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Data: 25/11/2020
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Autostrade A24, pilastri nel mirino già sequestrati diciotto milioni. Strada dei Parchi: «Il Pef mai bocciato inadempienza del Mit»Gli atti della procura: dalle manutenzioni mancate a quelle pagate con la riscossione dei pedaggi

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TERAMO Lo stato di degrado dei viadotti teramani sull’A24 tra Isola e Cerchiara dovuto all’omessa manutenzione ordinaria da parte di Strada dei Parchi secondo la Procura emergerebbe chiaramente dai programmi ordinari di manutenzione, mai approvati dal Mit, composti da una scheda previsionale e una relazione tecnica. Anni di programmazione di spesa in cui, quando dal 2011 la concessionaria aveva già riscontrato fenomeni di ammaloramenti e degrado delle opere, non ha mai previsto interventi agli appoggi, ai ritegni, alle pile, agli impalcati alle travi e agli elementi strutturali dei sette viadotti oggi sotto inchiesta. Ventisei sono i milioni di euro che la Procura è riuscita a far sequestrare in via preventiva, al momento sono 18 quelli trovati nelle disponibilità delle casse. Le ipotesi di reato contestate a Lelio Scopa, nella sua veste di presidente del cda di Strada dei Parchi; Cesare Ramadori, amministratore delegato; Mauro Fabris, vice presidente; Igino Lai, direttore generale; Marco Carlo Rocchi e Gabriele Nati, direttori operativi, sono, in concorso, l’inadempimento di contratti di pubbliche forniture per non aver adempiuto agli obblighi di manutenzione ordinaria per i sette viadotti della tratta teramana: San Nicola (1 e 2), Grotte, Cerchiara, Cretara, Biselli, Collecastino e Temperino; in concorso attentato alla sicurezza dei trasporti, perché nelle rispettive qualità, hanno mantenuto aperti i viadotti pericolosi di Collecastino (fino al 5 gennaio 2019), Temperino e San Nicola. Scopa, Fabri e Ramadori, devono rispondere, in concorso, di abuso d’ufficio continuato. Nel decreto di sequestro del gip di Teramo Roberto Veneziano si ricostruisce la vicenda del nuovo Piano economico finanziario, in discussione dal 2014, scaduto nel 2013. I contenuti salienti della proposta bocciata prevedevano il prolungamento della concessione per 10 anni, fino al 2040; investimenti per 3.140 milioni di euro di cui 2.000 pubblici; aumento delle tariffe del 2,5% medio per il periodo 2020-2022 e di 3,27 nel periodo 2023-2040; apporto di capitale proprio per 257 milioni; autofinanziamento per 3.140 milioni; estinzione del credito Anas per 650 milioni. Nel 2013 SdP ha predisposto inizialmente una proposta da 5.429 milioni che, prevedendo un nuovo percorso autostradale, è stata bocciata dai tecnici Mit. Un’indagine complessa, affidata alla Finanza, che ha portato alla luce affidamenti diretti e infragruppo da parte proprio di Strada dei Parchi per un ammontare massimo al 60% dell’importo, ampiamente superata secondo gli investigatori. Da qui l’accusa di abuso d’ufficio. Con la Procura che chiaramente sostiene che Strada dei Parchi non ha mai provveduto con risorse proprie ad effettuare i lavori di manutenzione, ma lo ha fatto con i soldi che provengono dalla riscossione delle tariffe dei pedaggi.

STRADA DEI PARCHI: «IL PEF MAI BOCCIATO INADEMPIENZA DEL MIT»

PESCARA Il Piano economico finanziario presentato da Strada dei parchi per la messa in sicurezza della A24 e A25 sarebbe stato “bocciato” dalla Commissione europea a fine 2019 per “violazione della concorrenza”. Questo il retroscena ricostruito dall’Ansa sulle motivazioni che avrebbero spinto il gip di Teramo, Roberto Veneziano, al sequestro preventivo di beni per 26milioni di euro riconducibili a società e amministratori legati alla concessionaria Strada dei parchi. In particolare nel mirino del gip sarebbero finiti il prolungamento del contratto di concessione per 10 anni, con scadenza nel 2040 e gli investimenti messi nero su bianco nel Pef: 3.140 milioni, di cui 2.000 pubblici, accompagnati da un aumento medio dei pedaggi. Nelle stesse motivazioni il gip ha anche ricostruito la proposta presentata dalla concessionaria nel 2013: investimenti complessivi per 5.429 milioni, comprensivi di un progetto di variante dell’attuale tracciato autostradale. Quest’ultimo bocciato poi dal Mit. Strada dei parchi rompe la consegna del silenzio respingendo come “infondata” la notizia di una bocciatura da parte di Bruxelles del Piano economico finanziario: «Si ricorda che la revisione del Pef fu resa obbligatoria dalla legge 228 del 2012 che, a seguito del terremoto dell’Aquila del 2009, impose la messa in sicurezza antisismica delle infrastrutture autostradali. Dopo anni di confronto con i ministeri dei Trasporti e dell’Economia – continua la nota -, la cui estenuante lunghezza non può essere attribuita al concessionario, nel 2019 il nuovo Pef fu finalmente predisposto dal Mit e dal Mef d’intesa con il concessionario ». I passaggi successivi sarebbero stati l’approvazione da parte dell’Autorità dei Trasporti (luglio 2019) e la presa d’atto dell’allora ministro Toninelli e del Cipe, in attesa della tappa successiva alla Commissione europea. Passaggio, ricorda ancora la concessionaria, che avvenne durante il cambio di guardia tra i due governi Conte, dunque tra i ministri Toninelli e De Micheli. A questo punto la Commissione Ue (siamo tra l’ottobre e il dicembre dello scorso anno) avrebbe per ben due volte chiesto chiarimenti al Mit, senza ricevere mai risposta. Al punto da vedersi costretta (comunicazione del 23 gennaio 2020) all’archiviazione procedimento alla luce di “mancanza di riscontro da parte delle autorità italiane”. Da qui il successivo commissariamento del Mit su iniziativa del Consiglio di Stato (ieri la nomina di Maurizio Gentile). Dunque, nessuna “bocciatura” del Pef da parte di Bruxelles, secondo la precisazione di Strada dei parchi. L’Europa si sarebbe semplicemente limitata ad “allargare le braccia” di fronte ai ritardi della corrispondenza romana.

 

 


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