Data: 22/10/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Giunta, Marsilio silura Febbo. Diktat dei salviniani dopo le sconfitte di Chieti e Avezzano. Oggi previsto vertice all'Aquila. Si ipotizza anche lo scambio con Sospiri (nell'esecutivo) e l'ex assessore alla presidenza.
L'AQUILA Gli intrighi politici hanno portato al verdetto sussurrato da settimane: Mauro Febbo non è più l'assessore alle Attività produttive e al Turismo della Regione Abruzzo. Il presidente Marco Marsilio ha firmato il decreto col quale l'ha rimosso dall'incarico assumendo temporaneamente le deleghe a lui attribuite. Marsilio ha ringraziato Febbo «per l'ottimo lavoro svolto e la collaborazione dimostrata in ogni momento, certo che saprà assicurare il suo contributo all'azione di governo dai banchi della maggioranza in consiglio regionale».Avallata dunque la richiesta della Lega che chiedeva la rimozione di Febbo (alla Regione in quota Forza Italia) colpevole coi suoi atteggiamenti di aver determinato la sconfitta ai ballottaggi nei Comuni di Chieti e Avezzano. In particolare, a Chieti ha fondato un polo civico con Alessandro Marzoli (Italia Viva) candidando a sindaco Bruno Di Iorio e non sostenendo Fabrizio Di Stefano al primo turno, dopo un braccio di ferro durato mesi. Se non per accordarsi con Di Stefano solo al ballottaggio. Mossa fallimentare per il centrodestra e indigesta per i salviniani. Alla Regione si apre la crisi - nel pieno di una pandemia - e la via per uscirne prevede quattro scenari, oggi sul tavolo della discussione politica all'Aquila, dove Marsilio incontrerà i coordinatori politici di Lega, FI e Fd'). Da tenere in viva considerazione la ripartizione delle poltrone a livello territoriale. Il primo scenario prevede una sorta di scambio di ruoli: Febbo torna a fare il consigliere regionale - nonché il capogruppo FI - e il "supplente" Daniele D'Amario potrebbe prendere il suo posto nell'esecutivo. Ma da esterno. E lo statuto regionale prevede che di esterni ce ne possa stare solo uno, casella attualmente occupata dal leghista Piero Fioretti, al momento del suo ingresso vicinissimo al parlamentare Bellachioma. Il quadro sarebbe complicato. Secondo scenario: un'intesa in maggioranza per modificare lo statuto e inserire altri esterni, ma i tempi sono lunghi (ci vorrebbe un doppio passaggio in consiglio). La terza ipotesi è sempre interna a Forza Italia: il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri potrebbe entrare in giunta e Febbo passare alla presidenza. La Lega accetterebbe al momento del voto? La quarta ipotesi porta a Umberto D'Annuntiis che da sottosegretario diverrebbe assessore, anche in questo caso con interrogativi perché D'Annuntiis negli ultimi mesi ha manifestato disagio all'interno di "questa" Forza Italia. E Febbo? Da dietro le quinte si gode lo spettacolo: nel suo nuovo ruolo di capogruppo avrebbe un potere politico non indifferente, un uomo grimaldello su tanti provvedimenti da varare nelle commissioni. La Lega ha fatto bene i propri conti?
L'irritazione di Forza Italia: «La Lega gioca allo sfascio» Il Pd: resa dei conti in piena pandemia CHIETI«Un gioco allo sfascio, quello della Lega». Non ha fatto polemiche Mauro Febbo, almeno pubblicamente, ma l'assessore disarcionato ha confidato ai suoi più stretti collaboratori tutto il suo malumore, mettendo nel mirino il coordinatore dei salviniani, Luigi D'Eramo, artefice della rimozione. Le uniche dichiarazioni ufficiali Febbo le ha inserite in una nota diffusa a mezz'ora di distanza da quella inviata dal presidente della Regione, Marsilio. «Dieci mesi fa», sottolinea l'ormai ex assessore alle Attività produttive, «quando comunicai a tutti i livelli la mia decisione di assumere una posizione elettorale civica nella mia città avevo tenuto conto che mettevo in discussione anche le mie ambizioni personali nell'interesse unico di Chieti. I fatti e il risultato elettorale mi hanno dato ragione, quello che mi rammarica è che di fronte alle conseguenze di una pandemia che sta colpendo il sistema sanitario nazionale, e mondiale, ed economico, regionale, nazione e mondiale, ci si concentrasse su queste problematiche e su come intervenire. Ne prendo atto e con serenità andrò a ricoprire il ruolo di presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, garantendo il mio impegno nell'interesse del nostro Abruzzo e della sua comunità».Forza Italia, con il suo coordinatore regionale, il senatore Nazario Pagano, si è dichiarata contro la decisione di Marsilio. «La decisione», sottolinea il leader azzurro in Abruzzo, «non può essere condivisa da Forza Italia. Si dovrebbe semmai riflettere collegialmente sulle scelte fatte in occasione delle recenti elezioni amministrative, dove gli errori di valutazione sono stati molteplici e di tanti. Basta guardare ai risultati del primo turno o alla contrarietà agli apparentamenti al ballottaggio, che venivano auspicati da Forza Italia e dallo stesso presidente Marsilio. Bisogna analizzare insieme gli errori fatti e cercare le vie per una ribadita e più forte coesione. Evitando rinnovati scontri che non sono utili all'azione amministrativa ma che insieme dobbiamo portare avanti al servizio dei cittadini. E l'assessore Febbo anche da questo punto di vista è una risorsa essenziale nel governo della Regione Abruzzo. Con lealtà, ma anche con fermezza, rappresenteremo questa posizione di Forza Italia al presidente Marsilio e alla coalizione, confermando stima e sostegno per l'assessore Febbo». E mentre Maurizio Acerbo di Rifondazione comunista esprime solidarietà a Febbo, le opposizioni in Regione vanno all'attacco del centrodestra. «La maggioranza Marsilio si è arresa ai diktat della Lega e dopo alcune settimane di stancheggio, sono arrivate puntuali le rese dei conti, per i tradimenti e le divisioni elettorali», sottolineano il capogruppo Pd in consiglio regionale, Silvio Paolucci, e il segretario regionale Pd, Michele Fina, «toccando il sensibilissimo assessorato alle Attività produttive dato il momento. Questa la priorità del governo regionale, in piena seconda emergenza epidemica». E se il deputato di Italia Viva, Camillo D'Alessandro, parla di «fallimento», il capogruppo dei 5 Stelle in Regione, Sara Marcozzi, stigmatizza il comportamento degli ex alleati al governo nazionale: «La rimozione di Febbo è la conclusione di giochi di poltrone già visti. Un autentico regolamento di conti interno in perfetto stile western nello scenario di Regione Abruzzo, costantemente svilita e calpestata da Lega, Fratelli d'Italia e FI per interessi campanilistici legati alle elezioni amministrative. È sempre più evidente come la giunta Marsilio ponga come primo obiettivo, e forse unico, quello di difendere gli interessi dei singoli partiti nell'incessante ricerca di un precario e inarrivabile equilibrio in maggioranza».
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