BRUXELLES — «Vediamo alcuni rischi in alcuni Stati membri ed è per questo che chiediamo di accelerare l’attuazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza». Parla il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis a un gruppo ristretto di meda europei, tra cui il Corriere della Sera, nel giorno in cui la Commissione Ue ha presentato le Raccomandazioni specifiche per Paese, che gli Stati membri dovranno tenere presente quando prepareranno le leggi di bilancio per il 2024. «È importante impegnarsi e assicurarsi che i Pnrr siano attuati correttamente — prosegue Dombrovskis — perché c’è la scadenza della fine del 2026. E direi che è molto improbabile che questa scadenza venga prorogata, perché richiederà una decisione unanime degli Stati membri che coinvolgerà nella maggior parte dei casi, in quasi tutti i casi, una procedura parlamentare. Quindi è qualcosa che sarebbe molto difficile. Pertanto, il nostro messaggio agli Stati membri è di concentrarsi sull’attuazione dei piani e non su una sorta di estensione delle scadenze».
Quanto vi preoccupano i ritardi dell’Italia nell’attuazione del Pnrr? Cosa frena il pagamento della terza tranche?
«L’Italia ha già ricevuto due pagamenti e stiamo verificando la richiesta della terza tranche. È importante che l’attuazione continui e che non ci siano ritardi. Nelle nostre raccomandazioni spieghiamo che è importante rafforzare la capacità amministrativa, in particolare a livello subnazionale, per consentire un’attuazione continua, rapida e costante del Pnrr. È importante per l’Italia presentarci il piano rivisto con il capitolo RePowerEu per assicurarne l’attuazione, senza abbassare l’ambizione complessiva del piano e senza rallentarne l’attuazione».
L’Ue come può aiutare l’Italia nell’affrontare l’emergenza in Emilia-Romagna?
«L’Ue sostiene l’Italia nel fronteggiare questo disastro naturale.Il meccanismo europeo di protezione civile è già stato attivato e diversi Paesi stanno offrendo il loro sostegno sul campo. Inoltre il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze è in costante contatto con le autorità italiane. Dal punto di vista del sostegno finanziario, abbiamo un’area dedicata ai soccorsi post-catastrofe: c’è il Fondo europeo di solidarietà che può fornire sostegno all’Italia se ne fa richiesta e ci sono ingenti fondi disponibili per l’adattamento dei Paesi al cambiamento climatico e per la riduzione dei rischi geologici nell’ambito della politica di coesione e del Pnrr».
Come può l’Italia limitare la spesa primaria netta e al contempo fare gli investimenti necessari per la transizione verde e digitale?
«La nostra raccomandazione fiscale per l’Italia è un miglioramento del saldo strutturale dello 0,7% del Pil, che si traduce in un aumento della spesa primaria nazionale dell’1,3%. Quindi, come limitare questo aumento? La prima cosa che raccomandiamo, analogamente ad altri Paesi, è di ridurre le misure di sostegno all’energia e di utilizzare i relativi risparmi per ridurre il deficit pubblico. Un altro punto importante per gli investimenti è garantire una rapida attuazione del Pnrr. L’Italia è il più grande beneficiario in termini assoluti della Recovery and Resilience Facility (lo strumento principale di Next Generation Eu che alimenta i Pnrr, ndr) , sono disponibili ingenti somme di denaro e l’Italia ha indicato anche l’interesse a ricevere ulteriori prestiti da questo strumento. Ma è importante che i progetti di investimento siano attuati in modo sicuro e con zelo: una forte attenzione all’attuazione del piano aiuterà con la transizione verde e digitale».
Vi preoccupa il progetto di autonomia regionale dell’Italia? C’è un passaggio nelle raccomandazioni.
«Non ci intromettiamo nelle questioni costituzionali degli Stati membri, che devono essere discusse e decise dagli Stati membri. Non è una questione che riguarda la Commissione quando discutiamo, ad esempio, dell’attuazione del piano di recupero e resilienza. In effetti, abbiamo sottolineato la necessità di garantire un’adeguata capacità amministrativa, inclusa nelle Regioni».
Diversi Paesi stanno chiedendo un rallentamento delle proposte legislative relative al Green deal per tenere conto delle necessità dell’industria.
«È chiaro che dobbiamo prestare attenzione alle nostre industrie, alla competitività e, più in generale, alla nostra competitività economica. Di recente abbiamo presentato la Comunicazione sulla competitività a lungo termine dell’Ue in cui valutiamo i fattori di competitività e come possiamo garantire una posizione più forte, perché è vero che, ad esempio, la crescita della produttività lorda nell’Ue è stata più lenta rispetto alle altre principali economie. È importante che si tenga conto degli effetti delle nostre iniziative politiche».