ROMA L'obiettivo è cercare di chiudere il dossier subito dopo l'Epifania. Ed è proprio per questo che i tecnici del Mit stanno lavorando sodo in questi giorni per completare il rapporto su Autostrade per l'Italia. Un documento che riassume il comportamento di Aspi sul fronte della manutenzione stradale, analizza i vari scenari, mette in luce punti critici e prospettive. Un documento che la ministra delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli vuole portare al prossimo consiglio del Ministri per condividerlo con tutto il governo. Del resto da mesi nel palazzone di Porta Pia studiano nei dettagli la condotta della concessionaria, confrontano le cifre sugli investimenti realizzati, gli impegni assunti, ipotizzando, anche con l'aiuto degli uffici legali, le varie ipotesi sul tappeto: dalla revoca tout court alla revisione della convenzione. Per declinare un quadro il più possibile oggettivo e non ideologico della questione.
TATTICISMILa norma inserita nel decreto Milleproroghe, che prevede il subentro dell'Anas e il taglio degli indennizzi in caso di revoca, resta nel testo definitivo del provvedimento che andrà in Gazzetta ufficiale. Ma al di là dei tatticismi e delle pressioni, nessuno all'interno dell'esecutivo appare orientato a prendere misure traumatiche, piuttosto si vuole cambiare passo in maniera radicale, modificando l'approccio generale. Di certo la De Micheli, che ha incontrato recentemente i vertici di Autostrade, non ha nessuno intento punitivo nei confronti dell'azienda. Per questo ha apprezzato, dopo una garbata moral suasion, la sospensione dell'aumento dei pedaggi da parte del gruppo dei Benetton e la soluzione individuata per mettere a norma le barriere sui tratti in cui non erano considerate a norma. Proprio il mancato aumento delle tariffe nel 2020, insieme alle attività per velocizzare le manutenzioni e i controlli, fanno parte di un dialogo tra Aspi e Mit che, nonostante le distanze, per ora abissali, è comunque faticosamente ripartito. Difficile capire dove porterà. Perché tra richieste miliardarie di indennizzo e minacce di far chiudere l'azienda che gestisce 3 mila chilometri di autostrade, affidando all'Anas la rete c'è una trattativa tutta da costruire. La convocazione al Mit, prima della fine dell'anno, è comunque un segnale di attenzione. Per fare capire che nessuna scelta è stata ancora compiuta e che il documento in elaborazione è ancora aperto. Non ci saranno ovviamente sconti se dovessero essere rintracciate mancanze, ma, come detto, si fonderà su dati oggettivi, non ideologici. Sarà poi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a fare la sintesi, bilanciando le varie spinte all'interno del governo. Con lo scopo finale, condiviso dalla De Micheli, di avere un sistema tariffario più bilanciato e un incremento degli standard di sicurezza. Anche a Palazzo Chigi sanno benissimo che affidare all'Anas il compito di gestire praticamente tutta la rete italiana è una sorta di provocazione più che una minaccia realistica. Così come viene considerato ad alto rischio infilarsi in una battaglia legale che potrebbe durare anni, bloccando investimenti, mettendo in pericolo migliaia di posti di lavoro, paralizzando l'intero sistema.Per questo, al di là del muro contro muro di questi giorni, dopo le feste è probabile che si apra una fase nuova, negoziale. Il cui esito dipenderà anche dal documento che il Mit sta mettendo a punto.