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Data: 17/09/2019
Testata Giornalistica: PRIMO PIANO MOLISE

Ferrovie regionali, troppe criticità: i sindacati chiedono un confronto con ToMa e Niro. La Triplice propone un tavolo tecnico-politico

 CAMPOBASSO. Gioie (poche) e dolori (parecchi) del trasporto su rotaie. Un lungo elenco di criticità quello stilato dalle organizzazioni sindacali che hanno ripreso carta e penna per sottoporre all'attenzione dell'assessore regionale competente, Vincenzo Niro, la richiesta di un tavolo tecnico-politico, che consenta a tutte le parti interessate di poter aprire un confronto sui temi che sono parecchi e tutti dirimenti. A partire dalle possibilità occupazionali in itinere, per arrivare a quello dell'urgenza di ammodernare le infrastrutture ferroviarie, passando per il superamento del binario unico e la progressiva elettrificazione della tratta, l'eliminazione dei passaggi a livello, gli investimenti, le clausole del contratto di servizio per finire alla riorganizzazione della rete di vendita che ha trovato il suo culmine con la chiusura, decisa a tavolino, della biglietteria della stazione di Isernia. Il promemoria di Franco Rolandi (Filt Cgil), Antonio Vitagliano (Fit Cisl) e Carmine Mastropaolo (Uiltrasporti) è utile per condividere preoccupazioni e necessità, per affrontare le criticità diffuse di un sistema di trasporto che entra quasi quotidianamente nelle cronache per i disservizi, i disagi patiti dagli utenti, i ritardi e gli stop forzati dei treni regionali. «Una lista lunga - rimarcano i sindacati - che non può che cominciare dalla riapertura della tratta ferroviaria Termoli-Campobasso, servizio incredibilmente sospeso il 9 dicembre del 2016 al termine di una serie di investimenti e di lavori di potenziamento infrastrutturale effettuati sulla linea ». Il ripristino della tratta era stato annunciato e atteso viste anche le condizioni dell'unica strada alternativa alle rotaie, cioè la Bifernina. «Ma esistono ulteriori tratte che nel tempo hanno purtroppo subìto la stessa sorte: la Benevento- Campobasso (sospesa nel 2013 e riattivata parzialmente nel 2017 solo per finalità turistiche) e la Isernia-Sulmona, più nota come la Transiberiana d'Italia. La linea in questione - sottolineano i rappresentanti sindacali - è pressoché inutilizzata se si esclude la tratta Sulmona- Carpinone il cui percorso è attualmente utilizzato unicamente dai treni storici della Fondazione FS in grado di attirare turisti da ogni parte d'Italia ». Il «treno dei desideri» non può prescindere dalla indispensabile elettrificazione della tratta e dal superamento del binario unico, presente sul 91% delle rete ferroviaria molisana e anche e soprattutto nel tratto Termoli-Lesina, una sorta di «strozzatura» che ha effetti sul trasporto su rotaie di tutte le regioni adriatiche. «Sempre in tema di interventi infrastrutturali ferroviari - ricordano ancora i sindacalisti della Triplice - ampiamente annunciati, si attendono risposte e tempi certi rispetto ai lavori di elettrificazione della tratta Roccaravindola-Campobasso, ai lavori concernenti la metropolitana leggera tra Matrice e Bojano e al piano regionale riguardante la progressiva eliminazione e sostituzione dei passaggi a livello». Altro tasto dolente è quello che riguarda gli impegni sottoscritti da Trenitalia con la Regione attraverso un contratto di servizio, siglato nel 2017 e valido fino al 2023, per un totale di 223 milioni con la previsione di investimenti sul materiale rotabile ormai non più procrastinabili. «Il Molise, anche su tale versante, è collocato negli ultimi posti di una ipotetica classifica delle regioni italiane che tiene conto della vetustà del materiale rotabile visto che l'età media si attesta sui 17 anni - spiegano Rolandi, Vitagliano e Mastropaolo -. La Regione Molise, in sinergia con altre che si affacciano sull'Adriatico e che non dispongono della rete di alta velocità, dovrebbe pretendere dalle Ferrovie dello Stato un servizio più capillare di treni soprattutto in alcune fasce della giornata nelle quali il servizio è clamorosamente assente: ci riferiamo alla mancanza di treni a lunga percorrenza direzione nord-sud nella fascia antimeridiana». Fra le clausole contrattuali condivise tra Trenitalia e la Regione Molise c'è anche la previsione di una riorganizzazione della rete di vendita che riguarda, nello specifico, la questione delle biglietterie che si trovano all'interno delle stazioni ferroviarie. «La chiusura della biglietteria di Isernia, avvenuta peraltro senza la consultazione delle parti sociali e dei rappresentanti dell'utenza, è un atto gravissimo di arroganza e di scarsa attenzione alle necessità della popolazione locale e di un capoluogo di Provincia». Ultimo, ma non per l'ultimo, l'aspetto legato alle possibilità occupazionali che si aprono con le immissioni di nuovo personale nel gruppo Ferrovie dello Stato. Per i referenti delle organizzazioni sindacali di settore si tratta, naturalmente di un aspetto non secondario. Sono circa 4.000 le nuove assunzioni presso il gruppo nei settori legati al trasporto ferroviario, alla logistica, al Polo Mercitalia per il trasporto commerciale su ferrovia e nel trasporto pubblico locale. «Riteniamo che anche il Molise debba aspirare a legittime aspettative in termini di risposte occupazionali e che si debba immediatamente arrestare ed invertire un trend negativo che oggi vede le nuove immissioni di personale che si registrano nella nostra regione, riconducibili a cittadini che risiedono quasi esclusivamente in altre realtà regionali limitrofe. In definitiva - concludono Rolandi, Vitagliano e Mastropaolo - stiamo parlando di un quadro assai desolante con il quale gli utenti delle ferrovie molisane convivono sin dall'inaugurazione della galleria di Rocca d'Evandro. Da allora, un continuo decadimento fatto solo di tagli, chiusure di linee e disservizi. È quanto mai doveroso pretendere una drastica inversione di tendenza che restituisca buone notizie e il sorriso a chi intende muoversi con il treno».


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