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Data: 07/04/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Gamba amputata a ragazza prosciolto l'autista del bus. Il pullman di studenti fu tamponato da un'Audi e si schiantò contro un albero

Il processo per la mancata strage a Caprara (un bus pieno di studenti si scontrò con un'auto) è finito con un "non doversi procedere": ha così sentenziato il giudice Francesca Manduzio nei confronti dell'autista di Tua e del funzionario della Provincia spediti alla sbarra per quell'incidente in cui rimase coinvolto un pullman carico soprattutto di studenti di cui fece purtroppo le spese una 17enne pianellese che, a causa dell'urto, si vide amputare parte della gamba destra e del piede sinistro. Una vicenda decisa dalla riforma Cartabia che per il reato contestato (il 590 bis ultimo comma, lesioni stradali colpose gravissime) impone la presentazione di una querela di parte, cancellando cioè la procedibilità d'ufficio. E nel frattempo chi è rimasto ferito in quel 17 settembre 2019 (anche una signora di 64 anni ricoverata in ospedale con due mesi di prognosi) è stato risarcito. Antonio Mosca, 60 anni, difeso dall'avvocato Loris Di Filippo, è l'autista del bus che viaggiava da Pescara in direzione di Pianella con transito a Caprara, frazione di Spoltore. Inizialmente non era stato indagato, ma a marzo 2022 la procura della Repubblica di Pescara ne aveva disposto, come da codice, il rinvio a giudizio davanti al giudice monocratico del tribunale di Pescara. Tra gli imputati anche Alberto Giancaterino, responsabile per la Provincia della vigilanza sulla manutenzione della strada e già vice sindaco di Penne: pure per lui è scattato "il non doversi procedere". Matteo Lazzarini, 40 anni, conducente dell'auto che viaggiava nel senso di marcia opposto al bus, aveva scelto il rito alternativo.
L'INCIDENTE A CAPRARA -  I due mezzi si incrociarono subito dopo una semicurva, lungo la strada provinciale 23. «Lazzarini, alla guida di un'autovettura Audi A3, a causa della velocità pari a circa 66 chilometri orari - sosteneva l'accusa - ma anche a causa delle non perfette condizioni di manutenzione della strada, sia per la presenza di folta vegetazione che invadeva la carreggiata, sia per il manto stradale usurato e quindi scivoloso, perdeva il controllo del veicolo e invadeva parzialmente la corsia di marcia opposta, andando ad urtare con la parte del parafango anteriore sinistro la parte laterale anteriore sinistra dell'autobus condotto da Mosca, con a bordo 43 persone, la maggior parte studenti».
L'autobus, «che a sua volta viaggiava ad una velocità di circa 36 chilometri orari, sempre a causa della vegetazione, non manteneva strettamente la destra». Il conducente dell'autobus, cercando di evitare l'impatto, sterzò improvvisamente: il mezzo della Tua, in pochi istanti, sbandò paurosamente e finì fuori strada. «L'autovettura proseguiva percorrendo 15,9 metri e arrestandosi sul margine esterno della propria corsia di marcia - aveva ricostruito il magistrato - mentre l'autobus andava ad impattare, dopo avere percorso 10 metri, con un albero ad ampio fusto, posto a meno di un metro di distanza dalla strada e privo di idonea protezione, che penetrava all'interno dell'abitacolo per una lunghezza di circa 1,90 metri». Una strage mancata: se la corsa del bus non fosse stata arrestata dall'albero, il mezzo sarebbe precipitato in un burrone.

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