Trasporti, Fase 2: i conti non tornano. Roma oggi si rimette in moto e con essa 1.450 mezzi pubblici (dalle 5.30 alle 23.30) dell'Atac che dovrà garantire a bordo il distanziamento sociale nell'ottica anti-contagio e rispondere, al contempo, all'ordinanza della Regione Lazio con cui si fissa al 50% la capienza massima di ogni vettura rispetto a quella con cui è stata immatricolata. Stime provvisorie contano per oggi un'affluenza sui mezzi pubblici per l'intera giornata variabile tra gli 80 mila e i 100 mila passeggeri. Molti cittadini useranno quasi certamente i mezzi privati - auto e scooter - e non a caso il Campidoglio ha prolungato a fine mese l'apertura dei varchi della Ztl in Centro, disponendo però il ritorno al pagamento delle strisce blu. In sostanza, chi oggi userà la macchina e parcheggerà sotto l'ufficio, dovrà pagare il tagliando.
GLI SPAZI Tornando ai mezzi e alla capienza massima che ogni vettura potrà sostenere, l'assessorato ai Trasporti durante un sopralluogo compiuto sabato in due rimesse dell'azienda (Magliana e Magliana Nuova) ha conteggiato ripartizioni ben al di sotto della soglia del 50% prevista dall'ordinanza regionale per la capienza massima di passeggeri. Durante la verifica, l'assessorato ha potuto prender visione di come le vetture siano state attrezzate con adesivi e segnaposti a percentuali molto basse e in alcuni casi anche del solo 10% della capienza complessiva.
IL SOPRALLUOGO Nella lettera in cui si fotografa lo stato dell'arte che l'assessore ai Trasporti Pietro Calabrese ha inviato all'Atac e all'ad Paolo Simioni chiedendo il rispetto del 50% stabilito dall'ordinanza della Regione Lazio si legge ad esempio come i bus di 8 metri, con una capacità massima di 40-45 persone, siano stati attrezzati «con 2 posti a sedere ed eventualmente altrettanti 2 in piedi». Stesso discorso per le vetture di 12 metri, che rispetto alla capacità di 100 persone, nella Fase 2 ne possono contenere al massimo 12: 8 posti a sedere e 4 in piedi, mentre per i veicoli di 18 metri (capacità massima 153 persone) su molte vetture sono stati conteggiati 18 posti: 14 a sedere e 4 in piedi. Infine i treni della metro: «da un massimo di 1.200 persone circa, a circa 150/180 tra persone a sedere e in piedi». L'Atac ha fatto sapere che i calcoli erano stati elaborati tenendo conto del famoso metro lineare e che nonostante questo, i mezzi saranno organizzati nel corso della settimana in modo tale da ospitare la metà dei passeggeri rispetto al totale calcolato per ogni veicolo in tempi di normalità rispettando così l'ordinanza regionale. Ma le distanze? Nell'assessorato che pure ha chiesto all'azienda di adeguarsi alle disposizioni del Lazio, sono convinti che per garantire il distanziamento sociale più piccolo sarà il bus, più bassa dovrebbe essere l'utenza che potrà salire a bordo e quindi il range alla fine oscillerà dal 30% di capienza massima per i bus di 8 metri, al 50% per quelli di 18 metri. Anche perché gli autisti hanno già promesso di riportare in rimessa le vetture se non verranno garantite le misure di sicurezza e le distanze interpersonali. Il problema resta perché mancheranno i controlli.
I CONTROLLI L'Atac può contare su 240 verificatori che a fronte di 1.450 mezzi e tre turni sono davvero poca cosa. In aiuto arriveranno gradualmente anche i dipendenti tolti dalla solidarietà (circa 500) che saranno però impiegati in strada di fronte alle stazioni della metro e ai principali capolinea per dare informazioni all'utenza insieme a circa 700 volontari della protezione civile. Sui bus, in sostanza, ci sarà solo l'autista che potrà allertare le forze dell'ordine e chiedere l'intervento laddove il mezzo sia affollato, riservandosi la possibilità di saltare le fermate se queste non verranno chiamate dai passeggeri per scendere. Analogamente, però, sempre l'autista non potrà verificare durante una corsa e pur aprendo solo una porta che alla discesa di un passeggero non salgano sul mezzo altre due o più persone.