ROMA Una maggioranza bulgara conferma l'apertura di una seconda via per definire la cessione di Autostrade per l'Italia da parte di Atlantia. All'assemblea dei soci di ieri, tenutasi in via telematica per rispettare la normativa in materia di Covid, il 99,7% dei soci che vi hanno partecipato ha pigiato il mouse sul tasto sì, approvando di fatto all'unanimità il percorso di dual track deliberato dal consiglio di amministrazione della società lo scorso 24 settembre. Se da un lato la decisione di ieri apre di fatto una nuova possibilità per Cdp di entrare in Aspi, acquisendo non più l'88% delle quote, ma solo la parte conferita nel nuovo veicolo Autostrade Concessioni e Costruzioni, pari al 55%, dall'altro segna una significativa sconfitta di chi, all'interno del governo e delle forze di maggioranza, ha sempre osteggiato l'apertura di un percorso trasparente e di mercato, privilegiando invece una vendita forzata a un solo soggetto già designato.
Il nuovo veicolo che nasce dalla scissione è infatti destinato a essere quotato in Borsa e quindi il prezzo, a un certo punto, dovrà per forza misurarsi con dinamiche di mercato. Bisogna ricordare inoltre che Edizione, la società-cassaforte dei Benetton, possiede solo poco più del 30% di Atlantia, mentre la stragrande maggioranza degli azionisti che si sono espressi è composta da fondi internazionali, come ad esempio Gic, l'ente governativo di Singapore, oppure il colosso Hsbc Holdings o, ancora, realtà molto differenziate come l'hedge fund attivista Tci e la Fondazione Crt. Quest'ultima, peraltyro, è anche azionista di Cdp. Un azionariato molto variegato, composto da 43.000 grandi e piccole realtà, incluso anche il mondo retail, che si è espresso in modo netto sul fatto che la vendita di Aspi non possa avvenire dietro pressione politica, ma nell'ambito di una procedura negoziale aperta e trasparente.
RITARDI IN DATA ROOM A questo punto, la palla passa a Cdp, che entro il prossimo 31 gennaio, come dichiarato formalmente in una missiva lo scorso 23 dicembre, dovrebbe completare la due diligence sulle infrastrutture e sui conti di Aspi per poi presentare un'offerta per l'intero 88%. Il nodo, manco a dirlo, resta sempre il valore. La prima forbice indicata da Cassa, di 8,5-9,5 miliardi, non solo è già stata rifiutata due volte da Atlantia, ma col passare delle settimana è stata ridimensionata dietro pressione dei due fondi esteri Macquarie e Blackstone, che puntano ad avere un indice di ritorno sull'investimento superiore al 12%, a fronte di una media di mercato dell'8%-9%. Difficile che a queste condizioni gli azionisti di Atlantia vengano chiamati a esprimersi nuovamente per revocare la delibera di scissione e valutare un'offerta dal valore già ritenuto non interessante. E' anche per superare queste difficoltà che, negli ultimi giorni, sembra farsi strada una nuova proposta, ancora tutta da valutare dalle parti interessate, che potrebbe salvare capra e cavoli.
Cdp infatti potrebbe decidere di acquisire una quota simbolica di Aspi, pari al 5-10%, ma pretendendo di avere voce in capitolo sul controllo di manutenzioni e investimenti attraverso un patto di governance blindato, ad esempio chiedendo di poter nominare il presidente della società, con deleghe specifiche. In questo modo lo Stato sarebbe forte di un potere autorizzativo esterno, attraverso il Mit, e di un controllo interno, tramite l'accordo sulla gestione. Ma se questo è uno scenario futuro, l'attualità, secondo fonti di Cdp, «ad oggi in data room manca la gran parte delle informazioni richieste dal consorzio il 23 dicembre e anche successivamente, necessarie alla due diligence». Si tratta di dati su traffico, opere, manutenzione, capex, accesso ai siti (ponti, gallerie).
Comunque la prossima settimana l'ad di Aspi, Roberto Tomasi, presenterà il piano industriale, che vede tra i suoi capisaldi un radicale ammodernamento e prolungamento della vita utile delle infrastrutture e la nascita di un nuovo assetto organizzativo che apra nuovi business per la società sul fronte dell'innovazione digitale, delle smart roads e dunque della sostenibilità.