CHIETI Il furgone parcheggiato in salita che si sfrena all'improvviso e raggiunge i binari della ferrovia, poco prima del passaggio di un treno. E il convoglio in arrivo che si trova davanti il Ducato, durante la corsa, e non può fare niente per evitarlo: lo urta, colpendolo allo spigolo posteriore, e lo danneggia. Una tragedia sfiorata. Poteva essere ben più grave il bilancio dell'incidente che si è verificato ieri, alle 14, nel territorio San Martino e Dragonara. Nessuno è rimasto ferito: sul furgone, che trasportava arnie piene d'api, in quegli istanti non c'era nessuno e sul treno della linea Pescara Sulmona, i 40 viaggiatori non hanno avuto ripercussioni a causa dello scontro, pur avendo subito disagi per il viaggio che è stato interrotto all'istante. Ma sarebbe bastato poco per uno scontro dalle conseguenze irreparabili.Il regionale 4180 diretto a Pescara centrale non ha proseguito la corsa, dopo lo schianto. E una volta segnalato l'incidente, sul posto è intervenuta la polizia ferroviaria di Pescara con la squadra volante e la polizia scientifica di Chieti, nonché i vigili del fuoco di Chieti e Pescara che hanno fatto arrivare dal capoluogo adriatico una gru per la rimozione del furgone, avvenuta nelle ore successive. Sul posto anche i tecnici di Rfi. Inevitabile, con la disalimentazione della linea, la sospensione del traffico tra Pescara e Chieti e la riprogrammazione del trasporto regionale. I treni in arrivo da Chieti sono tornati indietro mentre quelli per Roma sono stati sostituiti con degli autobus. Lo stop è andato avanti a lungo, per consentire i rilievi e quindi i primi accertamenti sulla dinamica. Solo alle 16.30 la circolazione è ripresa normalmente. Ora si dovrà capire cosa sia accaduto di preciso al furgone che, a quanto pare, era stato lasciato in un punto adiacente alla ferrovia, in salita, con il freno a mano tirato. È evidente che il freno non ha retto ed è finito dalla strada nell'area che costeggia i binari, coperta da vegetazione.Da definire le responsabilità dell'incidente che ha fatto temere il peggio.