IL PIANOLa trattativa con i grandi gestori delle reti telefoniche è partita poco prima di Pasqua: per la fase 2 dell'emergenza Covid, l'Atac punta a tracciare i passeggeri di bus e metro, sfruttando i dati dei telefoni cellulari. Tutto il monitoraggio, naturalmente, sarà anonimo. L'obiettivo è evitare assembramenti e rimodulare il servizio in base ai report che verrebbero forniti dalle compagnie telefoniche. Dove ci sono più passeggeri, lì verrebbero dirottate più navette. Per fare in modo che gli utenti non si affollino pericolosamente su alcune tratte mentre magari in altre zone i mezzi pubblici viaggiano semi-vuoti.
LA FLOTTA Quando il lockdown sarà allentato, sia sui bus che in metropolitana gli ingressi saranno contingentati. Sugli autobus, l'idea è di far salire tanti passeggeri quanti sono i posti a sedere, per far rispettare la distanza di un metro. Toccherebbe quindi moltiplicare le corse. Ma Atac, che già sconta storicamente un parco mezzi molto datato, al netto degli acquisti dell'ultimo anno e mezzo, non potrà mettere in strada più veicoli rispetto alla tabella di marcia ordinaria, cioè 1.450 bus. Già di norma, in tempi pre-crisi, difficilmente si arrivava al 95% delle navette programmate. Aumentare ancora il servizio è impossibile. Per questo si punta sulla tecnologia. Sfruttando il monitoraggio degli operatori telefonici, si potrebbe arrivare a un potenziamento mirato del servizio. Zona per zona, fermata per fermata. Grazie alla mappa delle celle degli smartphone agganciate vicino alle paline, nelle stazioni o a bordo dei mezzi pubblici.
I TEMPI Il progetto che sfrutta i «conta-telefonini», come lo chiamano all'Atac, è stato discusso venerdì in una riunione con i tecnici della Mobilità del Campidoglio. Verrebbe attivato insieme ai conta-persone già installati su 500 bus e assicurerebbe un monitoraggio molto più largo: oltre a tutti i mezzi di superficie sarebbe estendibile anche alla metro e alle ferrovie urbane, dalla Roma-Lido alla Roma-Viterbo. Tocca capire i tempi: alcuni colossi della telefonia sono già stati contattati, l'obiettivo è testare la fattibilità pratica del progetto per arrivare a un accordo a inizio maggio. In modo da far partire il tracciamento dei passeggeri in parallelo con il venir meno di alcune restrizioni dettate dall'emergenza virus. Anche il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, ha invitato di recente a «utilizzare le nuove tecnologie per fare verifiche sul livello di riempimento dei bus in arrivo, per capire se è idoneo salire».
I POSTI PRENOTATI Un'altra ipotesi a cui si guarda per la fase 2 è la possibilità di far prenotare il posto sul bus tramite app. In altri Paesi è già realtà: in Israele, per esempio, 5 città tra cui Tel Aviv sfruttano questa opzione con Moovit, applicazione utilizzata da 720 milioni di utenti nel mondo. «I servizi a prenotazione - spiegano da Moovit - permettono agli utenti di mantenere la distanza di sicurezza e alle aziende di rendere altamente efficiente la pianificazione del servizio».
Il sistema già sperimentato si basa su tre componenti: l'app per i passeggeri, l'app per gli autisti e un pannello di controllo per chi gestisce il trasporto pubblico. Funziona così: tramite l'applicazione, l'utente prenota il posto a sedere e sul display riceve l'orario di arrivo del mezzo. Chi non ha uno smartphone, chiamerebbe un numero verde. A inviare la posizione del mezzo sarebbero gli autisti, che avrebbero a loro volta un'app sul palmare di servizio. Da lì potrebbero anche verificare il numero di passeggeri a bordo e segnalare criticità.
Sia per il tracciamento da cellulare che per le app di prenotazione, il punto è proprio questo: chi farà rispettare divieti e limitazioni. Atac ha la consapevolezza di non poterlo fare da sola, con 250 controllori per 1.450 bus e 150 stazioni. Per questo nelle riunioni riservate è stato chiesto di rafforzare i presidi di vigili e forze dell'ordine.