Data: 30/12/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Bilancio, tagli per 50 milioni Il consiglio vota nella notte. Tagli al trasporto pubblico, al quale vengono sottratti 8 milioni, con pesanti contraccolpi dopo le privatizzazioni e i tagli di chilometri già operati nel recente passato.
«La Regione non ha programmazione» Il centrosinistra: le quattro Asl in forte passivo nonostante i 108 milioni dell'emergenza Covid. Marcozzi (M5S): «Un attacco vero e proprio alle tasche di cittadini, famiglie e imprese» L'AQUILA «Un bilancio in linea con il momento storico che stiamo vivendo». Alla fine la sintesi della legge di Stabilità regionale 2021 la fa il leghista Emiliano Di Matteo. Nella manovra da 4,8 miliardi di euro, vengono confermati i tagli dell'8% in tutti i principali capitoli di spesa, per complessivi 50 milioni. Tagli inevitabili, dice il centrodestra, perché andavano compensate in qualche modo i mancati trasferimenti dello Stato e il minor gettito delle entrate tributarie regionali, ridottosi a causa del Covid.
I LAVORI È ormai notte inoltrata quando il consiglio, interrotto dal presidente Lorenzo Sospiri poco dopo le 18 al termine della discussione generale, riprende i lavori per la discussione degli emendamenti. Durante la sospensione, viene trovata una faticosa quadra su alcune proposte di modifica presentate dall'opposizione per riformulare alcuni articoli.
ARTICOLO 6 A finire nel mirino della minoranza è, in particolare, l'articolo 6, che, nella versione originaria, prevedeva altri tagli in aggiunta a quelli lineari dell'8%. «In sostanza», spiega il capogruppo del Pd, Silvio Paolucci, «si proponeva di limitare un 10% delle spese dei vari settori ad entrate del tutto aleatorie. Per intenderci, ai trasporti veniva concesso di impegnare soltanto il 90% di quanto stanziato: il restante 10% sarebbe stato spendibile soltanto se ci fossero state le entrate previste. Una norma illegittima, perché avrebbe messo a repentaglio contratti di servizio già firmati». Alla fine di un lungo confronto politico, questa parte, che, a detta del centrosinistra, avrebbe esposto la legge a un'impugnazione praticamente certa da parte del Governo, è stata riscritta e l'ulteriore taglio scongiurato.
FEBBO: «NESSUNA BOCCIATURA DAI REVISORI»Alle altre critiche dell'opposizione, che aveva contestato l'impianto generale della manovra, replica il capogruppo di Forza Italia, Mauro Febbo: «I tagli sono ascrivibili esclusivamente alle scelte poco responsabili del Governo giallorosso, che ci ha ridato solo 40 dei 108 milioni anticipati per l'emergenza Covid e che ci ha tagliato 32 milioni di euro sul fondo perequativo. Eppure, nonostante tutto, siamo riusciti ad approvare una manovra che non introduce nuove tasse e non ricorre a nuovo indebitamento. Non abbiamo fatto tagli lineari, ma abbiamo eliminato le spese superflue, rifinanziando tutti i capitoli necessari. Quando quelle risorse ci saranno ristorate, come ci è stato promesso dal Governo, saranno coperte anche le voci che oggi non trovano soddisfazione». In merito alle osservazioni mosse dal collegio dei revisori dei conti, l'esponente forzista ha risposto: «Non c'è stata nessuna bocciatura, come ha detto l'opposizione, tant'è che il documento si conclude con un parere favorevole».
GLI ARTICOLI "BAVAGLIO" RITIRATIDurante la discussione generale, saltano anche gli articoli 15 e 16, che l'opposizione aveva ribattezzato "norme bavaglio" perché stabilivano che gli emendamenti presentati in commissione e in consiglio dovessero essere preventivamente approvati dal collegio dei revisori dei conti e dalla giunta. «Se fossero stati confermati, avrebbero tolto qualsiasi autonomia al consiglio», sottolinea Paolucci. È lo stesso presidente Sospiri a stralciare i due articoli in quanto «non attinenti al disegno di legge».
«UN BILANCIO SERIO» «La Regione è un ente che vive di trasferimenti», sottolinea Emiliano Di Matteo, «a meno che non decida di aumentare le entrate attraverso la leva fiscale. Con 50 milioni di trasferimenti in meno era evidente che dovessero essere fatti dei tagli di questa portata ma sono convinto che già nella prossima Conferenza Stato-Regioni il vuoto verrà colmato. È un bilancio serio, in linea con il momento storico che stiamo vivendo e che permette di guardare al 2021 con la giusta dose di ottimismo».
M5S:«ATTACCOALLE TASCHE DEI CITTADINI»«Un attacco vero e proprio alle tasche dei cittadini, con tagli trasversali sulle risorse per famiglie, imprese, trasporti e tantissimi altri settori nevralgici per la vita dei cittadini», è il commento della capogruppo dei Cinque Stelle, Sara Marcozzi, «questa seduta di bilancio è stata contraddistinta dalla fretta, dal pressapochismo e dalla ormai classica mancanza di programmazione a cui il centrodestra ci ha abituato fin dall'inizio della legislatura. Il nostro giudizio non può che essere totalmente negativo nei confronti di una manovra che intacca negativamente sia la quotidianità che la qualità della vita di tanti abruzzesi».
«La Regione non ha programmazione» Il centrosinistra: le quattro Asl in forte passivo nonostante i 108 milioni dell'emergenza Covid L'AQUILA Un bilancio di "tagli alla romana". I consiglieri regionali di centrosinistra ricorrono a un gioco di parole per bocciare la manovra finanziaria 2021 presentata dalla maggioranza. «Alla romana», ha affermato il capogruppo del Pd, Silvio Paolucci nella conferenza stampa convocata prima dell'inizio del consiglio, «perché romana è la provenienza di Marsilio ma anche perché ogni settore dovrà pagare, come si fa al ristorante, in ragione dei tagli apportati. Tagli lineari in tutti settori, per complessivi 50 milioni di euro». Insieme a Paolucci hanno partecipato alla conferenza stampa anche Pierpaolo Pietrucci, Dino Pepe e Antonio Blasioli (Pd), Americo Di Benedetto (Legnini Presidente), Sandro Mariani (Abruzzo in comune), Marianna Scoccia (gruppo Misto).
I TAGLI Uno dei settori più colpiti dai tagli, hanno osservato le opposizioni, è il sociale: «Prendiamo ad esempio i ticket socio-sanitari», ha sottolineato Paolucci, «ovvero i trasferimenti che la Regione riconosce alle famiglie per evitare che sostengano costi gravosi quando gli anziani, i disabili, i più fragili si trovano in strutture di ricovero extra-ospedaliere. Ebbene, la giunta regionale decide per una sforbiciata enorme su queste risorse, così come sui fondi che erano concessi alle Province per il trasporto dei disabili. In totale il sociale subirà tagli per 12,5 milioni. Al trasporto pubblico, al quale vengono sottratti 8 milioni, con pesanti contraccolpi dopo le privatizzazioni e i tagli di chilometri già operati nel recente passato. Altri 8 milioni vengono tolti all'istruzione e al diritto allo studio, 2,3 milioni al settore agricolo, 750 mila euro alla Protezione civile, nonostante l'emergenza pandemica, che richiederebbe sforzi maggiori per fronteggiare la crisi in corso, 600 mila euro alla cultura. Infine altri 15 milioni sono tagliati ai settori restanti, dallo sport al sostegno alle imprese che ancora attendono gli stanziamenti promessi col Cura Abruzzo 1 e 2».
SANITÀ Durante i lavori delle commissioni, hanno detto i consiglieri, «ci hanno informato che le quattro Asl, sul 2020, hanno accumulato un deficit di 44 milioni di euro, nonostante la Regione abbia ricevuto 108 milioni solo per l'emergenza Covid, cui si aggiungono altri 32 milioni di fondo sanitario. Dopo due anni di questo governo regionale, inoltre, non c'è ancora alcuna programmazione sulla rete ospedaliera: gli investimenti sono fermi. Durante i lavori in commissione è stato confermato che sono disponibili 500 milioni per l'edilizia sanitaria ma sono quelli lasciati in eredità dal centrosinistra, 143 dei quali già trasferiti per cassa e fermi, per la totale incapacità di deciderne la programmazione. Con risorse disponibili, attendiamo ancora gli investimenti su L'Aquila, Avezzano, Teramo, Giulianova, Sulmona, Penne, Chieti, Lanciano e Vasto».
UN BILANCIO LAMPO Il centrosinistra ha criticato anche il metodo con cui la sessione di bilancio è stata condotta dal centrodestra: «È stata la sessione più corta della storia della Regione. Il provvedimento è entrato in commissione lunedì alle 11, e oggi (ieri, ndc) andremo in aula senza aver riunito la prima per l'esame finale. Se non ci fosse stato l'emendamento Imprudente nel corso della giunta, non avrebbero consegnato il bilancio a consiglieri e revisori con cinque giorni di ritardo. Come l'anno scorso col famoso "pizzino", infatti, la Lega ha imposto di inserire subito un emendamento modificativo al testo nel corso dei lavori dell'esecutivo, e non durante i lavori dell'aula, costringendo dunque alla riscrittura del provvedimento».
RISCHIO IMPUGNATIVA «Le criticità da noi evidenziate sono esposte anche nel parere del collegio dei revisori dei conti», hanno concluso i consiglieri, «e così com'è, il bilancio è un atto politicamente impresentabile, che rischia di essere impugnato dal Governo»
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