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Data: 12/06/2020
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Atac, autisti alla guida senza la mascherina e caos distanze a bordo. Da Termini a Tiburtina, i conducenti sfilano le protezioni: «Troppo caldo». Studio di Google: utenti in crescita, il 51%è tornato.

La Municipale: via alle multe Controlli non solo ai capolinea. Anche l’azienda scrive ai conducenti: «Rischiate una sanzione fino a 400 euro»


La direttiva alla centrale operativa della polizia locale è partita nella tarda mattinata di ieri: sui bus servono più controlli, per evitare che gli autisti viaggino senza mascherina e mettere un freno a una pericolosa abitudine che, al primo caldo, sta prendendo piede. Al Comando generale sono arrivate nelle ultime ore segnalazioni su un numero crescente di addetti del trasporto pubblico che si mettono al volante dei mezzi senza coprirsi naso e bocca, come prescrive il buonsenso ma soprattutto come ordinano le norme dell'emergenza Covid. Regole riportate anche nel prontuario della Municipale diffuso a tutti gli agenti. Non solo si ricorda «l'utilizzo obbligatorio delle protezioni individuali delle vie respiratorie (mascherine, anche di comunità) da parte dei passeggeri», ma si ribadisce espressamente «l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per il personale delle aziende di trasporto pubblico di linea». Insomma, gli autisti devono guidare in tutta sicurezza, la propria e naturalmente degli utenti.
I controlli dei vigili fin qui si sono concentrati ai capolinea, dove però solitamente chi arriva evita di farsi cogliere in fallo. Infatti le multe, per ora, sono state pochissime. Da qui allora l'ordine del Comando di rafforzare la vigilanza, anche lontano dai piazzali di inizio e fine corsa. Del resto sono bastate poche ore di sorveglianza a Prati per multare 4 conducenti in sequenza. La multa arriva fino a 400 euro.
LA CIRCOLARE Anche l'Atac sembra al corrente del problema. E proprio in una circolare interna diffusa ieri sera dal direttore del Personale, Cristiano Ceresatto, è stato ricordato a tutti gli autisti di indossare sempre le protezioni, altrimenti si rischia «una sanzione amministrativa». Sul tema, va riconosciuto, la municipalizzata il suo sembra averlo fatto: da inizio emergenza ha acquistato già due forniture di mascherine e le ha distribuite nei depositi, l'ultima è di 30 maschere chirurgiche a testa. Nelle prossime settimane è in arrivo un nuovo stock in tessuti riutilizzabili.
C'è preoccupazione anche per il il fenomeno degli assembramenti. Atac deve fare di necessità virtù: le disposizioni anti-Covid, spiegano da via Prenestina, non permettono di mandare controllori a bordo dei mezzi e gli autisti non possono assumersi il compito di verificare il mantenimento delle distanze. Il controllo alle fermate resta così l'unica strada percorribile, utilizzando proprio il personale di verifica rientrato in servizio a maggio dopo la cassa integrazione. Ma se alle stazioni della metro (alcune, non tutte) un sistema del genere può essere sostenibile, cosa ben diversa è tenere sotto controllo le 6.438 fermate di bus e tram. All'inizio della fase 2 erano stati individuati sessanta punti sensibili, tra trasporto su ferro e superficie, da monitorare più o meno costantemente. «Ora aumenteremo le verifiche a terra, anche a rotazione - dicono i tecnici della partecipata - partendo dalle fermate di scambio, dove i passeggeri scendono da metro e ferrovie per prendere l'autobus».

«Finestrini aperti e distanza tra i passeggeri Sui mezzi pubblici evitiamo leggerezze»

Professoressa Patrizia Laurenti, epidemiologa dell’università Sacro Cuore Gemelli, sui mezzi pubblici iniziano a proporsi le maggiori criticità. «Capisco, ci vuole buon senso da parte di tutti, autisti e passeggeri. Evitare assembramenti, mantenere le distanze, indossare mascherine e arieggiare il più possibile i mezzi pubblici, la stagione lo permette». Quali consigli? «Il buon senso ci salva, sempre. Aprire tutti i finestrini, usare tutta la ventilazione disponibile, basta che ci sia il ricircolo d’aria, ancor più se non si riesce a mantenere la distanza. E mi raccomando, l’igiene delle mani, ogni volta che si usa la mascherina riporla poi in una bustina, un involucro in modo che non possa venire a contatto con altre superfici». Andiamo verso l’estate e la temperatura aiuta ma può essere anche difficile da sopportare. «Raccomando di nuovo di aprire tutti i finestrini, i passeggeri devono stare molto attenti, sopra i mezzi pubblici il rischio assembramenti è forte, tutti devono avere comportamenti civili quando sono con altri». Le regole sono sempre quelle. «Mascherina per tutto il tragitto e tanta pazienza, il virus ancora circola ed è un rischio per sè e per gli altri, ci possono essere soggetti asintomatici, nei luoghi chiusi e affollati conviene rispettare certe regole. Una volta scesi se stiamo per i fatti nostri possiamo respirare, mettere in “busta” la mascherina e pulire le mani». Quale secondo lei il messaggio da veicolare? «Evitare assembramenti. Quanto ai passeggeri noto una certa leggerezza, molti non indossano la mascherina, mi preoccupano di più delle riunioni tra ragazzi, dove nonostante mascherina e distanze vedo passare le volanti. E mi sembrano tutti molto più bravi dei fruitori dei bus. Meglio attenzionare i mezzi pubblici...». Perché? «Vedo leggerezza in giro, una certa resistenza, c’è chi non ha capito che la mascherina è l’elemento fondamentale». Mentre la rete messa in campo sembra pronta ed efficace. «Prendiamo il S. Raffaele, le azioni di contenimento sono efficaci, se l’indagine epidemiologica è fatta bene il contatto non sfugge, è la sfida di questo periodo, contenere i cluster. E a Roma il contatc tracing è all’avanguardia».

La Municipale: via alle multe Controlli non solo ai capolinea. Anche l’azienda scrive ai conducenti: «Rischiate una sanzione fino a 400 euro»

La direttiva alla centrale operativa della polizia locale è partita nella tarda mattinata di ieri: sui bus servono più controlli, per evitare che gli autisti viaggino senza mascherina e mettere un freno a una pericolosa abitudine che, al primo caldo, sta prendendo piede. Al Comandogenerale sono arrivate nelle ultime ore segnalazioni su un numero crescente di addetti del trasporto pubblico che si mettono al volante deimezzisenza coprirsi naso e bocca, come prescrive il buonsenso ma soprattutto come ordinano le norme dell’emergenza Covid. Regole riportate anche nel prontuario della Municipale diffuso a tutti gli agenti. Non solo si ricorda «l’utilizzo obbligatorio delle protezioni individuali delle vie respiratorie (mascherine, anche di comunità) da parte dei passeggeri »,masi ribadisce espressamente «l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per il personale delle aziende di trasporto pubblico di linea». Insomma, gli autisti devono guidare in tutta sicurezza, la propria e naturalmente degli utenti. I controlli dei vigili fin qui si sono concentrati ai capolinea, dove però solitamente chi arriva evita di farsi cogliere in fallo. Infatti le multe, per ora, sono state pochissime. Da qui allora l’ordine del Comando di rafforzare la vigilanza, anche lontano dai piazzali di inizio e fine corsa. Del resto sono bastate poche ore di sorveglianza a Prati per multare 4 conducenti in sequenza. La multa arriva fino a 400euro.

LA CIRCOLARE Anche l’Atac sembra al corrente del problema.E proprio in una circolare interna diffusa ieri sera dal direttore del Personale, Cristiano Ceresatto, è stato ricordato a tutti gli autisti di indossare sempre le protezioni, altrimenti si rischia «una sanzione amministrativa». Sul tema, va riconosciuto, lamunicipalizzata il suo sembra averlo fatto: da inizio emergenza ha acquistato già due forniture di mascherine e le ha distribuite nei depositi, l’ultima è di 30 maschere chirurgiche a testa. Nelle prossimesettimaneè in arrivounnuovo stock in tessuti riutilizzabili. C’èpreoccupazioneancheper il ilfenomenodegliassembramenti. Atacdeve fare di necessità virtù: le disposizioni anti-Covid, spiegano da via Prenestina, non permettono di mandare controllori a bordo dei mezzi e gli autisti non possono assumersi il compito di verificare il mantenimento delle distanze. Il controllo alle fermate resta così l’unica strada percorribile, utilizzando proprio il personale di verifica rientrato in servizio a maggio dopo la cassa integrazione. Ma se alle stazioni della metro (alcune, non tutte) un sistema del genere può essere sostenibile, cosa ben diversa è tenere sotto controllo le 6.438 fermate di bus e tram. All’inizio della fase 2 erano stati individuati sessanta punti sensibili, tra trasporto su ferro e superficie, da monitorare più o meno costantemente. «Ora aumenteremo le verifiche a terra, anche a rotazione - dicono i tecnici della partecipata - partendo dalle fermate di scambio, dovei passeggeriscendonoda metro e ferrovie per prendere l’autobus ».

12 giugno 2020 il messaggero


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