Cig, proroga lunga: gli ammortizzatori finanziati tutto l'anno. Nel decreto in arrivo giovedì si allarga il pacchetto destinato a sostenere il lavoro. Per i risarcimenti alle imprese ancora in discussione il periodo di riferimento
Bonus baby sitter, 772 mila domande Usato soprattutto per pagare i nonni
ROMA Cassa Covid prolungata per tutto il 2021. È questa l'ipotesi sulla quale si sta orientando il governo che punta a dare l'ok al nuovo pacchetto di aiuti per imprese e famiglie entro la fine della prossima settimana, probabilmente giovedì. I pilastri del decreto Sostegno in rampa di lancio, il primo provvedimento economico dell'era Draghi, sono il pacchetto lavoro, che sarà finanziato con circa 20 miliardi, e il dossier ristori, ai quali dovrebbero essere indirizzati circa 10 miliardi in favore delle attività colpite dalla crisi innescata dalla pandemia. Il pacchetto lavoro è ancora in via di definizione. Ma cresce in queste ultime ore la volontà di dare un segnale energico sul fronte degli aiuti ai lavoratori in difficoltà. Nello schema del provvedimento messo a punto dal governo Conte, si era pensato di concedere 26 settimane di Cig aggiuntive estendendo il percorso iniziato con le 12 settimane inserite in legge di Bilancio. Il nuovo consecutivo progetta di andare oltre fissando il termine a fine anno. In parallelo dovrebbe anche essere confermato, per chi fa rientrare i dipendenti al lavoro, l'esonero contributivo alternativo all'utilizzo della cassa Covid. Fonti del ministero del Lavoro confermano che blocco dei licenziamenti, attualmente fissato al 31 marzo, dovrebbe essere prorogato fino al 30 giugno, ma non è ancora chiaro la misura sarà applicata in maniera selettiva o meno. LE INDENNITÀ Saranno garantite anche le indennità per i lavoratori stagionali, del turismo e dello sport. E dovrebbe arrivare un miliardo per rifinanziare il reddito di cittadinanza e due nuove mensilità (febbraio e marzo) del reddito di emergenza. La Naspi sarà prorogata per due mesi e ci sarà il rinnovo dei congedi straordinari al 50% della retribuzione per i genitori con figli in quarantena o in dad. Il decreto, che è finanziato grazie ai 32 miliardi autorizzati con l'ultimo scostamento di Bilancio, sosterrà i contributi a fondo perduto per le partite Iva fino a 5 milioni di euro che abbiano registrato una perdita di un terzo del fatturato e metterà in campo altri 2,1 miliardi per i vaccini e per i farmaci per la cura dei pazienti con il Covid. Trova conferma che i ristori a fondo perduto spetteranno alle attività con ricavi e compensi non superiori a 5 milioni di euro nel 2019. I ristori andranno da un minimo di mille euro per le persone fisiche, e 2 mila euro per tutti gli altri soggetti, a un massimo di 150 mila euro. L'indennizzo potrà essere erogato come contributo diretto, oppure riconosciuto sotto forma di credito d'imposta utilizzabile in compensazione. L'importo del ristoro potrebbe essere calcolato in base alla differenza tra l'ammontare del fatturato di gennaio e febbraio 2021 con quello di gennaio e febbraio 2019 applicando una percentuale, ma si ragiona anche su una base diversa, come chiesto dalle categorie interessate. Le cifre sono ancora oggetto di discussione ma dovrebbe essere del 20% per aziende con ricavi fino a 400 mila euro, del 15% per quelli tra 400 mila e 1 milione e del 10% oltre un milione. Uno dei punti più discussi, all'interno della maggioranza, riguarda il capitolo fiscale. LO STRALCIO Lega e 5 Stelle premono per una consistente operazione di stralcio delle cartelle esattoriali antecedenti al 2015. Ma Pd e Leu frenano. Nel confronto politico, il punto di caduta potrebbe consistere nella cancellazione dei debiti fiscali sotto i 5 mila euro, compresi interessi e sanzioni). Rientrano in questo gruppo ben 61,5 milioni di cartelle e il costo stimato dell'operazione, a regime, sarebbe di 930 milioni, con un saldo negativo nel primo anno di 1,83 miliardi. Di quest'ultimo importo, che avrebbe un impatto immediato sui conti di quest'anno, 700 milioni sarebbero cartelle fiscali, 460 milioni contestazioni Inps e Inail, il resto di 240 milioni altre iscrizioni a ruolo: dunque anche rientrerebbero anche tributi degli enti locali e multe stradali. Ancora sul fronte fiscale, le scadenze per i versamenti legati alle cartelle esattoriali saranno sospese fino al 30 aprile. Si va verso una modifica anche le scadenze per le rate della rottamazione e del saldo e stralcio. Le rate saltate finora e relative al 2020 andranno saldate entro il 31 luglio, quelli relativi al 2021 (febbraio, marzo, maggio e luglio) entro il 30 novembre. Il governo pensa anche di incrementare il fondo per gli enti locali di 1,6 miliardi, oltre al ristoro di 250 milioni del mancato incasso della tassa di soggiorno, e di destinare 600 milioni in più al fondo per l'esercizio delle funzioni delle regioni e delle province autonome.
Bonus baby sitter, 772 mila domande Usato soprattutto per pagare i nonni
ROMA Il bonus baby sitter è finito soprattutto ai nonni. È quanto emerge da uno studio dell'Inps pubblicato a un anno dalla chiusura delle scuole decisa per contrastare i contagi da Covid 19. Dai numeri dell'istituto emerge che il sussidio introdotto dal governo lo scorso marzo il decreto Cura Italia per aiutare le famiglie con i figli minori di 12 anni a casa - fino a un massimo di 1.200 euro (2.000 per alcune categorie di lavoratori come i sanitari) - è stato pagato prevalentemente a persone over 60, presumibilmente quindi ai nonni o comunque ai parenti anziani. Un rimborso dunque per un aiuto a figli e nipoti in tempi di Covid che verosimilmente i nonni avrebbero dato volentieri comunque. IL CONGEDO Nel complesso, tra marzo e agosto 2020, sono state accolte oltre un milione di domande (su 1,3 milioni arrivate) tra bonus baby sitter (772.010) e contributo per la partecipazione ai centri estivi (306.163) per un totale di 815,4 milioni richiesti. Le domande di congedo con causale Covid (oltre 310.000) per la grande maggioranza sono arrivate da donne (243.358), mentre gli uomini che hanno chiesto di astenersi dal lavoro per prendersi cura dei figli sono stati 66.784. Fra i richiedenti il bonus baby-sitting c'è una prevalenza di donne (il 70% nel settore privato e il 61% nel pubblico). Su 556.348 baby sitter pagati le donne sono state 437.376 e di queste quasi 99.132 risultavano avere oltre 70 anni. Gli uomini pagati nel complesso sono stati invece 118.972, quasi la metà dei quali con oltre 70 anni (55.187). Gli over 60 sfiorano invece l'83% e sono per la stragrande maggioranza pensionati, due dati che spingono a pensare che si tratti di parenti anziani della famiglia che ha avuto diritto al bonus. Nel complesso i baby sitter over 60 pagati con il bonus sono stati il 61% del totale. L'attività è stata prestata tra marzo e agosto, in media all'interno di un arco temporale di due mesi, con un picco nel mese di giugno (circa 300.000 prestazioni) e un minimo ad agosto (85.000). L'importo totale erogato è stato pari a 664,6 milioni che a 10 euro l'ora sono pari a un volume di 66,46 milioni di ore di lavoro. Il bonus, scaduto lo scorso dicembre, dovrebbe comunque essere rifinanziato nel decreto Sostegni che il governo si appresta a varare in questi giorni. Gli interventi saranno retroattivi in modo da non lasciare buchi. Il plafond disponibile dovrebbe essere di 200 milioni.
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