Pierluigi Biondi da quattro anni è sindaco de l'Aquila, una delle capitali delle aree interne italiane e fra le più belle città dell'Italia centrale.
Sindaco, che contributo può dare L'Aquila alla questione Centro Italia?
«L'Aquila è nel centro' del Centro Italia. Lo stress test' del terremoto con cui ha dovuto fare i conti il 6 aprile 2009 ha imposto una radicale rivisitazione delle politiche di sviluppo. Nasce così, il 23 novembre 2019, la Carta dell'Aquila, il manifesto delle città medie delle aree interne. Quattro città medie, che insistono nell'area appenninica e hanno subìto, in diversi momenti storici, una catastrofe naturale, hanno definito strategie di rilancio sugli assi turismo, cultura, formazione e innovazione».
Voi siete uno snodo fra il Tirreno e l'Adriatico. Avete proposte per le infrastrutture interregionali fra Lazio, Toscana, Marche, Umbria e Abruzzo?
«Velocizzare la tratta su ferro Roma-Pescara e quella che collega L'Aquila con Rieti e Sulmona, completare la L'Aquila-Amatrice e la Pedemontana Ascoli-Teramo, promuovere interventi per superare il gap dell'esclusione dalla reti Ten-T, anche attraverso i fondi del Recovery Plan, sono temi al centro dell'agenda politica abruzzese. Allargare questo scenario e renderlo interregionale è fondamentale».
Come sviluppare il tema del turismo a livello di macroarea centrale?
«Puntando sui tantissimi elementi qualitativi di cui sono ricche le regioni del Centro Italia. Solo nel 2020 il Gran Sasso ha fatto registrare il numero record di 100mila presenze. La nostra è una terra in cui le antiche tradizioni come la Perdonanza celestiniana, riconosciuta patrimonio immateriale culturale dell'Umanità Unesco - sono tenute vive in luoghi bellissimi. Collegare queste qualità ai flussi delle grandi città aumenterebbe il valore aggiunto dell'intera macroregione».
A che punto siamo con progetti digitali nella vostra area e avete richieste o proposte sul tema sempre nel quadro della macroregione?
«Non partiamo da zero. All'Aquila, forti anche del processo di sperimentazione 5g, abbiamo risposto al bando del Mise sulla creazione della Casa delle tecnologie emergenti. Il mese scorso abbiamo costituito una fondazione, con un Università e Gran Sasso Science Institute, che darà vita al collegio di merito più grande d'Italia: uno studentato diffuso aperto alle ragazze e ai ragazzi più brillanti. Sarebbe utile mettere in comune queste esperienze e svilupparne di nuove nel quadro di una collaborazione interregionale».
Come creare una strategia comune fra aree interne a quelle costiere per trainare lo sviluppo dell'Italia Centrale?
«La complementarietà tra aree montane e costiere che va compresa nell'agenda del piano di ripresa. L'obiettivo è ristabilire equilibrio e dare nuovo slancio a quelle esperienze che nel tempo hanno reso attrattive le aree interne in tutti i settori dell'economia e della cultura».