STRASBURGO Il progetto di bilancio 2020 non è in linea con le regole del deficit, del debito e neppure rispetta il parametro della spesa pubblica. Tuttavia la Commissione Ue non chiede correzioni come accadde l'anno scorso. Invece, si appresta a mettere l'Italia sotto osservazione costante «nel corso del semestre europeo», ha indicato il responsabile degli Affari economici Pierre Moscovici. È questo il senso della lettera inviata dalla coppia Moscovici-Dombrovskis (il secondo sarà vicepresidente esecutivo nella nuova Commissione) al ministro dell'economia Gualtieri. Una lettera cui il Tesoro risponderà entro stasera come richiesto. Per la finanziaria le cose per Bruxelles fileranno più o meno lisce a patto che il progetto di bilancio non venga deformato in Parlamento.
E non è un caso che il premier Conte prima reagisca indicando: «Daremo alla Ue tutti i chiarimenti, non siamo preoccupati». Poi, nel tardo pomeriggio, aggiunga: «Chiamerò tutte le forze politiche alle loro responsabilità. Sono giuste le proposte migliorative dei parlamentari, ma la legge di bilancio non può essere stravolta». E così Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia: «I margini per le modifiche sono strettissimi».
Il primo ostacolo è stato superato. Spiega Moscovici: «Nessuna crisi con l'Italia sul bilancio, non chiediamo cambiamenti degli obiettivi, una modifica non è assolutamente ciò che la lettera indica, se avessimo dovuto chiederla lo avremmo scritto, ciò che abbiamo fatto un anno fa non è ciò che abbiamo fatto adesso». E poi: «Ci aspettiamo che la lettera sarà presa molto sul serio, abbiamo evidenziato dei segnali di allerta: c'è un rischio serio di deviazione significativa (rispetto agli impegni ndr); non traiamo conclusioni di tipo procedurale, chiedendo di rimettere in causa questa o quella cosa, ma il caso Italia sarà esaminato nella ulteriore procedura del semestre europeo». Dunque, «avremo occasione di riparlarne nel semestre europeo».
LA MISSIVANella breve lettera Bruxelles chiede «ulteriori informazioni sulla precisa composizione dei cambiamenti del bilancio strutturale e sugli sviluppi della spesa previsti per il 2020». Ciò per «determinare se c'è un rischio di una deviazione significativa dall'aggiustamento di bilancio raccomandato nel 2020 e negli anni 2019 e 2020». Il peggioramento del deficit strutturale l'anno prossimo e l'aumento del tasso di crescita della spesa pubblica primaria «appaiono non essere in linea con i requisiti di politica di bilancio indicati dal Consiglio del 9 luglio 2019». Poi si prende nota della richiesta di fare uso della flessibilità per tenere conto dell'impatto sul bilancio di eventi straordinari, 0,2% del pil (3,6 miliardi) per dissesto idrogeologico e infrastrutture stradali. Si promette «una valutazione accurata». Il tono è pacato, si punta al «dialogo costruttivo». Anche altri paesi hanno ricevuto lettere sui conti pubblici dalla Ue: è toccato a Francia e Finlandia oltrechè a stati alle prese con elezioni (Spagna), con un governo appena insediato (Portogallo) e da formare (Belgio).
Sul fronte delle tensioni nella maggioranza, da segnalare che di Maio ha indicato che «l'accordo sulle partite Iva non è stato ancora chiuso: resterà la tassazione al 15% forfettaria fino a 65 mila euro». Scelta che non convince Gualtieri, alla disperata ricerca di risorse. E anche Matteo Renzi è in movimento. Dice di vedere «il bicchiere mezzo pieno: siamo riusciti a evitare l'aumento dell'Iva, ma ora vediamo se in parlamento riusciamo a cancellare la sugar tax e l'aumento della cedolare secca sulla casa».
L'ASSALTOMa non sono solo i leader ad avanzare proposte. Ne fioccanno dai singoli gruppi parlamentari nel classico assalto alla diligenza. Ad esempio Daniele Pesco (M5S), presidente della Commissione bilancio del Senato, sostiene che «è ragionevole pensare a un meccanismo che, attraverso l'utilizzo di apposite società veicolo, porti ad acquistare dalle banche queste case, rimettendole immediatamente a disposizione delle persone pignorate, che potrebbero a quel punto prenderle in affitto e riacquistarne la proprietà alla fine del percorso».