Data: 03/01/2021
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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«Ancora troppo rischioso mandare i ragazzi in aula» Qui Milano «Disagi eccessivi Non si può uscire alle 18,30» Qui Roma «Penalizzato chi arriva da più lontano»
Qui Milano «Disagi eccessivi Non si può uscire alle 18,30»
Entrare a scuola alle 10 di mattina, in molti casi, non è possibile. E questa richiesta rappresenta per molti dirigenti scolastici la prova che le istituzioni non conoscono realmente il mondo della scuola né i problemi concreti che ne nascono. Nel cuore di Milano, a Bastioni di Porta Volta, il liceo Carlo Tenca racchiude in sé 4 diversi indirizzi liceali per 1400 studenti. Tra i vari indirizzi c'è anche il liceo musicale che, con i laboratori pomeridiani, non può certo permettersi uno slittamento dell'orario di due ore. «Non è possibile, per questo ho chiesto di mantenere uno scaglionamento meno accentuato spiega il dirigente scolastico Mauro Zeni perché i disagi sono troppi e a volte non hanno davvero soluzione. La scuola rappresenta un ambiente virtuoso rispetto al contagio: abbiamo avuto tanti casi positivi ma tutti provenienti dall'esterno e non hanno dato il via a focolai interni. Quindi le scuole sono luoghi sicuri ma va gestito meglio tutto il sistema intorno. Non possiamo essere noi ad organizzarci in modo tale che i nostri ragazzi escono da qui alle 18:30 se non oltre. E' impossibile. Francamente non si capisce perché sempre la scuola debba essere la leva su cui intervenire». Il liceo Tenca, per garantire un rientro in sicurezza, ha attivato 5 ingressi separati e due scaglioni diversi. In queste ore si sta cercando di far quadrare gli orari, sempre con l'incognita della riapertura. «Ogni volta che ci viene chiesto di attivare la didattica in presenza per una diversa percentuale di studenti continua il preside Zeni nelle scuole dobbiamo rimettere in moto tutta l'organizzazione. Non è un lavoro semplice ma lo facciamo, nell'interesse dei nostri ragazzi. Ed è proprio su questo aspetto che esprimo perplessità, sul modo di gestire la scuola: non solo per il disagio fortissimo che vivono i colleghi di Milano e provincia ma anche per gli studenti che restano penalizzati».
Qui Roma «Penalizzato chi arriva da più lontano»
Tutti o quasi gli studenti del liceo Newton di Roma vanno a scuola con i mezzi pubblici: l'istituto infatti si trova in viale Manzoni, quindi ci si arriva comodamente con bus e metropolitana, ci sono anche studenti che arrivano da fuori Roma visto che la vicinanza con la stazione Termini lo permette. Una caratteristica che, prima del Covid ovviamente, non poteva che rappresentare un bel vantaggio per famiglie e docenti. Quindi, in un liceo con queste caratteristiche, il sondaggio per capire quanti arrivano con l'autobus è praticamente già scritto. La scuola si sta preparando con i due turni, come richiesto dal tavolo prefettizio, ma i conti non tornano: «Fare entrare i ragazzi prima alle 8 e poi alle 10 spiega la dirigente scolastica, Cristina Costarelli vuol dire avere il personale addetto alle pulizie presente nell'istituto dalle 7:30, per aprire, fino alle 17:30 perché dopo l'uscita degli studenti bisogna igienizzare i locali. Si tratta di orari molto lunghi da coprire. Ma ad oggi non abbiamo avuto nessuna indicazione sul personale in più che dovrebbe arrivare». Inoltre ad usare i mezzi pubblici non sono solo gli studenti ma anche il personale docente e ausiliario: «Nella nostra scuola così come in tanti istituti romani continua la dirigente Costarelli ci sono molte persone che arrivano dalla Campania. Sono pendolari e vengono a lavorare in treno tutte le mattine: per loro l'orario così differenziato diventa ancora più complicato. Ritornano a casa alle 20 per poi ripartire la mattina dopo, all'alba. Lo stesso vale per gli studenti: uscire dalla classe alle 16 significa arrivare a casa un'ora dopo e avere troppo poco tempo per studiare». Anche dal fronte degli studenti sta infatti crescendo il malumore: le prime proteste dei ragazzi ci sono già state, organizzate dalla Rete degli studenti medi che la settimana scorsa ha portato striscioni e megafoni davanti alle scuole chiuse da mesi. Ma ci saranno nuovi flash mob. Vogliono rientrare tutti in classe, ma chiedono di poterlo fare in sicurezza.
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