Viaggiare in aereo è sempre più sicuro in Abruzzo, grazie all'intensa attività di controllo e monitoraggio dei sanitari della Asl di Pescara. Impegnati giorno e notte, con l'ausilio di nuovi medici, infermieri e tecnici assunti di recente, per effettuare i tamponi a tutti i passeggeri in arrivo da Inghilterra e Belgio. E, contrariamente a quanto si possa immaginare, su ogni aereo viaggiano in media un centinaio di passeggeri. Un grande lavoro per i sanitari dell'ospedale di Pescara, che fortunatamente registrano una bassa percentuale di passeggeri positivi. «È un lavoro molto impegnativo per la nostra equipe - conferma Ildo Polidoro, direttore dell'Unità operativa complessa di Medicina legale della Asl di Pescara -, anche perché è aumentata la frequenza settimanale dei voli provenienti da Charleroi e Stansted, e in media ogni volo trasporta un centinaio di passeggeri. Stiamo lavorando con grande spirito di abnegazione: i nostri turni iniziano al mattino e terminiamo di lavorare alla due di notte, perché dopo aver effettuato i tamponi, dobbiamo procedere all'inserimento dei dati da trasmettere al laboratorio che processa i tamponi».
Fortunatamente i positivi intercettati, come conferma Polidoro: «Sono pochi, l'incidenza è bassa. Ma i controlli vanno fatti e i passeggeri provenienti da Inghilterra e Belgio hanno l'obbligo di osservare la quarantena fiduciaria, fino all'esito del tampone». Ma come avvengono i controlli nello scalo abruzzese? «Abbiamo chiesto alla Saga - continua il primario di Medicina Legale - di disporre un percorso di check out, simile al check in, per monitorare i passeggeri. Innanzitutto devono consegnare un'autocertificazione dove indicano le loro generalità, i recapiti, e dove alloggeranno o risiederanno in Italia, compreso il tracciamento dei contatti delle ultime 48 ore. Poi vengono effettuati i tamponi, a cui è obbligatorio sottoporsi, ai sensi del Decreto. E' a discrezione solo del medico di turno valutare se non sottoporre ai tamponi i passeggeri che hanno già un tampone negativo, effettuato con il metodo classico della Pcr, entro le 48 ore antecedenti l'arrivo in Italia. Non sono considerati validi i tamponi rapidi o i test sierologici. È un lavoro impegnativo, detta così sembra facile, ma non lo è, perché ai tempi delle procedure, di circa due ore, si sommano quelli molto lunghi richiesti per l'inserimento e la trasmissione dei dati al laboratorio. Poi c'è anche qualcuno che si rifiuta di sottoporsi al tampone. È capitato a me, una famiglia inglese in transito a Pescara, non ne voleva sapere, poi io ho spiegato loro che sottoporsi al tampone non solo era obbligatorio, ma di vitale importanza per loro». Insomma, come se di pensieri non ne avessero già abbastanza, ai medici della Asl di Pescara in servizio in aeroporto, un piccolo ed efficiente esercito, tocca pure fare gli psicologi. Un aspetto da ricordare quando l'emergenza sarà passata.