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Data: 19/06/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Autorità portuale, scontro Regioni-Governo I presidenti FdI di Marche e Abruzzo attaccano il ministero. Il Pd: «Sono passacarte della Meloni»

PESCARA La nomina del presidente dell'Autorità portuale dell'Adriatico centrale divide Regioni e Governo. Dopo la bocciatura di Matteo Africano da parte della commissione Trasporti al Senato, approvata invece alla Camera, interviene il presidente delle Marche Francesco Acquaroli: «Ci aspettiamo che il ministro Enrico Giovannini proceda alla nomina da lui proposta e porti a conclusione l'iter, restituendoci finalmente il presidente dell'Autorità portuale», dichiara Acquaroli, «Una scelta diversa darebbe spazio all'ipotesi che non siano state fatte le dovute verifiche da parte del ministero e questo sarebbe molto grave. Mi sono sentito con il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio per confrontarmi rispetto alle vicende legate all'Autorità portuale. Avevamo chiesto al ministro la possibilità di ampliare la rosa di nomi tra cui scegliere e, alla fine, però la terna fornita è stata quella composta da Paolo Messineo, Rodolfo Giampieri e Matteo Africano. L'intesa è stata trovata su Africano e prendiamo atto che i dubbi sollevati dal relatore sull'adeguatezza del suo curriculum, nonostante la copiosa documentazione fornita, sono stati ampiamente confutati con il voto della commissione alla Camera. La relazione è stata infatti bocciata 22 a 7».Ad Acquaroli, esponente di Fratelli d'Italia come Marsilio, replica il capogruppo del consiglio regionale marchigiano Maurizio Mangialardi, che parla di «imbarazzante arrampicata» e osserva: «Acquaroli dice che il ministero avrebbe dovuto verificare il curriculum di Africano, ma dimentica che l'indicazione di quel nome è partita da lui e dal presidente della Regione Abruzzo. Se ci sono state delle omissioni, quindi, è evidente che sono in primis a carico di Acquaroli e Marsilio, autentici passacarte di Giorgia Meloni». Per il Pd quello di Africano è «un nome scelto ancora una volta a Roma. Ad Acquaroli, e a chi insieme a lui, come certi parlamentari del M5S, sta giocando in maniera poco trasparente con il futuro dei porti, chiediamo di smetterla e di iniziare a confrontarsi con amministrazioni, imprese e organizzazioni sociali locali per una nuova candidatura condivisa».

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