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Data: 26/02/2022
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

D’Alfonso: «Nuova Pescara sarà senza barriere Un’occasione irripetibile» «Meno infrastrutture, più servizi c’è necessità di liberare gli spazi». Un polo giovanile al posto del carcere Voli di Poste spa nell’aeroporto militare

PESCARA Le necessità, please. A contare saranno i bisogni dei cittadini. Duecentomila persone, più o meno: gli abitanti della Nuova Pescara (fusione della città con Montesilvano e Spoltore). Avranno bisogno di bus, uffici, collegamenti, reti informatiche. Servizi, dunque. E su questi pilastri dovrà essere costruita l'area urbana.
«I confini tra città non ci sono più. Non esistono più città murate. Le nuove realtà debbono rispondere ai bisogni» ha messo subito in chiaro il senatore Luciano D'Alfonso nel convegno in Comune, a Pescara, con il ministro Enrico Giovannini collegato da Roma, a cui ha partecipato il meglio degli specialisti dello sviluppo nazionale: Massimo Bruno di Ferrovie, Cristiano Cannarsa di Consip, Giacomo Donnini di Terna, il presidente di Siu (Società italiana di urbanistica) Maurizio Tira, il rettore della Luiss Andrea Prencipe.
PASSAGGIO Un passaggio importante sulla procedura. D'Alfonso ha ricordato come, dopo il referendum, la nascita della Nuova Pescara sia stata sancita da una legge regionale. Ma, nonostante la normativa, non sono stati fatti passi in avanti. Così è capitata alla perfezione la presenza il aula del governatore Marco Marsilio, che ha rotto il silenzio sul delicato soggetto urbanistico: «Sulla fusione guardo con rispetto alla legge, che va applicata. Se i tempi non verranno rispettati, sarà mio compito agire». Nominando un commissario? Su questo punto Marsilio non si è voluto sbilanciare».
Eccola comunque la Nuova Pescara, nella visione di D'Alfonso che è diventato un po' il dominus della questione. Il senatore vuole una città aperta, caratterizzata da flussi, in cui vengono utilizzati spazi liberati. Come il carcere, che deve essere ricostruito altrove. Come l'aeroporto militare, da riqualificare come dependance dell'aeroporto civile che agisca come hub insieme ad Ancona. Altro nodo gli spazi delle ferrovie, l'area di risulta dove «alle 23,45 c'è possibilità di incontri non proprio qualificanti», i terrapieni ferroviari ora inutilizzati. «Ci vuole vitalità commerciale - ha aggiunto D'Alfonso -. Va posta la questione, che coinvolge 5.000 commarcianti».
Altri grandi temi strutturali. La ferrovia Roma-Pescara «per cui non bisogna pagare pegno, come in passato, temendo possibili proteste come nella Tav - ha proseguito il senatore -. L'importanza è che l'opera sia discussa e realizzata in base alle esigenze del territorio». E ancora l'aeroporto, che «costa troppo. Quindi facciamolo diventare base aerea delle Poste spa. Così si risana da solo». Infine il fiume, «che va bonificato dal limo inquinato che, scorrendo, si trasforma in fanghi nel porto e crea problemi enormi ogni volta che c'è bisogno del dragaggio».
GLI ALTRI Tra gli altri interventi, particolarmente apprezzato quello della architetta Ferrini, che ha proposto di trasformare l'area del carcere in uno spazio sociale per l'adolescenza, con possibilità residenziale. Progetto snello, da realizzare in circa un anno. Gli altri specialisti hanno insistito, con formule diverse, sulla necessità di dare un'anima alla Nuova Pescara basando il ragionamento non tanto sulle infrastrutture, quanto sui servizi. Infine l'intervento in videocollegamento con il ministro Giannini, che ha parlato di Pescara-laboratorio «le cui dinamiche sono ben conosciute al Governo». «Sposo in pieno - ha aggiunto il ministro - il vostro percorso. Al giorno d'oggi a guidare lo sviluppo è una visione di più soggetti. La vera responsabilità del processo però non è di Roma, o solo di Roma, ma dei cittadini che vanno pienamente coinvolti nell'operazione».
«Spoltore ha gli spazi, Pescara gli spazi liberati, Montesilvano i grandi alberghi» ha chiuso D'Alfonso, elencando le doti delle tre città già semi-sposate. Per il resto bisogna seguire la via dei bisogni dei cittadini, la strada più difficile da interpretare per evitare una fusione a freddo, e che l'operazione si trasformi in un successo.


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