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Data: 01/03/2024
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Autostrada A25, viadotti degradati la Procura chiede sette condanne

PESCARA Udienza con rito abbreviato ieri mattina al Tribunale di Pescara per i 7 imputati nel processo sulla sicurezza di alcuni viadotti sull'autostrada A25. Nello specifico quattro viadotti nel tratto Torano-Pescara, quelli di Popoli, di Bussi sul Tirino, alle Gole di Popoli e allo svincolo di Bussi. Il Pm Luca Sciarretta ha chiesto sette condanne per altrettanti imputati per inadempimento nel Contratto pubbliche forniture e altrettante assoluzioni per l'accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti. Gli imputati sono l'allora amministratore delegato di Strada dei Parchi Cesare Ramadori, il direttore generale di esercizio Igino Lai, i dirigenti Lelio Scopa, Mario Bellesia, Gabriele Nati, Marco Rocchi e Marco Pelliciardi. Per tutti la pubblica accusa ha chiesto un anno e sei mesi più 5.000 euro di multa.

I fatti contestati si riferiscono al 2018 quando un'ordinanza impose la limitazione del traffico sullo svincolo di Popoli. Secondo il perito incaricato dalla Procura, Bernardino Chiaia del Politecnico di Torino, «non ci sarebbe mai stato pericolo di crollo, nonostante i piloni visibilmente ammalorati, ma solo precauzione dopo la tragedia del Ponte Morandi a Genova».

Tra le parti civili c'è il Codacons il cui coordinatore regionale Fabrizio Foglietti ha ribadito: «Vi ricorderete quando si staccavano i pezzi delle travi di acciaio come biscottini - ha riferito - evidenziando una carenza di manutenzione che per fortuna, a differenza del Ponte di Genova, era fin troppo visibile, ed è questo che ci ha salvati». Di contro, gli avvocati difensori degli imputati hanno prodotto le sentenze dei tribunali di Teramo e L'Aquila che per le stesse accuse, su viadotti ricadenti nelle rispettive province, hanno assolto con formula piena i dirigenti di Strada dei Parchi e di società collegate. Il Gup Francesco Marino ha annunciato la lettura del dispositivo di sentenza il prossimo 4 aprile.

Assolti con formula piena con il rito abbreviato «perché il fatto non sussiste» anche a Teramo, così come all'Aquila lo scorso marzo, il patron di Strada Parchi Carlo Toto e i vertici della società erano stati assolti «perchè il fatto non esiste. Così come stabilito dal giudice Lorenzo Prudenzano al termine del rito abbreviato scelto da tutti, non ci sono prove per dimostrare che i reati contestati agli imputati siano stati commessi da loro.

«Ci fa piacere che il tribunale di Teramo, dopo quello dell'Aquila, abbia riaffermato le nostre tesi ed escluso ogni responsabilità in ordine alle imputazioni che erano state ascritte aveva commentato l'avvocato Augusto La Morgia, difensore anche di Carlo Toto - È il ristabilire della verità dopo tanti anni di processi penosi da un punto di vista di chi li ha subiti, per le sofferenze che ha comportato». «Ci teniamo a ribadire che questa è la seconda sentenza di assoluzione aveva aggiunto l'avvocato Paolo Appella perché due mesi e mezzo fa il tribunale dell'Aquila, in un processo identico, con gli stessi imputati, ha assolto perché il fatto non sussiste».

Immediata era stata anche la nota del gruppo Toto: «La nuova e ulteriore assoluzione è di grande rilevanza sia perché rappresenta motivo di rassicurazione per tutti gli utenti delle tratte autostradali interessate, sia perché tale esito dei procedimenti penali intentati nei confronti di Strada dei Parchi e dei suoi amministratori smonta in modo incontrovertibile e in via definitiva le ragioni, infondate».


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