo, dopo essere rimasta a terra tre volte, a causa dei mezzi sempre al completo. Le regole anticontagio fanno impazzire l'utenza del trasporto su ruota. I vertici di Tua si «scusano per i disagi procurati ai passeggeri», tra ritardi e persone che perdono anche più autobus nell'arco della giornata. Il viaggio del Centro sulla linea urbana 5 (terminal-zona ospedale-Colli), una delle più frequentate insieme al 38 che arriva a Cappelle sul Tavo e al 21 che porta a Francavilla, comincia alle 10,45 dal capolinea di piazza della Repubblica. E si conclude nello stesso punto, 46 minuti dopo. Roberta Giansante scenderà a via Di Sotto, ai Colli, ma intanto è al terminal che si lamenta: «Ho perso il pullman delle 10 e sto aspettando da 45 minuti per salire». La lunga attesa le ha fatto un po' perdere la pazienza: "Di questo passo ci passiamo le giornate ad aspettare un autobus e sul sito della Tua non sempre si trovano gli orari aggiornati». «Aggiornamenti non facili da attuare», spiegano da Tua, «considerando che molti mezzi vengono inviati in affiancamento all'ultimo minuto per colmare il problema delle capienze». La casalinga non indossa i guanti: «Sono recettori di batteri, meglio lavarsi continuamente con acqua e sapone». La pensa allo stesso modo Ariona, romena in attesa di un bimbo, che si siede al primo posto libero. Fruga dentro la borsa e tira fuori il gel disinfettante: «Lo porto sempre con me», assicura. Lungo il tragitto, l'unico passeggero ad usare l'igienizzante aziendale è Alessio Candeloro: «Mi disinfetto ogni volta all'ingresso e all'uscita, ho paura e rispetto le regole. Dovrebbero farlo tutti».Intanto il bus procede: corso Vittorio Emanuele, via Caduta del Forte. Alla fermata una passeggera agita le mani, ma l'autista tira dritto. Ha già raggiunto il limite di capienza e attivato il display. Via del Circuito. Via Fonte Romana. Gli utenti salgono e scendono, ma non tutti usano gli ingressi giusti, la porta posteriore per entrare e quella centrale per uscire. Si fa confusione e ci si incrocia, mandando all'aria il distanziamento. In via Colli Innamorati sale Alpha Ndoye, senegalese di 23 anni, che racconta la sua odissea: «Mi è capitato di rimanere a piedi, ho aspettato mezz'ora prima che arrivasse il bus suppletivo. Pazienza, però ho notato che la gente non rispetta sempre le regole. C'è chi si siede uno accanto all'altro, ma dovrebbe essere permesso solo alle famiglie».Gli autisti, barricati dietro le transenne di plastica colorata, ogni giorno combattono con balordi, drogati e anziani con problemi psichiatrici. Intanto sono le 11,31 e la linea 5 fa ritorno in stazione. È in ritardo. In pochi secondi carica a bordo sette persone e riparte a tutta birra.
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