Sulle attività di bigliettazione e controlleria dei titoli di viaggio in tempi di Covid e sulle quali sono intervenute a disciplinarle sia specifici DPCM governativi (l’ultimo varato lo scorso 3 novembre – allegato 15) nonché le ordinanze del Presidente della Regione e le disposizioni impartite dal dipartimento regionale che segue espressamente il settore della mobilità, si sta consumando un vero e proprio braccio di ferro tra l’azienda ATM e i lavoratori che giustamente chiedono soltanto di poter lavorare in condizione di sicurezza e rispettando le norme.
COSA PREVEDONO IL DPCM DEL GOVERNO E LE ORDINANZE IMPARTITE DA TOMA
Il richiamato DPCM, operativo su tutto il territorio nazionale, proprio in relazione al servizio pubblico di trasporto, ha imposto regolamentazioni e limitazioni indirizzate alle imprese e agli utenti al fine di ridurre sensibilmente il rischio del contagio soprattutto in funzione di un’attività lavorativa che in tempi normali prevede una presenza ravvicinata tra gli stessi viaggiatori e tra i viaggiatori e il conducente del mezzo pubblico. E tra le innumerevoli disposizioni emanate dalle Istituzioni, oltre alla sospensione dell’attività di bigliettazione a bordo da parte degli autisti, è stato sollecitato:
– l’installazione di apparati per l’acquisto self−service dei biglietti (da sanificare più volte al giorno)
– acquistare, ove possibile, i biglietti in formato elettronico, on line o tramite app e comunque incentivare la vendita di biglietti con sistemi telematici
– evitare di avvicinarsi o di chiedere informazioni al conducente.
LE DISPOSIZIONI UNILATERALI IMPARTITE DA ATM
“In definitiva – scrivono oggi Rolandi (Filt Cgil), Vitagliano (Fit Cisl), Mastropaolo (Uiltrasporti) e Libertone (Ugl Autoferro) – sono tutte prescrizioni che, sommate a quelle ulteriori impartite dal direttore del IV dipartimento Arch. Brasiello e con le quali è stato disposto testualmente il divieto delle attività di bigliettazione da parte degli autisti anche se effettuato all’esterno dei mezzi di trasporto, cozzano drasticamente con l’ordine di servizio disposto lo scorso 17 novembre dalla società ATM e con il quale l’impresa ha ripristinato in capo all’autista le attività di bigliettazione e di controlleria da effettuarsi a terra a tutti i capilinea di partenza e di arrivo. Ci sarebbe da chiedersi e forse sarebbe il caso che lo facesse soprattutto la Regione, perché le aziende si ostinino a volersi affidare a metodi ampiamente superati e non trasparenti concernenti i titoli di viaggio. E il braccio di ferro tra l’azienda e i propri lavoratori che si oppongono a disposizioni di servizio che prevedano il contatto ravvicinato con l’utenza, il maneggio e lo scambio del denaro e lo svolgimento peraltro di un’attività effettuata all’aperto e senza gli adeguati dispositivi di sicurezza individuale, si è arricchito in queste ore di un’ulteriore novità ovvero delle contestazioni disciplinari a raffica che l’impresa regionale ATM sta indirizzando a tutti i dipendenti che disattendono all’ordine di servizio. Eppure soltanto nei giorni scorsi avevamo suggerito ad Atm di utilizzare i lavoratori posti in cassa integrazione e che a causa del Covid non stanno lavorando, proprio per garantire le attività di bigliettazione a terra. Nulla da fare”.
LO STATO DI AGITAZIONE PROCLAMATO NON SOLO PER LA BIGLIETTAZIONE
I sindacati regionali di categoria Filt Cgil Fit Cisl Uiltrasporti e Ugl autoferro hanno deciso di attivare lo stato di agitazione del personale formalizzando la procedura di mobilitazione dei dipendenti previste dalle norme nazionali che disciplinano le azioni di sciopero nei servizi pubblici essenziali. “Ovviamente, trattandosi di Atm, la lista delle rivendicazioni e delle motivazioni, va ben oltre la seppur spinosa e importante questione della bigliettazione e attiene infatti solo per fare qualche esempio:
• IL MANCATO RISPETTO DEL CONTRATTO COLLETTIVO DI LAVORO SU MOLTEPLICI ASPETTI (Regolare pagamento delle retribuzioni, assenza di una contrattazione di secondo livello e di tante altre norme che riguardano i trasferimenti e i trattamenti nel caso di personale utilizzato in trasferta)
• MANCATO RICONOSCIMENTO VESTIARIO UNIFORME
• MANCATA COSTITUZIONE DEL COMITATO COVID
• REGOLAMENTAZIONE DI ATTIVITA’ LAVORATIVE CHE SUPERANO LE 12 ORE
• VETUSTA’ E INEFFICIENZA DEGLI AUTOBUS
• IMPIANTI DI RIFORNIMENTI SPROVVISTI DELLE RELATIVE COPERTURE
• MANCATA/REGOLARE CONSEGNA DEI CEDOLINI PAGA
• DISCIPLINA DEL PERSONALE INIDONEO ALLA GUIDA
Insomma una lista lunghissima di abusi e di violazioni sulle corrette relazioni industriali e che contraddistingue un’impresa che oltretutto ambirebbe ad interpretare quell’azienda unica oggetto della riforma dei trasporti attesa in Molise da decenni. E sicuramente anche e soprattutto di questo parleremo con l’assessore regionale ai trasporti Quintino Pallante nell’incontro fissato per lunedì prossimo e dal quale ci aspettiamo risposte finalmente chiare”.
(in foto i sindacalisti Carmine Mastropaolo e Franco Rolandi)