Si allarga il fronte dell'inchiesta della Procura di Pescara sulle presunte attività illecite, frutto di indebiti rapporti tra politica e imprenditoria, che ruoterebbero attorno alla figura di Vincenzo Marinelli. Nel registro degli indagati, sul versante sanitario, sono finiti due nuovi nomi eccellenti: quello dell'ex senatore Fabrizio Di Stefano, recentemente sconfitto nella corsa a sindaco di Chieti, e quello della consigliera regionale Sabrina Bocchino, approdata a Palazzo dell'Emiciclo dopo essere stata consigliera comunale a Vasto. Entrambi della Lega. Di Stefano e Bocchino sono indagati per corruzione, insieme ad altri politici abruzzesi, in relazione alla vicenda del project financing per il nuovo polo oncologico dell'ospedale di Chieti. La procedura ebbe inizio ai tempi della giunta D'Alfonso e proseguì con l'avvento dell'amministrazione Marsilio, per poi finire su un binario morto. Al fine di far approvare quel progetto - stando all'ipotesi accusatoria delineata dal sostituto procuratore Andrea Di Giovanni già dalle prime fasi dell'iter sarebbero intervenute indebite pressioni e accordi corruttivi.
PROJECT PER L'OSPEDALE All'ex assessore di centrodestra Mauro Febbo, ad esempio, la Procura contesta di avere ricevuto «somme in contanti ed altre erogazioni, in cambio dell'impegno a far bandire la gara per l'esecuzione del project financing», mentre Marinelli - sempre secondo i magistrati - avrebbe tempestato di telefonate diversi politici per ottenere il via libera al progetto del Polo oncologico. Sulla stessa vicenda è al vaglio degli inquirenti anche la posizione di Lorenzo Sospiri e Silvio Paolucci, assessore alla Sanità ai tempi della giunta D'Alfonso, indagato per corruzione. Sul ruolo svolto da Di Stefano e Bocchino, per il momento, non si conoscono altri particolari, ma evidentemente la Procura ipotizza che anche i due esponenti della Lega si siano illecitamente attivati per favorire l'approvazione del progetto.
APPALTI PER I BUS ELETTRICI Nel frattempo emergono novità anche dall'altro filone dell'inchiesta, riguardante due gare indette dalla Regione Abruzzo e dal Comune di Pescara per la fornitura di autobus elettrici. Ieri mattina il personale della squadra mobile e della guardia di finanza, su incarico del sostituto procuratore Di Giovanni, ha perquisito gli uffici di Michele Valentini, direttore tecnico di Tua, acquisendo documenti, cellulari e altri dispositivi informatici. Valentini è indagato con l'accusa di avere «concorso moralmente e materialmente (anche attraverso il confezionamento ad hoc del capitolato tecnico di gara) - si legge nel decreto di perquisizione - a turbare il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando di gara indetta dalla Regione Abruzzo», per l'acquisizione di 68 autobus attraverso 7 lotti funzionali, «al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente ed, in ultima analisi, al fine di assicurare l'aggiudicazione in favore della Carlo Rampini Spa».
SPUNTA DEZIO E dalle carte spunta il nome di un altro indagato eccellente: Guido Dezio, ex braccio destro di D'Alfonso, che nel giugno del 2020, all'epoca dei fatti contestati, era ancora capo di gabinetto del Comune di Pescara. Valentini secondo la Procura avrebbe agito in concorso con Dezio, ma anche con Stefano Rampini, amministratore pro tempore dell'omonima società, con una serie di politici di livello regionale e con Vincenzo Marinelli, che avrebbe fatto da tramite tra politici e impresa. Sotto la lente anche la gara indetta il 7 agosto scorso dal Comune per la fornitura di 5 bus elettrici.