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Data: 19/10/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Boccia sprona Marsilio: siete in ritardo Il ministro Pd arriva a Pescara per suonare la sveglia all'Abruzzo. Ma il governatore vuole gli stessi diritti del Nord

PESCARA La parola d'ordine, per l'autonomia differenziata, è andare avanti. Così il ministro arriva a Pescara per spronare l'Abruzzo. Nella fase cruciale che precede di qualche mese l'approdo della legge quadro in Parlamento, la visita istituzionale di ieri mattina in piazza Unione del ministro Pd per gli Affari regionali, Francesco Boccia, forse segna una svolta per l'Abruzzo che ha un dossier tutto ancora da approfondire, con i nodi principali della questione da sciogliere. La proposta di riconoscere maggiori forme di autonomia alle regioni a statuto ordinario, ha per ora spinto il governatore Marco Marsilio a istituire una commissione ad hoc per «avviare una fase di riflessione e confronto» delegando la consigliera regionale Antonietta La Porta. Ma l'Abruzzo non ha ancora fatto richiesta di adesione al progetto di revisione federalista del titolo V della Costituzione, voluto fortemente da regioni del Nord come Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.

IL CAPO DELLO STATO. Al termine dell'incontro a porte chiuse, ai piani alti del palazzo della Regione, con il ministro, il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri e gli assessori, Marsilio ha voluto consegnare a Boccia una bozza del documento di riforma costituzionale sull'elezione diretta del presidente della Repubblica, proposta dalla maggioranza di centrodestra abruzzese, convinto che «in uno Stato federale l'elezione diretta del Capo dello Stato sia l'antidoto a ogni tentativo di fuga o secessione».
IL GIRO D'ITALIA. In queste settimane il ministro per gli Affari regionali, ha organizzato un tour in tutt'Italia per promuovere la legge sulle autonomie differenziate che intende portare in Parlamento e approvare entro la fine dell'anno.L'obiettivo è «tenere unito il Paese», e definire entro dicembre il quadro di regole per le intese tra Stato e Regioni, raccogliendo proposte e suggerimenti dai territori, visto che ad oggi «c'è un'Italia divisa in due sul dossier delle autonomie», ha detto Boccia, «che noi vogliamo riunire non solo accettando questa sfida e dando più poteri amministrativi ai territori, ma anche fissando alcuni impegni che lo Stato deve assumere, perché l'autonomia funziona se nessuno resta indietro». Le parole di Boccia hanno subito innescato reazioni trasversali e favorevoli della politica (M5S e centrosinistra), la bocciatura della Lega e le controproposte di Cgil e Uil. Il suo riferimento è alle cosiddette «aree in ritardo di sviluppo», non solo le Regioni, ma anche le aree provinciali e quelle ancora più piccole che devono essere messe in condizione di «ottenere priorità rispetto alle aree più sviluppate, sfruttando i fondi pluriennali per gli investimenti che sono già presenti nei bilanci dello Stato, ma vanno a finire per l'80% alle zone economicamente più avanzate. Tocca a noi colmare il divario», ha assicurato Boccia, «la legge quadro servirà a questo. Diciamo sì all'autonomia, sì a maggiori responsabilità sui territori, ma no allo statalismo centrale sostituito dal centralismo regionale».
TEMPO VARIABILE. Il ministro Dem ha dettato anche i tempi: «Se la legge quadro dovesse essere approvata dal Parlamento entro la fine dell'anno», ha rimarcato, «da gennaio può iniziare la fase del confronto, che dipenderà dal ritmo che le Regioni stesse imporranno: potrà prendere un mese, un anno o i tre anni della legislatura, fino al 2023. Mi auguro che le Regioni che si erano fermate, Abruzzo compreso, riaprano il sipario del confronto istituzionale e valutino se e come rilanciare questa sfida».
FERMI AL PALO. Sono diverse le competenze che possono essere trasferite dallo Stato alle Regioni con l'adesione alla legge sull'autonomia differenziata: dal Fisco agli interventi sul rischio sismico, dalla scuola alla gestione della raccolta differenziata, dalle bonifiche all'agricoltura. «L'Abruzzo finora non ha ancora fatto alcun passo in avanti», ha ammonito Boccia, «ma se il Parlamento approverà la legge cornice, anche le Regioni che finora sono state più caute possono decidere di aderire al progetto e completare questo processo entro il 2023».
A PATTO CHE. La volontà del presidente della Regione, Marsilio, è di «chiudere la partita sulle autonomie entro un anno. Abbiamo costituito una commissione specifica», spiega, «per affrontare il tema dell'autonomia differenziata nella nostra assemblea legislativa regionale. Ma non deve diventare un argomento ideologico o di fazione politica, bensì un tema di riflessione e confronto, rispetto al quale dobbiamo capire dove possiamo esercitare meglio le competenze tra Stato e Regioni. Abbiamo colto l'occasione per ricordare al ministro che il percorso di rafforzamento delle autonomie territoriali deve essere fatto in una cornice di unità nazionale e sopratutto di solidarietà tra le Regioni più forti e quelle più deboli. Questo per garantire la coesione e i diritti di cittadinanza a tutti. Ma

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