L'AQUILA Mentre nelle Marche si dibatte sulla richiesta dello stato di emergenza e in Abruzzo cova sotto la cenere un malcontento dilagante che potrebbe esplodere già oggi con iniziative di protesta, il sindaco della città più assediata dal caos dell'autostrada A14, Silvi, lancia una proposta: «Si potrebbe immaginare di lasciare tutto com'è in direzione sud, mentre per i mezzi che risalgono verso il nord, in alcune fasce orarie, si può pensare di utilizzare il bivio A24/A25, verso Chieti, e poi rientrare in A14 a Mosciano Sant'Angelo». Andrea Scordella sta vivendo da settimane un inferno. La sua città è tagliata in due dalla statale 16 su cui si sono riversati fino a cinquemila mezzi al giorno che non hanno potuto attraverso il viadotto del Cerrano, sull'A14, perché interdetto dal Gip di Avellino, Fabrizio Piccone, che indaga sulle barriere di protezione in tutta Italia dopo che nel 2013, a Monteforte Irpino, sull'A16, un pullman è precipitato dal ponte Acqualonga causando la morte di 40 persone. La sua proposta, una sorta di senso unico alternato su larga scala, consentirebbe di dimezzare il flusso dei mezzi che oggi, dal casello di Pescara Nord-Città Sant'Angelo, si riversano nel suo territorio. In sostanza camion e tir potrebbero aggirare il Cerrano utilizzando A25 e A24. Al momento anche le categorie degli autotrasportatori non sembrano convintissime, ma la proposta non ha ancora il crisma dell'ufficialità e dovrà essere, eventualmente, definita nei dettagli.
L'ATTESA La settimana che si conclude oggi è andata in archivio senza che la Procura di Avellino si sia espressa sull'istanza di revoca delle limitazioni, presentata dal gestore, Autostrade per l'Italia, con il parere favorevole del Mit, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In sostanza si chiede di ripristinare la circolazione dei mezzi pesanti, attivando una serie di limitazioni (l'obbligo di interdistanza non inferiore ai 100 metri, il limite di velocità a 60 chilometri orari e il divieto di sorpasso) e un sistema di monitoraggio dinamico della frana sulle parti sensibili delle fondazioni e delle sottofondazioni del viadotto, in modo continuativo, attraverso sensori e rilievi topografici dei pali maggiormente sollecitati. Questo perché il Gip, nell'ordinanza con cui ha sancito le limitazioni, ha citato tra le motivazioni uno spostamento di 7 centimetri delle pile del viadotto che, al contrario, Autostrade attribuisce al terreno sottostante e soprattutto al triennio 2016-2018, non ai tempi più recenti. Come era prevedibile, la Procura non ha deciso in maniera repentina, probabilmente volendo approfondire la questione con tecnici e consulenti. Il governatore Marco Marsilio ha avuto un'interlocuzione, nel pieno rispetto dei ruoli e delle competenze, sostenendo che sarebbe importante conoscere quanto prima le determinazioni in modo da adeguare i piani di emergenza. A Silvi, nel frattempo, la situazione è esplosiva. Oggi potrebbero esserci delle manifestazioni di protesta autonome organizzate dai cittadini dopo quella arginata dal sindaco nei giorni scorsi. Appuntamento per le 10, probabilmente nelle immediate vicinanze della stazione. Non si contano i danni prodotti dal traffico sulla statale 16, in particolare alle tubature idriche, tanto che Marsilio ha chiesto ad Anas di assumersi gli oneri. Lunedì o martedì arriveranno i primi dati ufficiali dell'Arta sull'inquinamento dell'aria.