Data: 29/10/2020
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Bus elettrici sulla strada parco Tua rifarà asfalto e marciapiedi. Ma i comitati: «Progetto senza futuro».
Dieci domande-verita’ in commissione di vigilanza con richiesta al sindaco di risolvere il contratto Sei mesi di lavori per sistemare il marciapiede e l’asfalto e abbattere le barriere architettoniche, dopodiché i bus elettrici potranno viaggiare sulla strada parco da Montesilvano a Pescara sfruttando la rete, e arrivare fino al Tribunale, dove troveranno una stazione di ricarica veloce. Da qui sarebbe anche possibile spingersi all’Aeroporto e quindi, prevedendo un’altra stazione di ricarica, salire fino a Chieti: eventualità inattuabile perché la flotta iniziale di soli otto nuovi mezzi non sarebbe sufficiente a garantire unservizio efficiente. Archiviato il Filò, progetto segnato dal fallimento dell’azienda produttrice, Tua accelera sull’opzione del Brt, Bus rapid transit, per dotare l’area metropolitana di un collegamento veloce ed ecologico; annuncia la riconversione di bus da gasolio a metano, nonché a idrometano, per abbattere definitivamente gli inquinanti; e aggiunge che un domani assai prossimo i bus potrebbero essere alimentati anche dal fotovoltaico. Per vedere i bus correre sulla strada parco e fino al Tribunale entro la prossima estate sarà tuttavia fondamentale superare le forche caudine del Mit che il 3 novembre si pronuncia sull’ultima variante progettuale presentata dall’amministrazione comunale legata appunto alla sistemazione dei marciapiedi sulla strada parco e dell’asfalto su Pescara, sfruttando le risorse recuperate dal primo progetto. E’ su quest’ultimo esame che si consuma la partita tra la stazione appaltante e i comitati greenway che negli anni hanno evidenziato presunte carenze e inadempienze, rispondendo colpo su colpo a Regione e Tua, a loro volta convinte sostenitrici di un’opera di cui la città discute da decenni senza riscontro. Secondo Tua il dado è tratto: al posto del Filò, sulla strada parco correranno bus elettrici, larghi 2 metri e 55, quindi potranno incrociarsi agevolmente viaggiando nelle due direzioni, dal momento che la carreggiata va dai 6,40 ai 7 metri e mezzo di larghezza. E dove necessario, leggi per un tratto di un centinaio di metri, si interverrà per ampliare il corridoio. Un passaggio obbligato, spiegano dal quartier generale di Tua, perché da giugno 2021 il Ministero non finanzierà più mezzi a gasolio e dasl 2025 ne vieterà l’ingresso a Pescara. In linea teorica si sarebbe anche potuto anticipare i tempi utilizzando bus a metano, almeno in una prima fase sperimentale: scelta auspicata dall’ex presidente di Tua, Tonelli, finché è stato alla guida dell’azienda di trasporti,mafinora non attuata. Oltre all’aspetto ambientale, ci sono ragioni economiche a spingere verso l’elettrico: rinunciare al Brt significa infatti perdere i relativi contributi per le aree urbane e significherebbe, soprattutto, dover restituire circa 15 milioni del progetto finanziato e irrealizzato. In casa Tua rilevano, tra l’altro, che l’utilizzo del bus elettrico al posto del Filò porterà un risparmio di almeno un milione sulle previsioni di spesa. Tutto questo attivando un parcheggio di scambio al Palacongressi di Montesilvano, con l’obiettivo di trasformare in passeggeri del bus elettrico le migliaia di automobilisti che ogni giorno entrano a Pescara da nord. IL FRONTE DEL NO AL BRT Dieci domande poste da remoto al responsabile unico del procedimento, Michele Valentini (Tua), oltre alla richiesta, rivolta al sindaco di Pescara, della risoluzione del contratto d’appalto per il filobus sulla strada parco. Tutto questo è arrivato ieri dai comitati greenway nell’audizione virtuale in Commissione vigilanza e garanzia, presieduta dal capogruppo del Pd, Piero Giampietro, sul tema del bus elettrico che, dall’estate prossima, dovrebbe collegare Montesilvano a Pescara, fino al tribunale, passando per corso Vittorio Emanuele e viale Marconi. Per i comitati c’erano Roberto De Panphilis, del comitato utenti strada parco, Antonella De Cecco, di Oltre il gazebo, e Ivano Angiolelli, portavoce. In attesa del 3 novembre, quando il ministero delle Infrastrutture dovrebbe dare il via libera definitivo all’ultima variante inviata poche settimane dalla giunta Masci, i comitati hanno chiesto al rup Valentini come sia possibile «realizzare l’autostazione per gli 80 autobus in entrata a Pescara da nord, stimati da Luciano D’Amico (ex presidente di Tua, ndr), ai tavoli tecnici regionali del 2015, insiemeal parcheggio di scambio per le 5mila auto private che s’intenderebbe catturare dalla strada, a beneficio indispensabile di un sistema Brt dal costo di gestione di 5,65 euro per chilometro». Tra gli altri quesiti, anche quello del superamento del «collaudo specifico dell’accostamento a raso alle banchine di fermata, tipico dei sistemi Brt, onde favorire al meglio l’accesso a bordo delle carrozzine dei disabili, mamme con passeggino, anziani con difficoltà di deambulazione, viaggiatori con trolley al seguito». Al sindaco Masci, in più, è stato chiesto dai comitati di risolvere il contratto con l’appaltante. Concorde sulle domande poste dai comitati, il consigliere comunale della lista civica Per Sclocco sindaco, Mirko Frattarelli. «Personalmente mi trovo d’accordo con il sentimento espresso dai comitati. L’opera che si sta ostinatamente portando avanti - ha spiegato Frattarelli - non avrà le gambe per camminare e rimarrà una grande incompiuta». Previsione che Tua, insieme con la maggioranza e porzioni di centrosinistra non condividono.
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