PESCARA Quando il solista non ha la voce per farsi ascoltare è meglio affidarsi al coro. Un po' quello che hanno pensato Abruzzo, Marche, Molise e Puglia mettendo insieme un progetto infrastrutturale per il rilancio della dorsale del Medio Adriatico dove i treni non conoscono l'Alta velocità «mentre sul Tirreno ricordava ieri Marco Marsilio viaggiano a 300 all'ora». Il presidente della Regione ha portato ieri gli altri tre colleghi a Pescara per la firma del Protocollo d'intesa che nelle prossime ore approderà sul tavolo di Palazzo Chigi. Si bussa tutti insieme a Roma per chiedere una linea ferroviaria all'altezza di un bacino di utenza di 7milioni di abitanti, un'autostrada dove la terza corsia non si interrompa nelle Marche; porti meglio collegati e che non debbano lottare ogni giorno con l'insabbiamento dei fondali. E un sistema aeroportuale altrettanto funzionale allo sviluppo e al turismo. Assente solo il governatore della Puglia, Michele Emiliano, trattenuto a Bari per l'emergenza Covid.
Gli altri due: il neo presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli e quello del Molise, Donato Toma, sono apparsi piuttosto determinati in questa iniziativa di riscatto dei propri territori: «Lui ha detto Toma indicando Marsilio è il nostro Altbobelli: dobbiamo passargli la palla per fare gol di testa». Dunque sarà l'Abruzzo a guidare l'intesa a quattro. «Mai prima d'oggi sottolinea dal canto suo Marsilio si era giunti a un progetto di così area vasta per il recupero del ritardo che colpisce da sempre la dorsale adriatica del centro-sud Italia». E non si tratta solo di fare correre di più i treni fra Ancona e Brindisi. «L'autostrada A14 è vecchia e superata dice ancora Marsilio -, anche qui si scontano decenni di ritardo. Per non parlare dell'emergenza porti e aeroporti». Il presidente delle Marche, Acquaroli, ha parlato di «infrastrutture necessarie anche per potenziare l'asse di comunicazione con l'altra sponda dell'Adriatico. Il momento - ha aggiunto è propizio: si passa dal Recovery fund ai finanziamenti destinati a potenziare il sistema infrastrutturale del Paese. Ecco perché è importante il dialogo fra i territori».
Un concetto di squadra ribadito anche dal presidente del Molise, Toma: «La mia è una piccola regione e da soli non si va da nessuna parte. Lo sviluppo delle aree vaste è il futuro. Noi, oggi, con la firma di questo protocollo siamo già nel futuro». Tre presidenti di Regione del centrodestra. Uno (Emiliano) del centrosinistra, con Marsilio e Acquaroli espressione dello stesso partito: quello di Giorgia Meloni. «Noi dice ancora Marsilio ci inseriamo nel dibattito nazionale senza assumere posizioni di parte, per dialogare non come singole regioni ma mettendone insieme addirittura quattro. Ci dispiace solo che a causa dell'emergenza Covid non abbiamo potuto celebrare questo evento come avremmo voluto, alla presenza delle parti sociali, degli enti locali, dei portatori d'interesse». Nel progetto a quattro si punta soprattutto all'incorporazione delle Reti Ten-T nell'intera dorsale adriatica, superando la disattenzione che oggi fa del tratto Bari-Ancona una sorta di terra di nessuno rispetto piano europeo sul trasporto intermodale. Passaggio strettamente legato all'attuazione delle Zes (Zone economiche speciali), anche queste presenti nel protocollo firmato ieri assieme al completamento del Corridoio Baltico-Adriatico e all'ampliamento di quello Scandinavo-Meditateranneo, lungo la direttrice nord-sud. Tutto naturalmente ricondotto alla strategia della Macroregione Adriatico-Ionio (Eusair), strumento primario di governance e programmazione dell'area.