Gallucci batte Tua in Tribunale, con il risultato che la società di trasporto pubblico regionale rischia di pagare due canoni di affitto: a Gallucci fino a febbraio 2023, data di scadenza naturale del contratto, e quello stipulato con il proprietario del nuovo distretto allo Scalo. Il Distretto di Gallucci in via dei Peligni a febbraio del 2020 venne smantellato da Tua che ha ritenuto di esercitare il diritto di recesso che Gallucci, quale proprietario dell'immobile, ha contestato. La vicenda giudiziaria trae le mosse da quello che Vincenzo Gallucci e il suo legale, l'avvocato Alessandro De Iuliis, ritengono sin dall'inizio una sorta di atto arbitrario, ovvero il recesso ad nutum (cioè privo di spiegazioni) dal contratto di affitto da parte di Tua del distretto in via dei Peligni: atto arbitrario perchè nel contratto stipulato a suo tempo, come ha sempre sottolineato l'avvocato De Iuliis, era intervenuta una modifica, a firma dell'allora presidente dell'Arpa, che ha cancellato la clausola che conferiva alla società il diritto di recedere ad nutum. Ma Tua è decisa ad andare avanti per la sua strada e promuove l'offerta reale, con Gallucci che, forte della modica contrattuale, rifiuta ritualmente la riconsegna da parte dell'ufficiale giudiziario dell'ex Distretto.
Il caso finisce davanti al giudice monocratico di Chieti che respinge l'offerta reale accogliendo la tesi dell'avvocato De Iuliis, e condannando la Tua alle spese. Contro il rifiuto, allora, Tua presenta reclamo alla Corte d'Appello che però lo ritiene inammissibile trattandosi di materia cautelare. E così la società presenta il reclamo al Tribunale di Chieti che, ancora una volta, accoglie la tesi dell'avvocato De Iuliis, e dichiara il reclamo inammissibile per tardività perchè presentato oltre il termine perentorio di 15 giorni. Oggi, dunque, resta sul tavolo la decisione del giudice Nicola Valletta che, nell'ambito della procedura di riconsegna reale dell'immobile avviata da Tua, respinse la nomina del sequestratario ovvero di colui che viene nominato per custodire l'immobile fino a quando non si decide chi ha ragione fra conduttore e locatore. Di fatto e di diritto a questo punto la struttura di Gallucci rimane in capo alla Tua perchè il contratto è vivo, e la società deve pagare l'affitto fino a febbraio 2023 dal momento che non poteva recedere senza spiegare perchè: avrebbe potuto farlo solo per gravi motivi che però Tua non ha mai indicato.