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Data: 20/09/2019
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Contratti, patto con l'Inps: ora ogni sindacato peserà per il numero degli iscritti. L’Istituto certificherà la rappresentatività delle sigle in base ai criteri stabiliti nell’intesa tra Cgil-Cisl-Uil e Confindustria

ROMA Ora c'è anche la firma della convenzione con l'Inps e così già dalla prossima stagione contrattuale, che riguarda tra gli altri il contratto principe del manifatturiero ovvero quello dei metalmeccanici, ai tavoli ogni sindacato si siederà con il suo peso specifico. Non più uno vale uno, ma ognuno vale per il mix tra numero degli iscritti e quello degli eletti alle consultazione delle Rsu. Il Testo unico sulla rappresentanza sindacale, l'accordo tra Cgil Cisl Uil e Confindustria faticosamente raggiunto in anni di riunioni e confronti anche accesi (la prima intesa sulla materia fu firmata nel 2011), diventa finalmente operativo. La convenzione con l'Inps era un passaggio essenziale, perché sarà appunto l'istituto ora guidato da Pasquale Tridico, a dover contare e certificare i dati sugli iscritti inviati dalle singole aziende in base alle deleghe dei lavoratori e mixarli con il numero degli eletti delle Rsu aziendali. La media di questi due dati (ognuno varrà al 50%) fornirà il peso dei sindacati. E quindi anche del loro voto in sede di rinnovo di contratto. Per la convalida di un'intesa infatti basterà che il 50%+1, ovvero la maggioranza semplice, delle organizzazioni sia d'accordo, poi il tutto dovrà passare per una consultazione della base che a sua volta dovrà decidere a maggioranza semplice. Una regola molto importante per le aziende che in passato si sono trovate a fare i conti con scioperi e proteste delle sigle che non riconoscevano dei contratti appena rinnovati.
Solo chi raggiunge la soglia del 5% avrà diritto a sedersi ai tavoli di trattativa. Non si potrà più barare quindi sull'effettiva rappresentatività e molte piccole sigle saranno escluse dai tavoli. Sarà più facile anche individuare i cosiddetti contratti pirata, quelli appunti siglati da sindacati con pochi iscritti e che molto spesso giocano al ribasso soprattutto sul versante dei diritti. Basti pensare che al Cnel sono depositati 868 contratti, ma solo 375 sono firmati da sindacati più rappresentativi.
I PROSSIMI PASSI Il Testo unico sulla rappresentanza per il momento vale solo tra i firmatari e quindi per i contratti con le aziende aderenti al sistema Confindustria (22.395 aziende per oltre 2,3 milioni di lavoratori suddivisi in 78 settori economici). «È una giornata molto importante» ha commentato il leader Cgil Maurizio Landini, ricordando come nei prossimi mesi si apriranno le trattative per i rinnovi dei contratti di 9 milioni di lavoratori privati. «Questo è il momento in cui estendere le Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) in tutti i territori ed i settori» ha osservato il segretario generale Uil, Carmelo Barbagallo. Soddisfatto anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, secondo il quale il Testo Unico deve fare «da apripista per pesare anche la rappresentanza datoriale e per dire che la maggioranza determina le regole anche per la minoranza».
Adesso Cgil Cisl e Uil si impegneranno per allargare con ulteriori intese il meccanismo anche alle altre organizzazioni datoriali. Un altro passo importante per disciplinare le procedure di rinnovo dei contratti sarebbe il varo di una legge sulla validità erga omnes dei contratti firmati dalle sigle più rappresentative. È in questo quadro, secondo i sindacati, che potrebbe andare bene l'intenzione annunciata dalla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, del varo di «una legge sulla rappresentanza». Norma che le parti sociali hanno finora sempre contrastato, rivendicando la materia. «Se la legge sulla rappresentanza si fa - ha avvertito la leader Cisl Annamaria Furlan - deve riprendere esattamente questo accordo».


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