Data: 11/03/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Bonus famiglia in bolletta cambiano gli incentivi Per le imprese credito d'imposta del 45% ma solo se il gas sale oltre una certa soglia
ROMA Il tempo è quasi scaduto. A fine mese, il 31 marzo, cesseranno tutti gli incentivi che fino ad oggi hanno "calmierato" le bollette delle famiglie e delle imprese. Il governo, dunque, è al lavoro per introdurre nuovi meccanismi di aiuto. Sul tavolo c'è un "bonus famiglie", il rinnovo dei "bonus sociali" e un nuovo credito di imposta per le imprese. La prima misura, che partirebbe dal primo luglio, prevede un prezzo dell'energia più basso per le famiglie che riducono i consumi rispetto all'anno precedente di una certa percentuale. Oltre la soglia che sarà stabilita, si pagherà il prezzo di mercato. L'Arera, l'Autorità dell'energia, è stata incaricata di verificare che questo meccanismo sia attuabile e sostenibile. L'altra misura sul tavolo è la conferma del "bonus sociale", lo sconto sulla bolletta fino a 88 euro al mese per chi ha un Isee inferiore a 15.000 euro e che ha coinvolto fino ad oggi 8 milioni di utenti. Il terzo intervento riguarda le imprese. Il credito di imposta sul prezzo del gas e dell'elettricità fino al 45 per cento previsto dall'ultima manovra di bilancio, scatterà solo se il prezzo del metano supererà una certa soglia.
IL PACCHETTO - A questo pacchetto ha lavorato il ministero dell'Economia. Il problema che il governo deve affrontare è se e come uscire dall'attuale sistema di incentivi che, per le famiglie, prevede l'azzeramento in bolletta dei cosiddetti "oneri di sistema". Si tratta di una serie di voci che poco hanno a che fare con l'acquisto dell'energia, ma che hanno un peso rilevante sul costo della bolletta: valgono più o meno il 20 per cento del conto finale. Insomma, se questi oneri tornassero nelle bollette, finirebbero per mangiarsi tutto, o quasi, il beneficio del calo dei prezzi che ad aprile dovrebbe portare a minori costi per la luce tra il 20 e il 25 per cento. Nel governo c'è chi spinge per una sorta di "normalizzazione", come già fatto con benzina e diesel, i cui sconti sulle accise sono stati cancellati dal primo gennaio di quest'anno. Nulla in realtà è stato ancora deciso definitivamente, come ha ricordato ieri il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. «Stiamo facendo una valutazione in questi giorni in raccordo con il ministero dell'Economia che tiene i cordoni della borsa» ha detto Pichetto a Skytg24, spiegando che «questo influirà nell'inserire anche tutto, in parte o nulla i cosiddetti oneri di sistema nella bolletta. Per un nuovo intervento bisogna andare con cautela» ha aggiunto confermando che «il trend è buono» e un «altro ribasso del 20% della prossima bolletta elettrica» è probabile. Una delle questioni centrali, insomma, è la sostenibilità per i conti dello Stato degli incentivi che, fino ad oggi, sono costati qualcosa come 100 miliardi di euro, poco meno di quanto speso per il Superbonus pure bloccato dal governo con il decreto del 16 febbraio scorso.
IL DESTINO - Il destino degli oneri di sistema agita anche le associazioni dei consumatori. Il Codacons, per esempio, ha fatto sapere di essere pienamente favorevole all'ipotesi di un bonus da riconoscere alle famiglie che hanno ridotto i consumi di luce e gas, ma ha anche detto di ritenere indispensabile prorogare il taglio degli oneri di sistema per tutto il 2023. «È fondamentale», ha detto il presidente Carlo Rienzi, «che assieme al bonus energia il governo si impegni a tagliare gli oneri di sistema in bolletta in scadenza il prossimo 31 marzo almeno per tutto il 2023, considerando che tale voce pesa per il 22% sulle bollette elettriche e per il 5% su quelle della luce, oneri che sono costati solo nel 2020, prima dei tagli imposti dal Governo, ben 12,4 miliardi di euro alle famiglie italiane».
Stessa linea anche per l'Unione nazionale consumatori. «È di tutta evidenza», ha spiegato il presidente Massimiliano Dona, «che se gli sconti restassero solo per chi consumerà meno rispetto a quest'anno, si tratterebbe di un escamotage e una scusa per non rinnovare il taglio fiscale delle bollette».
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