Per salire a bordo dei mezzi pubblici - siano essi bus, tram, vagoni della metro - sarà obbligatorio usare le mascherine (non solo quelle chirurgiche ma anche quelle in tessuto) e si dovranno mantenere le distanze di almeno un metro tra un passeggero e l'altro. Ma chi controllerà il rispetto delle regole? L'Atac mercoledì ha già fatto sapere di non essere in grado di garantire le verifiche con 250 controllori. L'azienda non ha i numeri e ci si dovrà affidare alla responsabilità individuale degli utenti. Se l'azienda già da due giorni ha iniziato a tappezzare i sedili dei bus con adesivi che informano dove ci si può e dove non è permesso sedersi, non ci saranno verificatori che affiancheranno gli autisti durante le corse. Come fare allora ad avere la certezza che vengano usati - sempre e da tutti - i dispositivi di sicurezza e che le distanze siano rispettate? L'autista potrebbe contare le persone che salgono sui bus, alcune vetture della flotta Atac (400 su circa 1.400) hanno dispositivi fotocellula che contano gli ingressi e che sono collegate alla sala operativa dell'azienda. Ma a parte questo, nessun dispositivo - tecnico o umano - è stato messo in atto al momento per impedire che le vetture si riempiano oltre i limiti calcolati. Il personale non basta. La sindaca Raggi intanto ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al sottosegretario Riccardo Fraccaro per chiedere «navette» per i dipendenti pubblici al fine di decongestionare Roma dal traffico nella fase della ripartenza.
I VERIFICATORI L'Atac dopo una trattativa con i sindacati è riuscita a isolare sulla carta 900 persone da richiamare dalla solidarietà che effettivamente scenderanno poi a 500 considerando le percentuali possibili di rientro e l'effettiva presenza fisica su piazza. E queste figure - verificatori e ausiliari del traffico - saranno dislocate in prossimità dei capolinea principali e delle stazioni della metro - non più di 60 sulle 125 totali - con il compito di verificare gli ingressi, impedire che salgano più persone e dare informazioni all'utenza. Lo sforzo non garantirà anche a terra un controllo capillare. In tutta la città ci sono infatti 8 mila fermate solo dei bus e controllarne una a una significherebbe avere altre 8 mila persone impegnate ogni giorno nelle verifiche. E durante i tragitti soprattutto quelli dei bus che attraversano Roma per chilometri e chilometri? Il risultato lo spiegano i sindacati: «L'assistenza sarà garantita solo nelle stazioni e nei capolinea con maggior afflusso di passeggeri - spiega Daniele Fuligni dalla Filt Cgil - La periferia rischia di non avere una adeguata assistenza in un momento di parziale riapertura delle attività lavorative che sarà caratterizzato dalla imprevedibilità dei flussi di passeggeri». L'autista - come già previsto nel caso di risse a bordo o aggressioni - potrà allertare la sala operativa dell'Atac o direttamente le forze dell'ordine. Le volanti di polizia o le gazzelle dei carabinieri più vicine potranno intervenire e nel caso far scendere le persone. L'unica speranza per evitare le resse a bordo soprattutto nelle ore di punta è che il numero dei potenziali utenti resti basso anche a fronte dei posti disponibili ogni giorno. In base al riordino per la sicurezza anti-Covid 19, infatti, sono saltati solo per i bus 300 mila posti al giorno.
Non solo controlli al minimo, ma anche zero multe. La Fase 2 del trasporto pubblico rischia di partire in salita, almeno sul fronte degli strumenti per far rispettare l'obbligo di mascherina e il contingentamento per viaggiare su bus, treni e tram. Nell'ordinanza regionale che disciplina il Tpl mancano le sanzioni per i trasgressori. E che invece erano previste nelle bozze dell'ordinanza che sono rimbalzate per tutta la giornata tra la Pisana e Campidoglio. In un primo tempo era stato messo nero su bianco che «il mancato rispetto delle misure di contenimento è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 400 a euro 3.000». Dando, come per la vendita dei biglietti, «l'accertamento della violazione» agli addetti al controllo presso fermate, capolinea e banchine delle stazioni».
I FLUSSI Martedì si riunirà il Comitato dell'ordine e della sicurezza pubblica e non è detto che il tema delle sanzioni, come quello dei controlli, torni al centro delle discussioni. Per il resto, l'ordinanza prevede che l'ultima corsa di bus e metro sarà alle 23.30. Con troppi passeggeri a bordo, il conducente potrà saltare una fermata per evitare che ne salgano altri. Sui mezzi - dove non si potrà attivare la funzione ricircolo dell'aria condizionata - si potranno ospitare un numero di viaggiatori pari al 50 per cento dei posti omologati. Obbligatori anche i sistemi di controllo e vigilanza come i contapasseggeri, l'igienizzazione e la sanificazione delle vetture, adesivi sui sedili da non occupare, il distanziamento di un metro, dispenser con gel dove necessario. Ingresso e discesa avverranno da porte diverse. Sul fronte di taxi e Ncc, obbligo di mascherina per il conducente. Potranno viaggiare, ma dietro, solo due clienti. Consigliato l'uso di paratorie divisorie.