Data: 31/07/2022
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Bus Tua, il centrodestra lascia a piedi Gianfranco Giuliante nell’ambito del rinnovo degli assetti in vista delle elezioni. Dal 3 agosto il presidente sarà Gabriele De Angelis decisivo l’addio alla Lega
PESCARA Il centrodestra dà il benservito a Gianfranco Giuliante, che il 3 agosto lascerà la carica di presidente di Tua per passare la staffetta a Gabriele De Angelis, consulente finanziario, già sindaco di Avezzano e coordinatore provinciale di Forza Italia. Un cambio al vertice nella società del trasporto pubblico regionale che ha molto a che fare con il risiko della candidature alle prossime politiche e con quanto accaduto nell'autunno scorso, quando Giuliante, già assessore regionale della giunta Chiodi, fece rumore con la lettera aperta a Matteo Salvini in cui annunciava il suo addio alla Lega e la nascita di un nuovo movimento politico senza più vincoli di alleanze.
Dissapori con il deputato e coordinatore regionale del partito, Luigi D' Eramo avevano portato Giuliante allo strappo irrevocabile, nonostante il personaggio aquilano fosse considerato fino a quel momento una sorta di mentore della Lega sul territorio. Partito che dal 2017 aveva contribuito a fare crescere soprattutto nei numeri e pescando anche in casa dei vicini, come Forza Italia. La presidenza di Tua su nomina della Regione (azionista unico), era arrivata nell'aprile del 2018 proprio in quota Lega. Ma nonostante l'addio a Salvini, Giuliante era rimasto al suo posto fino a oggi. Tra l'altro guidando una società in utile per il terzo anno consecutivo, dopo avere attraversato indenne la tempesta della pandemia.
RESA DE CONTI
La resa dei conti era però nell'aria. E arriva oggi, a poche settimane dalla presentazione delle liste dei candidati per il Parlamento. Non a caso una partita che si sta giocando tutta sul territorio aquilano, con D' Eramo lanciato verso la candidatura bis a Montecitorio ma con la necessità di aprire uno spazio anche agli alleati. Scelta in qualche modo obbligata dopo la cura dimagrante (la riforma del 2020) che anche in Abruzzo ha ridotto i seggi disponibili di Camera e Senato da 21 a 13. Ma c'è un'altra questione che neanche troppo sotto voce sta animando la campagna elettorale nel centrodestra. Mentre non è infatti ancora chiaro come, e per quanto tempo ancora l'Abruzzo dovrà accogliere nei suoi impianti di smaltimento i rifiuti del Lazio, si ripropone tra mille contraddizioni la questione dell'inceneritore.
Su cui è intervenuta la recente sentenza della Corte costituzionale, dichiarando l'illegittimità del piano dei rifiuti presentato dalla Regione Abruzzo, limitatamente alla parte in cui veniva escluso l'impiego degli inceneritori sul territorio. L'atto era stato impugnato dal governo Draghi, a cui i giudici della Consulta hanno dato ragione ritenendo che la legge della Regione andasse a confliggere con quella nazionale. La contraddizione che si fa rilevare nel centrodestra è questa; «Salvini si è appena difeso dall'accusa di complicità con il Cremlino dicendo che il governo è caduto per l'inceneritore (quello di Roma), non per complotti orchestrati dalla Lega con la Russia, a meno che non si voglia attribuire anche questo a Putin». E allora, è l'altra domanda: «Perché l'assessore regionale ai rifiuti, Campitelli (Lega) ha presentato una legge che esclude la presenza degli inceneritori sul territorio abruzzese, sconfessando tra l'altro uno dei punti fondamentali della campagna elettorale delle regionali? Insomma, una legge che avrebbero dovuto presentare i 5 stelle, ed essere impugnata da noi, è stata presentata dalla Lega e impugnata da un governo nazionale di cui Salvini era parte integrante». In realtà la norma firmata da Campitelli rispecchia il vecchio piano dei rifiuti messo a punto dalla precedente giunta Mazzocca (Sinistra Italiana)- D'Alfonso.
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