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Data: 14/04/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Bollette, nuovi rincari «In autunno l'energia crescerà fino al 25%» `Besseghini (Arera): «Col freddo ci sarà l'impennata delle tariffe» Dal 2024 luce e metano senza aiuti Bruxelles boccia i sostegni a pioggia

ROMA Non è finita. Dopo i forti tagli del 2023 la febbre dei rincari in bolletta si preannuncia per la seconda metà dell'anno. Per l'elettricità, famiglie e piccole imprese potrebbero spendere il 10% in più nel terzo trimestre, mentre i rincari saliranno del 25% nel periodo che va da ottobre a dicembre, in pieno inverno. Stessa dinamica, ma più contenuta, per il gas naturale: le tariffe sono previste al rialzo «per il terzo e quarto trimestre, rispettivamente del 5% e del 15% rispetto alle quotazioni del secondo trimestre».
L'allarme arriva dal presidente dell'Arera, Stefano Besseghini, intervenuto ieri alla Camera presso le Commissioni Finanze e Affari Sociali per fare il punto sul decreto Bollette e i nuovi bonus riscaldamento che partiranno ad ottobre anche per premiare i risparmi.
Le quotazioni dei mercati all'ingrosso del gas naturale per i prossimi mesi «hanno di recente nuovamente mostrato volatilità crescente», ha avvertito l'Autorità. Sul gas, infatti, «incide la stagionalità», ricorda Besseghini. «Quando si avvicina l'inverno, probabilmente vedremo un pò di rimbalzi del prezzo, anche per effetto della rimozione di quegli elementi di protezione che erano stati introdotti precedentemente ma in una spesa complessiva per le famiglie che andrà comunque riducendosi, per l'inevitabile avvicinarsi ed inoltrarsi nella stagione calda». Se confermate le stime Arera, si tratterebbe di una stangata pari a 317 euro annui a famiglia (+160 euro l'elettricità, +157 euro il gas) rispetto alle tariffe attuali, stima il Codacons che chiede al governo di non farsi trovare impreparato. Lo stesso Besseghini in qualche modo chiede al governo di stringere i tempi e prepararsi ai nuovi rincari, con tanto di decreto attuativo per il "contributo" sul riscaldamento che scatta nel caso i prezzi medi del gas superino 45 euro per megawattora (le quotazioni medie di aprile sono di 47 euro).
LA SOGLIA - «I "forward" di questo momento (le aspettative di prezzo per i prossimi mesi, ndr)», ha puntualizzato Besseghini, «ci dicono che il "trigger" del contributo si attiverebbe, quindi dobbiamo lavorare nell'ottica di essere pronti per poterlo erogare». L'articolo 3 del decreto prevede la possibilità di erogare, previa adozione di un decreto interministeriale, un contributo in quota fissa e differenziato per zone climatiche a parziale compensazione delle spese di riscaldamento sostenute dalle famiglie, ad eccezione di quelle già titolari del bonus sociale. Un bonus che si applica solo nei mesi invernali che potrebbe riguardare oltre 18 milioni di utenze (pari a 23,5 milioni di clienti domestici residenti meno circa 5 milioni di titolari di bonus sociale).
LE CRITICITÀ SUI TEMPI - Ma è sui tempi di copertura del bonus che si concentrano le perplessità dell'Autorità, preoccupata che le famiglie rimangano senza aiuti. «L'orizzonte della misura bonus riscaldamento limitato al solo trimestre ottobre-dicembre 2023», scrive nella memoria il presidente, «presenta criticità sotto il profilo della protezione dei consumatori nell'intero periodo invernale 2023/24, dato che eventuali prezzi elevati del gas nei mesi tra gennaio e marzo 2024 non darebbero luogo al contributo previsto». Non solo: tre mesi di copertura non sembrano giustificare l'impegno chiesto ai venditori per adeguare i sistemi di fatturazione. Di qui i dubbi sottolineati per «il rapporto benefici/costi dell'implementazione della misura che richiede importanti aggiustamenti dei sistemi informativi dei venditori».
Attenzione quindi ai tempi di implementazione della misura. Affinché sia concesso agli operatori il tempo tecnico necessario per rendere il contributo efficace già dal primo mese di attuazione, «è essenziale che il previsto decreto del ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, di concerto con il ministro dell'Economia e delle Finanze, sia effettivamente adottato quanto prima, tenendo conto anche dei tempi necessari per la successiva consultazione prodromica al provvedimento dell'Autorità».
I CONTATORI INTELLIGENTI - Inoltre, Besseghini si concentra sulle modalità di applicazione. «Si ritiene necessario chiarire, in sede di conversione del decreto-legge in esame, che il contributo in quota fissa e differenziato per zone climatiche deve essere applicato tramite le bollette elettriche». Grazie anche ai contatori intelligenti, questo «permette di raggiungere tutta l'utenza domestica residente e di erogare il contributo indipendentemente dal tipo di combustibile utilizzato per il riscaldamento». E in quanto erogato in quota fissa «costituisce un incentivo al risparmio energetico».
Infine, va scelta «la soluzione meno complessa sotto il profilo dell'attuazione», data la vastità della platea. L'Autorità considera possibili due opzioni di finanziamento della misura. La prima prevede il trasferimento delle somme stanziate alla Csea (come già avviene per il bonus sociale) e da questi alle imprese distributrici (di energia elettrica, per quanto detto sopra) che a loro volta passerebbero i fondi ai venditori. Una seconda opzione più semplice prevede, invece, un ruolo dell'Agenzia delle Entrate, che girerebbe le risorse che direttamente alle società di vendita. Il modello, in questo caso, è quello già scelto per gli aiuti in bolletta decisi dai tedeschi.
 
Dal 2024 luce e metano senza aiuti Bruxelles boccia i sostegni a pioggia
 
ROMA Nel 2024, tra pochi mesi, sarà messo un punto agli aiuti per il caro energia. Gli sconti sulle bollette del governo non saranno prorogati oltre il 31 dicembre prossimo, soprattutto se il prezzo del gas si manterrà sui livelli attuali. È una delle indicazioni che emerge dal Def, il Documento di economia e finanza appena pubblicato dal ministero dell'Economia.A dire il vero, ricorda lo stesso Def, è stata la Commissione europea nelle sue ultime linee guida sulle politiche di Bilancio dei Paesi membri a "consigliare" di mettere fine agli aiuti non appena possibile. Le linee guida della Commissione, spiega il Documento di economia e finanza, «indicano che se i prezzi dell'energia rimanessero stabili al livello attuale o continuassero a calare, le misure di sostegno dovrebbero essere eliminate nel 2024. Nel caso ciò non accadesse», prosegue il documento, «il sostegno dovrebbe essere mirato a proteggere le famiglie e le imprese più vulnerabili, in modo da ridurre i costi delle misure sul bilancio pubblico e incentivare il risparmio energetico».
Il governo italiano in realtà, ha già iniziato il suo percorso di uscita dagli aiuti "generalizzati" contro il caro energia. La prima misura a cadere è stata lo sconto sulle accise di benzina e diesel, azzerato a inizio di quest'anno. Con l'ultimo decreto "bollette", invece, sono stati drasticamente ridotti gli aiuti per l'energia elettrica. Gli oneri di sistema sono stati riportati nelle bollette della luce, mentre è stato confermato soltanto il "bonus sociale", lo sconto per le famiglie con un Isee massimo di 15 mila euro e soltanto fino a giugno. Discorso leggermente diverso per il gas. Il taglio degli oneri di sistema in questo caso è stato parzialmente confermato fino a giugno. Ma dal prossimo mese tornerà a pesare sui conti del metano una delle componenti di questi oneri (la Ugc2). Confermato anche l'Iva agevolata al 5 per cento fino a giugno.
IL MECCANISMO - Per l'estate, poi, gli aiuti si interromperanno, per riprendere invece a ottobre con un nuovo meccanismo automatico legato al prezzo del gas (lo sconto scatterà se il costo del metano supererà i 45 euro al Megawattora). Anche questo intervento, finanziato con un miliardo di euro, si interromperà a fine anno. Cosa succederà dopo? Come detto, l'intenzione del governo è quella di fermare gli aiuti, anche per contenere la spesa pubblica. «Il venir meno, a partire dal 2024, delle misure temporanee introdotte in risposta all'aumento dei prezzi dell'energia e l'ormai completo azzeramento degli interventi eccezionali per far fronte agli effetti della pandemia», si legge nel Def, «compenserebbero gli aumenti attesi della spesa pubblica, con l'effetto finale di un progressivo calo della spesa primaria in rapporto al Pil».
Secondo le stime aggiornate nel Documento di economia e finanza, nel 2023 la spesa totale per il "pacchetto energia" sarà di 24,7 miliardi, l'1,2 per cento del prodotto interno lordo. E questo anche tenendo conto che il Tesoro ha incassato 3,9 miliardi dalla tassa sugli extra-profitti sulle aziende energetiche. Nel 2022 il costo delle misure di sostegno contro il caro energia, era costato addirittura 53,8 miliardi. L'uscita da queste misure, secondo la Commissione europea, dovrebbe aiutare il Paese a ridurre il suo deficit e rispettare i parametri di Maastricht.

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