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Data: 01/10/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Contromano per 700 metri sull'Asse. L'automobilista: «Mi sono confusa». Patente ritirata e multa alla 24enne che si è schiantata contro il bus dell'associazione Marinai. Quattro anni fa l'autista Tua ucciso dal 47enne contromano

Le indagini proseguono sull'uso di alcol e droga. Uno dei passeggeri feriti: siamo dei miracolati. Franco D'Ercole, il conducente del pullman «Stavo facendo un sorpasso, ho visto una luce di fronte e quell'auto sempre più vicina»


PESCARA Ancora qualche centinaio di metri e poi sarebbero arrivati a destinazione, alla sede dell'Associazione nazionale marinai d'Italia di Pescara. E invece sull'Asse attrezzato, subito dopo il cementificio, l'autobus della ditta Passucci su cui viaggiava la delegazione dell'Anmi si è trovato di fronte una Fiat 500 condotta da una 24enne di Pescara, F.D.E., che ha imboccato il raccordo autostradale contromano dall'uscita delle Torre Camuzzi. La Fiat ha percorso circa 700 metri contromano in direzione di Chieti, mantenendosi sulla sua destra, e non ha incrociato nessuno fino all'uscita di Porta Nuova. Lì ha rischiato di schiantarsi contro il pullman, che era in fase di sorpasso. Ma l'autista, Franco D'Ercole, ha reagito tempestivamente, d'impulso, e con una sterzata a destra ha evitato l'impatto frontale, che avrebbe avuto conseguenze drammatiche. L'urto con la macchina c'è stato ugualmente, ed è stato violento. Sul bus si è sentito un doppio colpo, i 26 passeggeri hanno avvertito la battuta di arresto e qualcuno è rimasto ferito. A quel punto dall'Asse attrezzato è partita la richiesta di aiuto al 118, alla polizia stradale e ai vigili del fuoco e sul raccordo autostradale si sono concentrati i mezzi di soccorso. In tre sono finiti in ospedale: la 24enne, tirata fuori dalla Fiat 500 (che ha perso una parte dello sportello anteriore), e due passeggeri del bus che hanno battuto la testa. Si tratta di Alessandro Biondo, 73enne, capogruppo della delegazione, dimesso con una prognosi di 10 giorni, e A.C., 61 anni, che ne avrà per 20 giorni. Sono stati tutti dimessi, sono tornati a casa.Alla Polstrada, diretta da Pietro Primi, il compito di ricostruire quei minuti, dal momento in cui la Fiat 500 bianca ha imboccato lo svincolo dell'Asse fino allo scontro con il bus. La 24enne, stando ad una primissima ricostruzione, si è immessa sul raccordo autostradale dopo aver percorso via Aterno e aver girato attorno alla rotatoria che si trova all'uscita dell'Asse. È lì che si è infilata, poco dopo le 22 di domenica, senza accorgersi minimamente dei segnali di divieto (c'è anche quello fluorescente) e, fortuna sua, non ha incrociato nessuno in transito e in uscita dall'Asse attrezzato. Fino al pullman. «Non mi sono resa conto, mi sono confusa», ha detto la giovane ai soccorritori e all'autista del bus che, dopo lo scontro, si è accertato delle sue condizioni di salute. Ma la ricostruzione precisa è affidata alla Polstrada che ha avviato gli accertamenti per risalire alle condizioni psicofisiche della 24enne, come di prassi, e capire se ha assunto droga o alcol. E andrà stabilita anche alla velocità dei due mezzi. Nell'immediato la giovane si è vista ritirare la patente e la polizia stradale l'ha contravvenzionata (328 euro) e le ha decurtato dieci punti dalla patente. Nelle prossime ore, quando sarà ascoltata di nuovo, la 24enne potrà chiarire i fatti. Intanto uno dei feriti, Biondo, si sente «miracolato». Era seduto nella parte anteriore del pullman e quando «l'autista ha frenato e sterzato, sono finito contro il passamano che conduce al secondo piano del bus, battendo la testa e perdendo parecchio sangue. Per fortuna non ho preso il vetro. Mi sono ritrovato tutto d'un tratto a fianco all'autista, nella parte più bassa del bus. Una bella botta, ma per fortuna è andata così» ha raccontato ieri mattina dopo essere uscito dall'ospedale con il ricordo ancora vivo dell'incidente e delle due giornate «meravigliose» trascorse in gita. E poi ha lodato D'Ercole «che è stato abile, ha cercato di schivare l'auto e per fortuna la 500 non è rimasta schiacciata contro il guardrail». «Se l'autobus fosse stato pieno ci saremmo fatti male», ha commentato Rolando Pennese, spiegando che a Lanciano erano scese 4 persone e altre 4 a Dragonara. Pennese, che ha partecipato alla gita con la moglie Cinzia, non può fare a meno di pensare che «la 500 ha rischiato di entrare nel pullman. Ma il nostro autista è stato bravissimo e ha evitato il frontale. Ci ha aiutato Santa Barbara, patrona dei marinai».

Franco D'Ercole, il conducente del pullman «Stavo facendo un sorpasso, ho visto una luce di fronte e quell'auto sempre più vicina»

La Fiat 500 che arrivava controma- no sull'Asse attrezzato, le luci di quell'auto che si facevano sempre più vicine. In una frazione di secondo il conducente del pullman a due piani diretto a Pescara ha dovuto decidere cosa fare, per evitare lo scontro con l'utilitaria. E ha deciso di sterzare a destra, pur essendo in fase di sorpasso. Franco D'Ercole (nella foto), 54 anni di Scerni, autista da 32, ha mante- nuto i nervi saldi due sere fa, quan- do si è trovato di fronte la Fiat 500 che ha imboccato l'Asse contro- mano. «Stavo facendo un sorpasso, sul tratto che va dal cementificio all'uscita di Porta Nuova. Stavo per rientrare sulla mia corsia quando ho visto una luce di fronte, poi ho capito che era una macchina e si faceva sempre più vicina. Ero a fine curva, ho avuto un decimo di secondo e mi sono buttato a destra, per evitare il frontale anche se ho realizzato che avrei potuto toccare l'auto che avevo appena superato, che procedeva lentamente». Il contatto che D'Ercole sperava di scongiurare c'è stato lo stesso. «La Fiat ha colpito l'autobus all'altezza dello specchietto», prosegue l'autista. «Sterzando a destra la parte posteriore dell'autobus si è girata verso sinistra per cui la macchina è rimasta in una specie di imbuto», una strettoia: da una parte c'era il bus, dall'altra il guard- rail. «La 500 si è scontrata di nuovo con il bus: lo ha colpito nella parte centrale e, continuando a strisciargli contro, ha sfondato il retro». Il suo primo pensiero, racconta, è stato per la conducente della 500, quando ha capito che i passeggeri del bus non erano feriti gravemente. «Sono rimasto senza parole. Ricordo di aver lampeggiato quando ho visto la 500, e mi sono augurato che l'automobilista non fosse ferita: in caso di scontro frontale, lei non ne sarebbe uscita viva, avrebbe tranciato me, e il pullman sarebbe andato allo sbaraglio». D'Ercole è rimasto tranquillo, la sua esperienza gli ha permesso di evitare il peggio, anche se «non mi era mai accaduto niente del genere. La mia parte l'ho fatta e grazie a Dio non è successo niente. Come si suol dire, sorte e fortuna». E la ragazza? «Mi ha chiamato, mi ha ringraziato perché le ho salvato la vita. Sono con- tento di far parte dello staff di Passucci, composto da persone serie».

Quattro anni fa l'autista Tua ucciso dal 47enne contromano

PESCARA La tragedia scampata dell'altra sera, sull'asse attrezzato riporta alla memoria il frontale che, per un'auto contromano, provocò la morte di due persone. Era il dicembre del 2015 quando intorno alle 4 e mezza del mattino Moreno D'Amico, 47 anni, di Pianella, imboccò l'asse attrezzato contromano all'altezza dell'aeroporto per poi andarsi a schiantare contro l'auto di Roberto Gagliardone, 47enne di Alanno, autista della Tua che a quell'ora stava andando al lavoro. «Da allora qualcosa si è mosso e alcuni accorgimenti per migliorare la sicurezza sull'asse attrezzato sono stati adottati da parte dell'Anas che ne ha la competenza. Però, se episodi del genere continuano a ripetersi, forse bisogna intervenire in maniera più incisiva». La pensa così Paolo Gagliardone, fratello di Roberto, vittima del contromano di D'Amico, 4 anni fa. «Quello che è successo a mio fratello è storia», racconta Gagliardone, «non fu solo colpa della distrazione, ma anche della mancanza di lucidità di chi ha causato lo schianto. È normale che se si beve e poi non ci si mette alla guida può succedere qualsiasi cosa. Allora l'impatto fu fortissimo, in un punto in piena curva, per mio fratello non ci fu modo di poterlo evitare. Chi provocò l'incidente aveva guidato per tre chilometri nella direzione opposta senza accorgersene. Stavolta per fortuna l'autista è riuscito a evitare il frontale con l'auto della ragazza, che è stata fortunata». Secondo Paolo Gagliardone per migliorare la sicurezza sull'asse attrezzato servirebbero «l'installazione di sistemi di sicurezza, come telecamere per segnalare il pericolo e cartelli stradali più evidenti , che si illuminano agli ingressi, perché oggi», dice, «pensando che è già successo in passato, pensi sempre che possa accadere ancora».


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