Le misure di precauzione per il Sars Cov 2 sembrano viaggiare a correnti alterne. Mentre aumenta il numero dei contagiati e si invitano le persone ad evitare assembramenti, sui treni invece da ieri è possibile stare seduti vicini, gli uni accanto agli altri. Frecciargento e Frecciarossa di Trenitalia e i treni di Italo, infatti, hanno deciso che sui treni a lunga percorrenza si viaggia al 100% dei posti. Nessuna decisione arbitraria, però.
IL DPCM DI LUGLIO Il dpcm del 14 luglio infatti disponeva infatti la possibilità di far viaggiare i treni a piena capacità. Sempreché però prima venga misurata la temperatura corporea e i passeggeri esibiscano un'autodichiarazione per certificare di non aver avuto contatti con persone contagiate dal Covid. Poi ovviamente è obbligatorio l'uso della mascherina, da sostituire dopo 4 ore. In realtà, già da diversi giorni il ministero dell'Interno aveva provato a proporre a Trenitalia e ad Italo soluzioni di compromesso. Ma non è bastato.
E dire che proprio in questi giorni è stato pubblicato uno studio su Clinical Infectious Diseases' in collaborazione con l'Accademia cinese delle scienze, la China Academy of Electronics and Information Technology e il Chinese Centre for Disease Control and Prevention proprio sui rischi di contagio sui treni. Secondo i ricercatori, in sostanza, il rischio aumenta per ogni ora di permanenza.
Inoltre, i passeggeri che viaggiano in posti direttamente adiacenti a un paziente hanno il più alto livello di trasmissione, con una media del 3,5% di contrarre la malattia. Per quelli seduti sulla stessa fila, il dato è dell'1,5%.
La decisione di viaggiare a capienza completa ovviamente non è affatto piaciuta agli esperti. «Anche se previsto dal dpcm, le evidenze scientifiche attuali ci dicono che non è possibile viaggiare in nessun mezzo sia esso aereo, pullman, treno, se non c'è distanza di sicurezza - afferma Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e ordinario di Igiene generale e applicata all'Università Cattolica di Roma -. Questo virus ha una capacità di diffondersi non soltanto attraverso il dropplet, ma anche attraverso aerosol. Quindi è importantissimo mantenere la distanza di sicurezza. E non è possibile mantenerla in un treno che abbia saturato il 100 per cento dei posti».
Come se non bastasse, in alcune Regioni si sta cominciando a far viaggiare al massimo della capienza anche per il trasporto locale. In Lombardia, per esempio, per quanto riguarda i mezzi autofilotranviari di trasporto pubblico locale interurbano è consentita l'occupazione del 100% dei posti a sedere e del 50% dei posti in piedi; lo stesso vale per i mezzi metropolitani, bus e tram urbani e per i treni utilizzati per i servizi ferroviari di trasporto pubblico regionale. «Di questo argomento, ma relativamente al trasporto locale non a lunga percorrenza - continua Ricciardi - è stato investito il Cts e ora auspico che si muova per valorizzare le evidenze scientifiche che parlano di un rischio per il trasporto a lunga percorrenza. Si confida che verranno fornite indicazioni affinché le autorità competenti possano correggere questa disposizione, che alla luce dell'evidenza scientifica è pericolosa».
LE REAZIONI La decisione di Trenitalia e di Italo coglie di sorpresa gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico. «Il Cts non è stato consultato nel merito - afferma Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico Scientifico -. Da un punto di vista medico scientifico vanno sempre rispettati i principi cardine fra i quali rientra il mantenimento del distanziamento interpersonale. Questa scelta di Trenitalia e di Italo genera significative preoccupazioni e perplessità».