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Data: 29/10/2020
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Aspi, respinta l'offerta Cdp Atlantia: non si può trattare senza ok al piano tariffario

ROMA Nella telenovela Autostrade spunta una nuova amara sorpresa. Il cda di Atlantia, ieri sera, ha deliberato di posticipare entro il 15 gennaio 2021 la votazione in assemblea sulla scissione di Aspi da Atlantia. Una decisione obbligata visto che l'approvazione da parte del Mit al Piano economico finanziario (le tariffe insomma) è fermo da molti mesi senza reali motivi. E di pari passo, ha respinto l'offerta di Cdp, Blackstone e Macquarie pervenuta due sera fa (8,5-9,5 miliardi) perché «ritenuta non idonea dal punto di vista economico» e anche perché ancora una volta non vincolante. La svolta potrebbe avere conseguenza sul processo di valorizzazione di Aspi già avviato con la richiesta di prime offerte entro il 16 dicembre.
Sulla bocciatura dell'offerta Cdp potrebbe aver influito la nuova presa di posizione di Tci, socio col 10%, che ha ribadito come il valore dell'88% di Aspi sia di 11-12 miliardi, che corrisponde al prezzo indicato da Chris Hon, patron del fondo, in un'intervista al Messaggero.
La decisione del board della holding scaturisce dalla lettera del 22 ottobre del Mit ad Aspi nella quale il dicastero chiede di recepire le osservazioni pervenute dall'Art «al fine di assicurare il prosieguo dell'iter istruttorio... e di voler integrare e aggiornare la proposta del Piano economico finanziario» inviata dalla concessionaria il 14 settembre. Vengono in questo modo rimessi in discussione elementi sostanziali che la holding «aveva ragione di ritenere già definiti negli accordi a lungo negoziati con i ministeri», nella ormai famosa notte 14-15 luglio.
«La definizione del Pef e dell'accordo transattivo, risulta indispensabile - prosegue la nota di Atlantia - per poter meglio valutare la proposta di scissione di Aspi all'ordine del giorno dell'assemblea del 30 ottobre». Siccome il governo vuole modificare i parametri del Pef - livello di aumento tariffario e risorse per manutenzioni e investimenti - il cda ha deciso di spostare di due mesi e mezzo la data dell'assemblea sulla separazione societaria, nell'auspicio che la querelle trovi finalmente una composizione.
ASIMMETRIA INFORMATIVA In questo contesto ancora fluido, la stessa Cdp, nella sua offerta inviata martedì sera ad Atlantia a valle del cda, specifica: «Avremmo bisogno di un piano economico-finanziario definitivo che rifletta il quadro regolatorio finale per poter determinare un prezzo finale dell'operazione». L'offerta del consorzio Cdp, Macquarie e Blackstone, non vincolante, conferma la valutazione di 8,5-9,5 miliardi per il 100%, subordinato alla due diligence di 10 settimane, con un primo step dopo le prime 4. Cassa l'ha definita più dettagliata della precedente, ma la nota diffusa ieri mattina ha creato una asimmetria informativa, su cui Consob sembra voglia vederci chiaro, perché ad alcuni quotidiani, ha fornito estratti del comunicato reso al mercato il giorno dopo con un atteggiamento singolare per una società pubblica che non può fare preferenze.
«Il cda di Atlantia - continua la nota - pur apprezzando alcuni miglioramenti della nuova offerta, ha valutato i relativi termini economici e le condizioni ancora non conformi e non idonee ad assicurare una adeguata valorizzazione di mercato della partecipazione». Secondo il board di via Bergamini «nell'offerta mancano gli elementi necessari per concedere un periodo di esclusiva». In ogni caso il cda ha dato tempo fino al 30 novembre a Cdp per presentare una nuova offerta vincolante «affinchè i soci possano tenerla eventualmente in dovuta considerazione in sede di esame della scissione alla prossima assemblea». Questo significa che sarà il mercato a valutare la terza offerta di Cdp, non più il consiglio.


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