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Data: 06/05/2020
Testata Giornalistica: ABRUZZOWEB
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Fase 2: pendolari L'Aquila-Roma, «Oggi a piedi, domani senza lavoro»

L'AQUILA - Solo tre corse per tutta la giornata, gravi difficoltà di prenotazione dei biglietti e il rischio concreto di perdere per sempre il posto di lavoro.

Un avvio della Fase 2 drammatico per i pendolari della tratta L'Aquila-Roma che avevano già dovuto fare i conti con la razionalizzazione dei costi - approvato dalla Regione Abruzzo ed applicato dalla Tua, la società unica di trasporto abruzzese - con il passaggio delle corse da Tpl a commerciali, con soppressione e accorpamento delle corse, che hanno visto la situazione precipitare ulteriormente con l'inizio della pandemia Coronavirus e che ora rischiano di restare a piedi con le nuove norme imposte dal distanziamento che hanno limitato notevolmente il numero dei posti all'interno degli autobus.

A lanciare l'allarme nei giorni scorsi era stato lo stesso presidente della Tua, Gianfranco Giuliante: "Aspettiamo con preoccupazione 'il 4 maggio' e speriamo naturalmente di sbagliare. Ma su un dato abbiamo certezza: al caos non si potrà rispondere a caso. Il numero degli autobus è finito, il numero delle utenze è superiore alla capienza imposta, molti rimarranno a piedi con possibilità di assembramenti diffusi e con conseguenze non auspicabili".

E in questi primi giorni della Fase 2, seppur in numero ridotto, sugli autobus si è già registrata qualche presenza in più.

"E' l'ennesima emergenza nell'emergenza e i pendolari che studiano, lavorano e si curano nella Capitale rischiano una volta di più di vedere per sempre stravolte le loro vite, con la paura più che mai concreta di non farcela", denuncia l'avvocato Donatella Sarra, portavoce del Comitato pendolari.

Solo 12 posti disponibili sugli autobus, per una tratta che ogni giorno richiama decine e decine di viaggiatori: "In pratica, se a marzo il servizio era ridotto per la cancellazione delle corse, ora che inizia la fase 2 è praticamente azzerato, per la limitazione dei posti", lamenta uno di loro.

Con orari che, secondo i pendolari, non tengono conto delle esigenze lavorative: si parte dall'Aquila alle 5.30, alle 10.30 e alle 13.15 dal lunedì al venerdì; il sabato alle 8; domenica e festivi alle 10.15. Il ritorno è previsto invece alle 7.30, 15.15 e 17.15 dal lunedì al venerdì; alle 13.30 il sabato, domenica e festivi.

"L'ultima 'occasione' per tornare è alle 17, chi lavora come dovrebbe fare? - chiede Sarra - Fino ad oggi si è viaggiato poco e per quanto gli orari siano insufficienti nessuno è rimasto a piedi per carenza di posti, almeno fino ad oggi. Infatti con la nuova fase è aumentato di poco il numero dei passeggeri e due di loro sono stati costretti ad andare in auto. Altri invece, proprio a causa degli orari mi hanno spiegato di essere stati costretti a viaggiare con mezzi propri per tre volte a settimana e hanno stimato un costo di circa 500 euro al mese, tra pedaggio autostradale e benzina. Tra i pendolari ci sono anche molti lavoratori precari che queste spese proprio non potrebbero sostenerle ma non è esente da rischi neanche chi ha un lavoro stabile. Tanti cominciano a temere di non farcela più".

Come spiega un altro pendolare, "le condizioni attuali non mi permettono di viaggiare con il bus (nonostante sia abbonato per tutto l'anno) in quanto avrei bisogno di un autobus sicuramente dopo le 17.15 e in alcune circostanze dopo le 20, con l'orario di andata sempre alle 5.30".

Ma non basta la carenza dei posti perché, come aggiunge Sarra: "C'è anche il solito problema delle prenotazioni, anche con questa nuova app che avrebbe dovuto facilitare il percorso, evitando anche le code alle biglietterie, come auspicabile nell'ambito di un'organizzazione anti-contagio. Eppure è impossibile prenotare su internet o su applicazione, è inimmaginabile riuscire a parlare con qualcuno al telefono".

Un tema delicatissimo, insiste Sarra, "sul piatto ci sono le vite degli aquilani, degli abruzzesi delle aree interne, già duramente provati su più fronti, l'ultimo è quello dell'emergenza sanitaria. Questa situazione dimostra ancora una volta come queste corse non si devono toccare, che si deve riportare la tratta a Tpl, non c'è alternativa, è l'unico collegamento che abbiamo".

Sarra si dice disposta a tendere una mano alla Tua: "Possiamo solo immaginare le difficoltà e comprendiamo le posizioni del presidente Giuliante che per primo ha evidenziato le criticità che si sarebbero venute a creare. Siamo disponibili a collaborare in ogni modo per concertare delle soluzioni".

Tra le richieste quella di un tavolo tecnico con Regione e Tua per definire passo passo le scelte da fare per Fase 2 e 3; corse adeguate nelle ore del pendolarismo; numero posti sufficienti; sicurezza sanitaria nelle banchine e sui pullman; rispetto dei normali tempi di percorrenza; mezzi efficienti; sistemi di prenotazione e acquisto on line efficienti; sistemi di comunicazione efficienti; numero verde funzionante".

"Evidenzo come questa emergenza abbia portato a galla il grave errore commesso nel declassare la tratta a 'commerciale'. Che cosa ha intenzione di fare la Regione? Lo chiederò in una lettera aperta al presidente Marco Marsilio e questa volta ci dovranno rispondere", conclude Sarra.


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