POPOLI Fuori dai centri abitati ma non al punto di escluderne completamente qualcuno. Il percorso alternativo della ferrovia veloce Pescara-Roma, che sindaci e comitati cittadini propongono per i loro territori, salva ben poco del progetto di Rfi. Quella linea, che sulla mappa attraversa Chieti, San Giovanni Teatino e poi Manoppello, Alanno e Scafa corre vicinissima alle abitazioni che in alcuni casi dovrebbero essere abbattute, per amministratori e residenti andrebbe spostata. A Popoli, invece, hanno il problema opposto: con la realizzazione del tunnel sotto al Morrone perderebbero la stazione. Da qui le proposte. A Manoppello il Comitato Comferr, presieduto da Iolanda Romano, sostiene «l'adozione della variante che consentirà di bypassare i centri abitati di Brecciarola e di Manoppello, evitando il previsto abbattimento delle abitazioni nei due Comuni e garantendo il rispetto della qualità della vita e del tessuto urbano esistente».
POPOLI SI MOBILITA C'è movimento anche a Popoli dove ieri il problema è stato discusso in un consiglio comunale straordinario richiesto dal gruppo di minoranza Popoli Democratica. «Il nuovo tracciato sostengono i consiglieri che propongono un percorso alternativo lato Bussi taglierebbe completamente fuori Popoli e la sua stazione e, considerato che siamo interessati da un processo di declino demografico ed economico, restare tagliati fuori significherebbe accelerare un declino inesorabile. Ma il problema più grande è il disastro ambientale che si andrebbe a creare se non ci battiamo per evitare la realizzazione della galleria di undici chilometri proposta sotto il Morrone per l'ingresso in Valle Peligna». Un intervento «pericoloso da scongiurare ad ogni costo» per il sindaco Dino Santoro che ricorda che il tratto di Popoli non è previsto nell'accelerazione per attingere al Pnrr. «Sto cercando di saperne di più riferisce Santoro ma di certo ci difenderemo a spada tratta».
I TIMORI DEL WWF In difesa del territorio popolese e delle sue acque interviene il Wwf Chieti-Pescara: «Ci preoccupa in particolare - dichiara la presidente Nicoletta Di Francesco - l'ipotesi di scavare gallerie al di sotto del Morrone che è una montagna ricca di acqua. Il nostro timore è che con la scarsità di acqua che abbiamo si vada a intaccare un serbatoio naturale prezioso sia per la Val Pescara sia per Popoli».
Sulla nuova linea ferroviaria Italia Nostra lancia un vero e proprio allarme: «Il nuovo tracciato previsto intercetta trasversalmente il flusso della grande falda idrica del Monte Morrone che alimenta 37 sorgenti tra cui quelle del Giardino». Il traforo del Gran Sasso insegna.